Critica Sociale - anno XXX - n. 12 - 16-30 giugno 1920

CRITICASOCIALE 191 mente f!lOmentaneo; messi di fronte alla necessità di provvedere· alla orga,;iizza12:ione pratiça del ' sistema comunista di produzione, i bolscevichi - secondo il Salz - hanno dovuto patteggiare coi resti della bor– ghesia e del ·capitalisino, cercando di· utilizzare gli specialisti borghesi per l'esercito e per l'industria. « Senza la guida di specialisti dei diversi rami della scienza, della tecn.ica, dell'esperienza - constata il revisionismo bolscevico - non è possibile il trapas- so al socialismo ». ' ' Conseguentemente, mentre, nella teoria originale si era affermato il principio dell'elezione e della re– voca di tutti i funzionari in ogni momento, senza éccezione, come salvaguardia della rivoluzione con– tro i propri organi; della rtduzione di tµtti gli sti– pendi al livello •del salarib normale unitario; della– subordinazione dell'elemento tecnico al lavoratore manuale; · della «sburocratizzazione»; del controllo diretto della produzione da parte dei lavoratori; si dovette, successivamente, riconoscere che nessuno di questi postulat'i era realizzabile. La civiltà capitali– sta non ha così semplificato, colle sue grandi im– prese, fabbriche, ferrovie, poste,. ecc., la maggior par– t~ delle· funzioni del vecchio potere statale, da ri– durle, come teorizzavano i bolscevichi, a operazioni semplici di registrazione -e di controllo accessibili a chiunque sappia leggere e scrivere e retribui·bili, per– tanto, col salario comune, sì da togliere a chi le compie il nimbo di una tasta privilegiat_a e · spe– cializ_2ata e da rendere la funzione dell'impiegato un dovere generale di tutti i cittadini, che ciasc"uno di . essi possa esercitare a turno. La politica dei salari si dovette, quindi, radicalmente mutare, adottando il criterio di una -molto più alta rimunerazione dei servizi dei migliori specialisti borghesi, e abbando– nare si dovette anche il principio della elezione dei funzionari e della subordinaiione dei tecnici al per– sonale. La disciplina delle fabbriche· venne affidat:1 a dittatori, perchè « la subordinazione senza opposi– zione sotto un'unica volontà è assolutamente neces– saria per il· buon ·esito dei processi di lavorazione organizzati, •secqndo il tipo di u·na grande indl.jstri:i meccanica». E per aumentare la produzione, si do– vette anche reintrodurre ì vecchi sistemi 'di inten– sificazione automatica del lavoro: il salario a cot– timo, il taylorismo, in genere il salàrio in base al rendimento della produzione. Constatazioni simili sull"a: revisione delle teorie programmatiche e·. sui tentativi d'i' politica sociale realistica in relazione alle concrete l;)Speril;J'nzee alle condizioni della classe lavoratrice, sia detto per in– cidenza, fa un russo in un articolo della ·« Soziale Praxis », del 1 marzo, su ~< la politica sociale del bolscevismo. russo», il quale ricorda, inoltre, le limi-' tazioni introdotte nella libertà personale e nell'eser– cizio del diritto di sciopero, il ritorno alle mul-te e alle· trattenute e ai licenziamenti per punizione nelle fabbriche, l'invio a campi di concentramento di la– voro coatto dei renitenti al lavoro e l'abolizione re– cente dei Consigli di fabbrica. LA PARTECIPAZIONE AGLI UTILI. Una forma particolare di rimuner~ziòne del lavoro - il sistema della « partecipazione agli utili» - è pure vivamente discussa nel momento attuale, mentre la classe operaia lotta per il controllo della prodù– zione e l'abolizione del sistema del salariato. « La partecipazione agli utili - osserva il «New -Statesman» dell'8 maggio - per quanto non sia mai stata larga– mente adottata, ha sempre esercitato un gran fà– sci_no su certe mentalità ed è sempre stato il rime– dio favorito contro i mali sociali degli aristocratici filantropi, si chiamassero essi socialisti cristiani o .conservatori democratici». Durante gli ultimi due apni, trattando dei problemi di «ricostruzione», molto fu scritto in Inghilterra in merito alla pro– posta di una larga estensione del sistema della par– tecipazione agli utili, sebbene il movimento sia tut– tora insignificante in rapporto all'industria nel suo, complesso e al problema industriale. Secondo la rela– zione· pubblicata recentemente dal Governo inglese , a Gino Bianco su questa ·materia (1), il sistema è applicato attual– mente in Inghilterra in 182 case, per quanto dal 1829 ud oggi sia stato introdotto in 380 case, e, per di pifa. delle, apphcazioni in corso ben 36 riguardino una sola industria, quella ciel gas. Al principio della parteci– pazione agli utili la Rivista obietta, anzitutto, ·che è quasi -impossib"ile escogitare un sistema. mediante il qu,ile gli operai abbiano realmente un controllo effettivo sulla gestione e sul rendimento deH'azienda, tanto vero che dalla stessa relazione governativa si rileva., che, per ciò che riguarda il « con troll o del– l'industria», i risultati del sis.tema · sono assolutà– mente irrilevanti. Inoltre, per quanto la somm'a di– stribuita come partecipazione agli utili sembri, a tutta prima, complessivamente cospicua, essa si ri– duce sostanzialmente, in una serie di anni, ad una indennità che non va oltre il .5 o il 6 per cento dei salari, senza poter stabilire quanto di questa per– centuale sarebbe stata pagata sotto forma 'di mag– giori salari, se il sistema non avesse imbrigliato lo sforzo della organizzazione operaia. D'altra parte non si p\'iò ammettere che le virtù, la capacità e· lo zelo degli operai; in un dato stabilimento, possàno essere misurati dal rapporto fra i profitti che essi producono e il livello generale dei profitti dell'in– dustria.·. Chè se, dalla partecipazione' agli ,utili sulla base dello stabilimento singolo, si dovesse passare 1 a quella, recentemente proposta, estesa ad una-intien industria presa compless,ivamente, le ri~erve dovreb– bero essere anche maggiori, in quanto il- sistema in- . cor.aggerebbè ciò che può definirsi una vera e pro– pria «cospirazione» tra industriali e operai a danno dei consumatori, cioè délla' collettività,, la .quale' •fa– Febbe le spese della « pa.ce industriale», in tal modo conclusa tra i due comba-ttenti. Tale politica,. che può soddisfare gli 'industriali e anche particolari gruppi di operai, è reazionaria n('\llo stretto senso d~lla parola e accentua la tendenza verso cospica- . zioni parassitar,ie tra industriali e lavoratori in una data industria monopolistica (2), che è in antitesi as– soluta con quella che dovrebbe seguirsi per la ,riorga– nizzazione dell'odierno sistema industriale. Fortuna– tamente,- queste proposte incontrano gravi ostacoli in pratica, per il conservatorismo misoneista delle classi industriali e per la decisa- opposizione al siste– ma della partecipllzione agli utili da parte delle or– ganizzazioni operaie inglesi, le quali sono ogrror più, favorevoli ad una sempre maggiore approssimazione al principio della divisione ~et' 1:eddito nazionale se– condo il bisogno, e riconoscono che qualsiasi tenta– tivo di consolidare l'attuale sistema· industriale, ba– .salo s'ul profitto privato, deve essere, a lungo andare, contrario a 'tutti i progetti di una p itt equa distri– buzione della ricchezza e, pertan.to, agli interessi cli ciascun' gruppo di operai e d ella comul)ità nel suo complesso. , Sul problema della « partecipazione degli operai al qiddito delle imprese. economiche» pubblica pure un ampio e importante rappo~to l'Ufficio di statistica (1)" Report on profil-sh4.-ing a11d Labour Co - partnership in tlie Unii ed Kingdorm-Ministry· of Labour. - London, 1920. · (2) Q9esta osservazione non vale soltanto per· il sistema della partecipazione a.gli utili, ma. - per certe industrie esercitate in condizioni di effettivo (anche se non apparente) monopolio -_vale anche per gli aumenti' di sala.rio. E nella anormale situazione eco• nomioa di questo momento, in cui si può dirè ~h• tutte le indu– strie e tutti i oommeròi siano esercitati in condizioni di mono– polio (giacchè l'offerta di prodotti è inferiore alla domanda), tutti gli au~enti di salario, anzichè intaccare il profitto capitalistico, ne hanno favorito l'espansione, offrendo pretesto ai cosi detti pro– duttori (sempre pronti a profittare di ogni occasione per soddiafare \a loro insaziabile Ulgordigia) di riveraare sui consumatori un aggrivio maggiore (e, qualche volta, due, tre, quattro volte mag– . giore) di quello che il bilancio dell'industria deve sopportare per l'aumento dei salari. Queste osservazioni '(su cui aperiamo 1li poter tornare altra volta} dimo~trano ohe tutto il movimento operaio per i salari: ai aggira in un circolo vizioso, da cui poeson trarlo fuori Jolta.;to condottieri avveduti, ohe abbiano il coraggio delle loro opinioni e alto senso di respoasabilità. · (Nota dello Ca1T10A). . I I'

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