Critica Sociale - anno XXX - n. 9 - 1-15 maggio 1920

180 CRITICA SOCIALE. più. i fini stessi della politica borghese: la pace, la produzione, l'arricchimento. 1:,a borghesia .~alli~ce nella poJiti{:a estera come l'adhsce nella pohtiva rn– Lerna.dello Stato. La sua autorità direttiva non si impone più perchè non riesce più a raggiungere i fini che si proipone, a costò di seminare il mondo 1:liruine. · Qra glì uomini stessi che h~no avuto fidu_ciain essa e che per essa sono marc1t1 o sono morti nelle trincee, francamente l'accusano di avere perduto i diritti di dlasse dLrigente, di avere abdicalo alla · f'tmiion,e 51.01,icadeMa classe imprendi-t1'ice. L'ac– cusano di codardia pe1ichè mal resiste a)la solleva– zioue proletaria e dicono che non può resistere per– ehè i suoi titoli al dominio -sono troppo recenti e trop,po vergognosi: la truffa a•llo Stato nelle forni– ture belliche e il bagarinaggio SOlprale materie di consumo. Pe11ciò, perciò nessuno vuo:le -più lavo– ra1:e per cotesta. classe dirigente; verciò, perciò gJi scioperi· continui sono incontenibili, -senza misu– ra, senza rispetto .. Non pure i metallurgici deMa ventenne tradizione sovv~rsiva, ma i -proni impie– $ali, e persino quelli deJle banche, UJpoliticifino .a ieri -e borghesi di costume e di origme, le 'dicono tranquillamente: Non è tanto alla tua cassa che miriamo, quanto a)la tua_ au_torità. _Yoglia!JlO di_ri– o-ere no-i·con o.rgam nostri, d1 fabbnca e d1 uffic10, la tua produzione che è, potenzialmente, nostra: Gli imipertinenti non si chìedon_o ne!llm~nd se ~ss1 sentono di avere in sè 1-a caipacrtà d1rett1va che or– mai disconoscono al.Ja borghesi.a. Basta a loro .di– mostrare coJ dito le ma,ce1:ie accumulate e accu– mulantisi per il fallimento dei Govern~ nelle rela– zioni esterne e per. la prevalenza de,] più tur,pe pa– rassitismo plutocratico improduttivo nella econo– mia interna dello Stato. E le fol1e assiepanti i Co-. mizi, scintillanti di ban<Aieree di garofani rossi, ap- pla~dono come e~bre... ' . . . Ciò è certo la r1voluzione, o,_megho, lo stato d10- . ni-sìaco del,la r'ÌvO'l-uzione,la quale è un fenomeno di natura poli:edrico, rn_ultifo~e, i~ c~i si m_ol_ti– plicarh gli episodi ~ gli. esper_1ment1d1 ~emol1Z1?– ne prog-r~ssiva _e d-1_progress1ya cost,rµz10!1e. C è invece chi per r1v,0Juz1 onen on mle·nde che 11 cozzo. unico ~niforme e univ'!r.sa:le, una unica b-attaglia, in un' solo giorno e poi la sera, con « delle· Parehe · il canto», l'epinicio del miracolo ipro.Jetario. E' l'as– salto dall'esterno allo :italo borghese, che è ,:ome l'attacco frontahe con cui ·il Supremo Comando man.dava i reggimenti a morire per 'nulla, per mo– strare la obbedienza. Altra, altra conquista del 1:0- tere noi sogniamo ancora - irreduttilbili sognatori - in questo Primo Maggio della nostra fede che non muore mai ... Noi crediamo ed .auspichiamo 'Sempre -ancora la conquista daH'interno · dello ?lato, p,:imo :_ ~on la pressione diretta del proletaria-to sugli ord1111deHa produzione, con il suo .allenamei:ito ad ado.perare «li strumenti di conLroJ.lo deHe imprese - Com– ~issioni interne o Consigli di. fabbrica che tempe– rano i·l di.ritto di·spotico dell'imprenditore e affer- . mano transi.Loriamente, i,l diritto costituzionale nel- ,. la fabbrica; - secondo: con la presa di possesso, in tutti i modi utili, del potere politico e parlamen– taré, ehe deve mettere nelle mani del prole_tariato i tribunali, le prefetture, le caserme, in guisa da vol– gerli Clpportuna·mente e vittoriosamente contro ... la controrivoluzione immancabi1le. 'Ciò che ci allontana da questo obbiettivo che ha per tap,pe le grandi tra– sformazioni svotanti lo Sta-\,oborghese è un diver– sivo ... che serve a,Jlo Stato borghese. Forse è tale il soviettismo, emipiriico tentativo di trapiantamento çli un istituto rivdluzi-0nario estraneo al nostr-0 suo– lo ed a-1 nostro clima. La rivoluzione in Italia è sempre stata pensata dal e nel Comune operaio. E' Biblioteca ~inp Bianco la gloriosa tradizione deg,li ò1:di11amenti di giustizia di Giauo çle la Bella che vive perenne. La filosofia dei produttori ha già avuto iu Italia una prnxis, prima che l'egualitarismo bor~hese della nivoluzi-0- ne franceSle -scovri.sse il èitlaaino per onorarlo, àd un modo - sfruttatore o sfruttato! Cacciate le Si– gnorie, il Comune italiano dice: la dignità civica e lo stesso diritto di vjvere è nel lavoro. Ch,i non lavora, non mangia, e non vota. Lavora, mangia, e vota chi è aJfiglia<Lo alle Arti. Oh! Dant e, glorio s)s– simo -«speziale»! Nicola Lenin non può vanta.re unQ vittoria più grande per il suo ·comunismo! Ah! che del resto iI grandissimo ri-voluzionario dallo s,pir.ito profondamente rea:)ista e realizzatore ei manda non equivoci messaggi per incuorarci ad essere, noi, a seguire le vie proprie deHa nostra ri– vO'luz·ione secondo la coscienza propria del nostro pr'olet aria•Lo, formata dalla nostra na}ura, e ten'l– pra.ta daiJla nostra stonia! Chi avvicinò e sondò l'a– nim a dei compagni reduci dai primi contatti con • g.Ji uomini della Terza Internazionale può dire che essi furono istrutti ad aiutare la Rivoluzione russa, meglio che con l'olocausto infelice di nuove Unghe-· rie, con l'incalzare la politica del Governo ·d' lta/i3, e, per mezzo di questa, della Intesa, verso. il pieno 6'conoscimento della Repubblica -socialista dei Soviety e il suo. fer.mo ..a,ppoggio nei. Consigli de-1- l'Europa! E' la Rivoluzione fattiva, per 'penetrazio– ne, che insegue fin nel suo covo la. Reazione europea in-ella a dominare le fiamme di guerra che essa ac– cese, inetta a.Ila Pace a cui disperatamente e vana– mente tende. E' ·la Terza Internazionale che in ·forme impèccabi,lmente diplomatiche insi'nua il suo alito ar– dente, di demolizione -e•<liricostruzione, nella com~ pagine nemica della Santa Alleanza borghese, ten– tando di limarne cautamente le resistenze ... Ah! che luce e che insegnamento per gli intransigenti sotia– listi unius libri, ·per i monoi<leisti di una - una sp- ia - tattica neHa multiformità e. poliedricità mer~- . viglio.s~ delle circostanze in c~i _s1avanza J'avv~m– re socialista! Ah! che meraviglioso tema da 1Jlu– strare davanti alÌe folle che, frementi ed entusiasti– che, ;a~or~ono oggi con le. ro~se b_'an1i-er~. 1e _i, ·fiori vermigli a1 nostri convegm, d1 · Primo . Magg1_0,! . ·Tutto i,l fine e tutti i mezzi - tuj.to il -inass1mah– smo ·e tutta la realtà - f'eterno e il .contingente - ' l'ideale e •la storia - il sogno e la. vita! ... CLAUDIO TREVES. Con qualche lieve . di.fteren~a di . tono, ma con perfett0; iden_{itàso_sta,:i.ziale_ 1i l!ensiero, _Francese~ Ciccotlt e G~dvanni Zibordi mdicano, nei due arti– coli che seguono, le deficienze e le esigenze dell'a– zione socialista in /tqlia. Noi concprdiamo con loro, po.ss' iamdire senza riserve; e sul proplema da essi tratt ato inv·itiamo i compagni a riflettere e a di-_ scutere. · Noi stessi ci proponiamo di ch_iariree precisare, prossimamente, alcuni p'unti c/ie toccano il nucleo più delicato· e vitale del problel)'l,a. IL V1cE, ANDARE AL POTERE 1 . E lecito asserire - senza essere accusati di q La– "v.orarè:per i.LGoverno D - che •l'ideologia massimali– sta è entrata nel,l.a fase, deH'esplicita. e .radicale revi– sione? I-I recente dibatti~<>di Milano prova · (inè il fraSOOJIIle degli ordini .del giorno vale a mascherare la realtà). che se quella ideologia .non si r isolve an– cora a rtpiegare .sulle .posi:iioni a, rretre.te , a:He quali la realtà la ,sospinge e le· voci inascoltate ~ ere'·

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