Critica Sociale - anno XXIX - n.3 - 1-15 febbraio 1919
.. ..... 'CRITICA SOCIALE 29 es.senzi1a11JiJJ.,eiROO 1aJI1bi,soie,i.aH1sti~ a p,rovoca•r:èogg:i movi– mooti cli pia,zzia, .sp,éculaindo S'1l'lle .soffer,en;z;e sulilre ;i•ng.enuee criedul,e imp.a1;i,enzede,l pr-oletariafo, a spe– roto scairi,oodii s,e -stessi, e iln d8!runoe pei ml8!gg,iore iaiS1servi,m,ento del pr,oletaTiato medesimo ... ». E concludeva richiamandod alla v,ecch1a tattica della conquista grac:Lu ale del p ote11e e delle capacità . per esercitarlo ; alla tatti.ca che prosegue le ri– forme, tutte le riforme ivi nov erate, le quali « costi– « tuiscono la grande e solida scala, per la quale sol– « tanto il proletariato può, senza inganno e senza << delusioni, raggiungere realmente la pJ'opria eman– « cipazione, la soppressione delle classi e del dominio «di· classe, la giustizia e l'eguaglianza supreme del « Socialismo·». Senza prepostere cllittat1wedel proletariato, che è ::rncora-in Italia min 1 oranrn c01i1enumero·, minoranza pegguo che ,esigua come cosciènzà e come peso po– litico: - senza improvvisate repubbliche socialiste, dalla cui possibilità pratica ci separa il « carro di refe » ,di tutte le riforme e le capacità che dobbiamo conquistare ad evitarne la -sicura bancarotta; - e senza .. , quella Costituente, per l'appunto, che vuol essere il ,d1erìvativo e il sostitutivo della -dittatura e della repubblica sopra indicate, mentre ne è l'equi– valente. psicologico p,er la comodità subiettiva della propaganda. Nel che è la comune spiegazione della .nuova fr.egola dittatoriale, soviettistica e... costi– tuentistiica, che ha invaso e paralizza il Partito ! * Perchè, in fondo, Soviet o Costit~ente (nel senso, ~J:unque, più serio, o il solo serio, della parola) non hanno, lògicamente, .che un uni,co pr,esupposto e un Mr,ico fine: il presupposto che la viol,enza d'un gior– no - a cui tendono, per ,infiniti sintomi e segni, le masse martoriate e,d esasperate .cta,llaguerra - pos– sa .insta~rare- e improvvisare- « qualche cosa » di nuovo, di gran:cliee di stabiile, risp.a.rmiando il tempo ·e lo sgobbo necessari~- « abbr,eviando la vi.ia » ; il fine d'i... iri.dulg,ere a questa tendenza delle mass e - cui costa fatica virilmente resistere -, di lusingarla e seconclarla, con più· o meno di effettivo pericolo, con più o m~no di fondata speranza cli poterle trat– tenere a tempo e che tutto si evapori in grid'a ed .in sonanti parole! . E allora il « felice is,tinto proletario » della Co.n– federaz.ione del Lavoro -- la qua1e, per i. suoi molto materiàlistici inter-essi, santamente materialistici, ehe impongono una vicenda <lii lotte e di collaborazioni n€-cessarie per le riforme pratiche ·ed urgenti, 1ion J?Uò seguire i voli i,car-e,id1ella Direzione del ParLi~o, ma che intanto .deve. guardarsi le spalle dalle ac– cuse ruitradimento e di quietismo, dalla concorrenza· sindacahsta .e,danarchica e d'ogni altro ,demagogismo ed, estremismo - inventa (e.erto sorridendone nella barba prolissa) la Costituente ,da ottenersi di gran premura; e la pone in testa al suo programma, •« an– che uscenQ'o dal quadro angusto (?) delle strette (?) <l preoccupazioni dii, mes,ti,ere » - eh.e però conten– gono in germe tutta. l',emancipazi,one proletaria e se– gnano la via che ad essa conduce -; ve la pone co- . mé un Soviet. attenuato; come una dittatura emul– sionata, come una vaccinazione preventiva per sal– varsi dal vaiolo nero del soviettismo e della ditta– .tura· anticipati, anacronistici e rompicolli._ E allora bisogna gonfiare le resiste,nze del Senato (quali e quancto, proprio sul serio?) alle leggi sociali, e squalificare la Cam-era elettiva, come se essa non fosse - col suffragio ormai universale - il riflesso esatto del Paese, del Paese e del proletariato; e lasciar .credere a quest'ultimo, che, s'esso è ancora troppo. debole per conquistare. ad una ad una le 1iiforme benefiche - la pace non 'jmperialista, la Camera davvero sovrana, 1:;i fabbrica democratizza– ta, la terra producente il suo pane pei lavoratori, e e.osi <li seguito - riforme per ciascuna <lelle quali può, a volta a. volta, francheggiarlo la cooperazione · di altri ceti e di uomini ragionevoli di tt1;tti i oeti; viceversa gli sarà più facile compiere l'o sforzo so– vrumano di arraffarle e mantenerle tl!,lte quante d'un balzo ed in blocco, offendendo ed allarmando in una volta sola tutti gli interessi ,avversari!i e minacciando il finimondo; e, bisogna dissimulargli che, poichè a questo g li ci vorrebbe cento volte più cli fcfrza e di valo.re , esso non riuscirà, nella migliore ipotesi, eh e ad af ferrarne il simbolo-, il nome, il chiffon de papier; che ad impossessarsi d'ell'ombra, rinunciando alla cosa. Rinunziando alla cosa: poichè è questo - anche più dellct responsabil.iLù e ,<lei pericoli a cui si va incontro scatenando ~pazienze poscia irrefrenabili, concedendo a quegli allettamenti rivoluzionarii, per i quali i pochi << dispongono a loro tal,ento delle mo– << bili greagie umane, cui resta eterno il Petaggio di « essere -dai loro pastori votate all'olocausto »; an- • che più del senso di religiosa rever,enza, che sento cli dovere alla loro inconsapevolezza incolpevole~ come la si deve alla candida innocente puerizia;·- è la inevitabile rinunzia alla sostanza delle cose au– spicate e promesse, che mi fa inconciliabilmente re– frattario a ogni sorta -di così detto << estrem1smo », anche attenuato. Non v'è infatti possibilità logica cli disgiungere, senz.a un bluti volontario, ·l'afferma– ;rfone c1elfine ultimo cui si tende e la animosa volon- tà <li tutti gli sforzi via via necessarii a pervenirvi; e non vi è compatibilità effettuale tra la fede visi o- . naria cli potere a quel fine giung,ere ,d'un colpo, con la str,egonica magia di un gesto o di una I parola, e la f;1ticosa pedinace volontà cl.i quegli sforz,i -d.iuturni. In altri termini, nulla tanto allontana dal progr,am - ma massimo quanto l'illusione di poterlo attuare al:– l'infuori del programma minimo, prrescinclend'o cioè dai necessari.i gra<luali trapassi .. Con tale illusione, il proletariato rinunzia al tempo stesso e alla sua mela suprema e ai bene{icii immediati. Fra i due falsi socialismi : il catastrofico che vuole il fine senza i mezzi, e il possibilista che, elevando i mezzi a fini, dimentica il {in.e; quest'ultimo - malgrad'o indug.i e -dev iazioni -- tradisce .assai meno diell'altro, in quan– to i benefiz.ii conquistati, anch€ i più tenui, suscita– no i l b.isogno di altre successive conquiste, aumen– tano pur sempre le forze del proletariato nella sua lotta, e la loro somma, si.a pure a zig-zag e senza · tutto lo slancio che una migliore consapevolezza diel fine r:echerebbe con sè, lo avvicina pur sempr,e alla mèta. Il possibilismo è meno reazionario del rivo– luzionarismo, che si pasc.e di torbidi fantasmi e di . vuote parole. - -Dal quale (ed è ben chiaro che ormai il mio di– scorso va assa,i ìunge .dall'articolo di Trey-es da cui prese occasionalmente le mosse) derivano, per il fa– scino ch'esso esercita sulle masse in rag,ione diretta {!ella loro immaturità e della loro esasperazione, quella specie di << smarrimento » del Partito, che lo stesso Treves nota e -deplora; quel senso della sua assenza spirituale dai grandi conati .della storia e de~la vita coHettiva - esempio l'attegg.iamento ar– cigno verso il wilsonismo, questa colossale .forza sto– rica, tanto maggiore .,degli Or-clini del giorno dei nostri Congressi di partito, che il Socialismo doveva raff orzar,e di tutto il suo vigore e il suo fiato, perchè era, ed è, spiritualmente, cosa sua -; ,e l'impaccio e-la contraddizione <li·tutti i suoi movimenti (chi mi sa dire perchè fu. tradimento accettare dal Governo l'incarico {li partecipare a una semplice Commissione oi studii pel <loeo-guerra, e 110n lo è più, a quanto .
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