Critica Sociale - XXVIII – n.18 - 16-30 settembre 1918

ritica Sociale. 'RIV/ST ./I ·(1UIN1JICIN./ILE 1JEL SOOI./ILISMO ' , Nel Regno: Anno D. 10 - Semestre L. 5 - All'Estero: Anno L. 11.,50 - Semestre .L. 5.75 I ' . . DIREZIONE: Milano- Portici Galleria, 23 - AMMINISTRAZIONE: Via Omenoni, 4 - Milano Anno XXVIII - N. 1.8 - Il. Numero. separato Gent. 40 Il Milano, 16-30 settembre 1918 SOMMARIO Politica ed Attuafità. Dopo il Congresso (G1,Auo10 'l'REYES). Il ,Socia-limw e1;oporato (( 1.). • La polemica dello scotto (VERY-WE1,L), P>'ussianismo nipponico: lettera dall'Estrem~ SEPPE Bossox1). Oriente (Dott. Gw- $' • Studi economici e sociologfci. Il Socialismo delle Gilde (Ux GU,DIS'rA). Filosofia, Letteratura e Fatti sociali. Dalle Ri·uiste· soci/:iiisle ted!!sclie: Il Kampf'; Le premesse dell'Inter– • nazionale; Marx o Mazzini? (G. S.). Al RITA,RDAT·ARII Avviso urgente. L'.1/mminisfrazione prega vivissimamènte gli .abbonafj, che debbono tuttora l'importo del se– cc.>ndo seme·stre, ·- a volerglielo inviare senza 11/teà._ore ritardo. .ì:: un'assoluta necessità amminìstrativa, tanto più dato l'enorme 1:,incarodella stampa e della carta. Speriamo clze ,qli abbona-ti - ohe sono, in generale, anche qli amici della Rivista - < • vorranno evitare a noi il danno dell'indugio e a .sé stessi la sospensione dell'invio del periqdioo. DOPO-IL CONGRESSO. La: guerra,lavora; la guerra, la reazione, la rivo-· luzione lavorano in una gara serrata, frenetica. Il XV Congresso socialista italiano non ha legiferato una parola nuova, ma ha detto lo stato di animo di quelJa gara. ··coliLgresso ar-cirivoluz.ionario e arci– agnostico, -pieno di collere sor-cle e circospetto in fatto ,cli formule nuove, dottrinali e di azione: in fon– -dq, tutto ciò che preveclevamo; diremmo anche, che .auguravamo,' _se non fosse questa corsa sentimen– t~1e all'-estremismo èh.e assottiglja le falangi dell'a– zione pratica, metodica. Perchè noi avevamo chiesto al Congresso: 1 ° di riconosceré la pr0pria imprepa– razione ad un sicuro giudizio, per effetto delle cir– costanze in cui si era svolta la vita del Partito, onde ne , era stata soppressa a tmtti la c&iara e approfon– <lita nòtiz.ia per mezzo del.la Censura, dell'ostraci– smo <lell' Av anti! da m 0lte pr ovincie, della J)roibi– zione assoluta di riunioni e di discussioni i11contrad-. dittori0 ;,_2°_di_riserv~re ogni dichiarazio._n~ di _fini e di m.et0ct1, hm1.tando J.l Congresso ad un ·nto d1 con– sultazione e informazione· reciprocà;. ufia toccata di polso, un esame. clél punto cli naicigazione. E il o Bianco Congresso ha risposto dichiarando che, « malgrad0 il richiamo ad una più energica opposizione alla 00 uerra e ad un maggiqre contatto con le masse », il Gruppo parlament~re <i non ha corrisposto », e per– ciò « debba in ogni sua pubblica manifestazione po– litica essere disciplinato alle deliberazioni della Di– rezione j>, ·cui affida « il manclat~ ,di disciplinare tale rapporto con .tutte le modalità -del caso ». Ossia il 'Congresso ha prom,1,1.lgatociò che già era legge, la maggior intr·ansigenza rispetto alla guerra e il do– vere della più stretta cliseiplina. E come il Congresso rinviò tutta. la aLtesa nuova dichiarazione dottrinale e_progr.ammatica circa il fatto guerra, il fatto· patria, Pttrtito e Confederazione clel Lavoro; anzi, rispetto a:i primi due, richiamò ·tassativamente, con l'ordine dei ·giorno Caroti, i precedenti deliberati ,di Reggio Emilia e di Ancona (quest'ultimo già espressamente ' citato .dal refatore Modigliani come formalmente proibitivo .del sabotaggio ,di guerra); così, a giudi– carè supèrficialìnente, si potrebbe co·ncluderè: niente• cli fatto, laddove pochi Congressi ebbero, corrie que– sto, un più energico valore di sintomo, espressero una più perfetta univocità di stato di animo, furono un. più probante documento del loro tempo. La stessa impotenza a -definire, nel rovello per la dèfinizione · oercata, è conferma di ciò. La guerra lavora; la guerra, la reazione, la rivohizione lavorano in gara s('lrrata, frenetica. Mentre una vasta, crescente mag– gioranza si viene adattando. alla guerra e a quelle che appaiono le sue. .n·ecessità, tina minoranza nel· Paese, che interpreta però le masse ignare ed as- . senti, vi~ne a riflettere in sè con sempre più squisito travaglio l'0rribile pena del mondo e grida il .suo soffrire e chiede ascolto per il suo griµo. Cotesta «minoranza», che si è trovata al Congres– so ad aveTe j tre quarti dei voti, ad essere, si può dire, tutto il Congresso, è .... rivoluzionaria? È essa disposta ad· uscirn dalla rassegnata disciplina na– zionale per tentare un suo atto ·di liberazione ? È essa almeno ferma nél pensiéro che le formole pre– cedenti siano antiquate e debbano sostituirsi con altre più energiche, più decisive ? Ecco ciò Cl\i i.I Congresso non ha risposto e non ha voluto rispon– ,dere. Ogni cbnatò, così degli estremisti, veramente 'tali, come dei nostri, per· promuovere la risposta fu vano ; perohè evidentemente dava di cozzo con la volontà. comune del blocco intransigent~-rivolu– zionario di non definirsi, di restare compatto come una minaccia oscura, sentimentale,. protes.tataria, emergente dalla stessa manifesta còntràddizione fra i discorsi e le deliberazioni, fra le concioni eretiche e gli ordini del giorno ortodossi. Per l'impressione, per l¼.vYertimento che voleva dare all'esterno, al Partito, al Governo, al Paese, il Congresso si è pre– occupato sopratutto. di non fraz ionarsi (e, perciò, di na.n precisare), di mantene.re nel suo interno il massimo dell'unità. · . Questa generale preo.ccupazione trovò . la espres– sione più felice, in un impeto quasi lirico, nell'or– dine del giorno intermedio, là dove, riaffermata pre– giudizialmente « l'i.nsopprimib.ile aspirazione verso I

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