Critica Sociale - XXVIII - n. 4 - 16-28 febbraio 1918

38 CRITICA SOCIALE. I belligeranti, creava~q gli élementi ricostruttivi della pace e della nuova s?ci~tà ! . . . . 1 Tanto può un po d1 luce, un ahto d1 _hberta • Appena la verità trova la via di co_mpa~·1r~,o~– bliga Governi e partiti. Ecco perché_ 1 faz~os,1han– no tanta paura della libertà, come 1 ladn 1 han~10 <lella luce ! Ecco ierchè, · il giorno stesso della ria– pertura della Camera, ci to~cò ancora contrastar_e ai violenti la libertà della tnbuna ! Ec-co perchè 11 Fascio parlamen_tare professa apertamente che non deve essere la libertà in tempo di guerra ! In tempo di gueiTa nessun control_lo sui Governi e ~ui par– titi che li sostengono; libertà soltanto all mganno ed alla tirannia ! . ' Per fortuna· tutte le libertà sono sorelle e si pre– stano l'una l'altra soccorso. Un'ora di libera tribuna rende vano un anno di bavaglio sulla stampa! E i protervi, per fare che faccia no, n~n arrivano mai a sopprimere di un colpo tutte le libertà!• L'on. Or– lando non è cosi imbecille da sconoscere questi, luo– ghi comuni della dottrina liberale. Soltanto, per pa– vido timore davanti ai faziosi, li rinnega ! Ed ecco che la. prima ora di libera tribuna gli disfà tutti i piani sapienti costruiti ,con la cuffia del' silenzio e col segreto diplomatico ! I suoi rotondi periodi si· rompono a questa im– pertinente domanda : - Come ,c6mbina,te il loro con- . tenuto col tenore delle disposizioni della Qonven– zione di Londra ? Come si mantengono o come si· applicano i postulati del compimento dell'unità e della sicurezza dei confini verso terra e verso mare in Dalmazia, •in Albania, nel Dodecaneso, in. Asia· Minore, e coi;ne si fanno combaciare con la teoria . . depiequilibrio degli. ingrandimenti coloniali africa– ni ? E come la guerra, per gli obbiet~ivi della Con– venzione di Londra, attua le ma~niloquenti procla– ~azioni etiche della libertà e della indipendenza degli Stati ? . Coloro che, per principio, repùdiando la guerra come, metodo di definizione delle questioni 'fra gli Stati, ~sercitarono · la ~oro neutralità nella critica imparziale -delle cagioni profonde dell a guerra , e intravvidero il movente imperialistico comu.ne alle fazioni belligeranti 1 come possono ancor essere con– fusi coi.... traditon della patria e, quasi, del genere umar,o? • L'on Bevion~ ha cominciato col proclamare. cri– stianamente: « Tutti errai:nmo! >>. Proprio, tutti? E l'on. Orlando, suonando disperatamente ·a distesa , per la necessità nazionale, come può precludere' di pensare· che ,coloro, i quali costantemente operarono perchè fosse scongiurato l'avvento della minacciosa ànanke, non componevano .... la associazione a de– linquere contro la tei;ra madre, che egli già accusò,– all'opinione. pubblica ed ai tribunali, e che -i loro consigli intorno alla ~uerra ed alla pace erano forse i -più sacri; ed, in o~i caso, dovevano e debbono . essere uditi e discussi ? Ed ecco come l'on. Orlando, tuttochè nélla sua abil_ità abbia creduto di non 'dire verbo della poli– tica interna, col suo discorso la rimise tutta in di- .scussione quanto la stessa ponti~a estera. Il metodo costituisce. il 1ponte di· congiunzione delle due poli– tìche. E il metodo si chiama libertà. Tutti .i conati di soffoc;3.zione,di sopraffazione; di tenebre nell'ora grave che vola, si voltano contro la comune sal– vezza. Che valgono gli· elogi obbligati con cui l'o– n.orevole Orlando finì il suo discorso, diretti alle BibliotecaGino Bianco virtù del popolo italiano, così stoico nella resjstenza civile come prode in campo ? Che valgono se non l'abilitano a sapere ed a disporre liberamente di sè, se continua ad essere per lui un crimenlese discu– tere sulle due sole cose che gli riempiono la mente : la propria emancipazione e la pace tra i popoli? · LA CRITICA 'Soc1ALE. \ LO "SVIATO M TO DELLE RAllE !LAVf " I . . L' idea oggi così dibattuta di chiamare l'Italia alla testa de,i popolj balcanici per un'insurrezione bellica di sterminio contro l'Austria non è che .... un ritorno ! Tempo già fu che l"Italia sembrò met– tere per condizione de1 suo int,ervento - o pacifico o bellico - nella mischia europea la formazione .di un-a yasta Confederazione ·.oalcanica, la quale , . avrebbe dovuto arieggiare, in forma òonservatrice e monarchica, •'queUo che, in forma' democratica e repuoblicana, r~facendo. · il sogno slavò-ellenico– romano di· G. Mazzini,. avevano ininterrottamente proposto e sostenuto di comune piènissimo accordo tutti i socialisti balcanici, tra rentusiastica appro– vazione del , Congresso Internazionale di BasUea (1912).. Una tale ,confederazione ·conciliando ed ·' unendo Slavi e Serbi, Bulgari e Greci, Rumeni e Turchi di Europa, mirando. a Costantinopoli come . a suo natural centro amfizionico, doveva porre tra il Dran{J nach Osten tedesco e la spinta russa nel Mediterraneo .e sull'Adriatico, una diga solid'a, colossale, contro la qualf si sarebbero spuntate le unghie dei due imperialismi nemici, l'imperialismo tedesco e f'impèriaiismo russo. • 1 • Ma fu i-I sogno di un mattino. L'Intesa sollecit~ · l'Italia e l'Italia obbe_dì alla. Intesa, obliosa di cer– care se tr-a l,ln sistema e l'altro ·essa poteva inèu– nearsi a capo. di un sistema proprio che abbrac– c'iasse tutte le stirpi tra l'Adriatico e il Caspio, strette in:torno al SUQ vessillo - vuoi dì mediaiione, vuoi di guefra - nella coscienza di una missione nuova ed autonoma, rompente la annosa tradizione di vassallaggio ai grandi aggruppamenti precosti- . tuiti. Col darsi dell'Italia all'Intesa era spezzato il · sogno della Balcania unìta e federatà .. L' Intèsa aveva altre vedute. Essendo presidente del Consi– glio di Franeia l'on. Vivi,ani, ebbe costui gi à a dire che il fine deUa In.tesa era di comfermare i risu.TI:ati storici del Congresso di Bucarest. L.o scopo evi– dente era di sedurre ·i· Bàlcanic·i uno }l)er volta, e si cominciava col géttare il fazzoletto àtla Rume– nia .. Ahimè! La Bulgaria fu la prima ad intendere;'. · subito, rotte tutte le tergiversazioni, si buttava nelle· braccia delle Potenze Centrali. Perduta la Bulgaria, il sacrificio della Serbia, che ,aveva resrstito così valorosamente agli Austriaci, ricacciandoli due vol- te dalle sue montagne, fu scritto. Il programma·· ' democratico balcanico .si sgretolava. Ne rimanevano t1,1ttavia saldi alcuni blocchi. La Yugoslavia, -la Grecia, l'Albania. Era, ancora un campo cospicuo alla missione italiana ! Molti l'intesero e dissero che, l' on. Sonnino l'intendeva.· Ancora si avrebbe avut9 tempo a veder~ l'Italia éiemooratica alila tesua della .. Balcania democratica: 1:1n uovo sano ,e, forte impe.: rialismo democrat1ico per r·espansione dei principiit mazziniani di indipendenza dei popoli fraternamen-:' te cospiranti, dopo avert smesso gli odi tradizionali che li facevano vassalli sfruttati degli Absburgo e dei Romanoff, alla loro comune redenzione s1 Eja– rebbe imposto come terio vincitore, come outsider trionfante delle contrarie coalizioni di , conquista e · di impero. ·

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