Critica Sociale - anno XXVI - n.16 - 16-31 agosto 1916

CRITICA SOCIALE 223 vare il momento già di per sè scabroso e difficilissimo della liquidazione dell'industria di guerra con. degli apriorismi puramente .politici, anzi di politica da romanz.o. Qui non- è qùestio.ne di protezionismo o di libero scambio. Si può essere anche fanatici pro– tezionisti, e i circoli di cui qui si discorre lo sono certamente -nel più alto grado, e nel temp-o stesso non. desiderare che, _in una fase industriale delle più terribili e pericolose, altri ci metta ancora dei bastoni fra le ruote. Comunque, quale che sia la diversità dei motivi, -che muovono l'alta borghesia e il Partito socialista, il punto di contatto esiste per una comune- azione pratica, tendente ad impedire che si eterni ad approfondisca il solco, che la guema ha scavato fra le due metà dell'Europa, e quindi altresì per una sia pur transitoria alleanza contro_ i letterati e i temperamenti iperpolitici. · Tutto ciò vale a maggior ragione per quella parte - delta borghesia,· i cm specifici interessi la fanno essere. a priori contraria ad ogni forma, o almeno a ~erte forme, di protezionismo industriale e agri– colo. Quegli· economisti e u-0mini politici, in buona parte arciconservatori e borghe•si nelle mido'1la, . che, pur nell'imperversare qell'attuale tempesta, ebbero- l'ardire e la preveggenza civile di innalzare lo stendardo del libero scambio, non possono e non potranno pereiò non riv,olgere al Partito socialista, paladino degli interessi dei proletari, cioè dei con- · sumatori per eccellenµ, tutte le proprie simpatie e speranze, e nori vi è sacra unione capitalistica ed antisocialista, che possa ciò impedire. In ultimo, quasi pour la bonne bouche; non si dev.e tacer,e della giusta ammirazione e doverosa gratitudine, che per il Partito socialista nutrono quei pochi intellettuali, veramente degni di tal no– me, stelle maggiori nell'empireo della coltum, ai quali, anche 'negli attuali·- frangenti, non ha . retto il cuore di sacrificare, sull'altare dell'odio, del ri– sentimento, d·ell'egoismo nazionale e finanziario, il retaggio supremo del genere umano: il buon senso, la gmstizia, 1a santa pietà -del proprio prossimo. FRANZ WEiss. la guerra nl ferroer i lllin@rali ~i ferro- Per ohè cosa si combatte attorno a Ver<lun con cosi inumano aooanimento? Non soltanto per r·agioni strategi,ohe; non soltanto per ·sod<lisf.are le aspir.azi-oni ,nazi,on.ali; ma a,pche e, forse, sopratutto per ottenere da un lato, per im– peqir,e dall',altro), che uno. <lej •?ue Pa~si belligèr,anli riesca a disporre di lutto il bacino minerario_ del ferro <lena Lorena. Carbone e ferro rappresentano, è noto, -allo stato presen.t-e della sci-enz.a-,i due mezzi più potenti dello sviluppo ·della grande, industria moderna .. La nostra è l'età del carbone e del ferro ·o, p•oi-chè il éarbl1ne serve a trasformare il minerale di fe.rro in metallo utile, potremmo chi.amarla l'età <lei ferro. _ La guerra stessa. non è che uno scambio di ferro .attraverso lo spazio. Della fame di ,carbone e degli sforzi che i beUi.ge– ranti fanno per soddisfarla di:sc04'remmo già sulla t,r.accia di un articoio di, L. ne Launay in ialtro fa. scicolo della Critica (lj. Di,s,corriamo ora, sulla traooia_·di un alhio articolo del medesimo autore (2), della fame di ferro e delle lotte che provoca tra i div~rsi ·P.aesi. (1) Jf. 18, 16-80 settembre 1915. · "1 BIIJUI d'8 deua:monde,, 16 Julllet 1916, · Nel cuo-re dell'Europa occidentale esiste il bacino lorenese ri-oc:hissimo, di minerali di ferro, diviso fra ire Paesi: 1a Francia, l'Alsazia-Lorena, il' Lussem– burgo, e prossimo a un quarto, il Belgio, _che ne possiede una eslre!Ilità. È, come si vede, disteso lungo i confini di questi Paesi, ed è perciò oggetto delle cupidigie dei vicini, e, per la sua ubi-cazione singo.Jar-e, ,trova riscontro so.Jo nel b&cino oaTbonif.ero dell'anti,oo Polonia; ta– gliato• fra la Prussia, l'Austria e, la .Russi.a. Il gi.acimenlo lorenese (da Briey in Francia a Thionville in Germania) r.appresenta, . secondo il suo rendimento industri,ale, una ri-cchezz.a calcolala 2 o 3 miliardi di lire, ma la ri,ochezz.a, ohe con esso si può -creare quando il pro:doUo è finito, arriva cir-c.a ai 300 miliardi. Orbene, si pensi -che Thionvine è a .dodici chilo,– metri oltre la frontie-ra franoese del 1871, e in pos– sesso della Germani.a nella Lorena tedesca, ,e che Briey sta .a 5 ,chi·lometri ·dalla stess.a frontiera in Fran,cia- ed ora è -oécupalo dalle truppe tedesche, e si •comprenderà l'ardore- delLa lotta a mo-rté dei due bélliger-anti. . , , . '. . La po-sta, ben più -che i forti ,e la piazzaforte di Verdun, è oostituita per i Tedeschi dal mantenimento di Longwy e Briey, che nel b.acino lorenese rap·pre– sen-tan.o rispettivamente ·3 e 15 milioni <li tonnellate di miner.ali di f,erro fin qui estratti dai Francesi, ai quali non rimangono, o,ra, che 2- milio-ni di tonnel– late a Nan:Cyconser.vat a in lo-ro .potere,; e per i Fr.an– oesi la riconquista dell'intero ba-cino lorenes-e, quindi della Lo.ren.a tanto franoese quanto tedes,ca: _ · * ** • Ma vediamo più da vi-cino la importanza. di codesto ba,cino minerario per i due Paesi. Se la Franci,a possiede oggi una. meravigliosa ric– ·Ch-ezzain f.erro, ,ciò dipende dal fatto che si è tro– vato il modo di ·eliminare nella fusione del- ferro un pi,ocolo ,elemento ,chimico, il fosforo, che i· minerali contengono sp,esso in quantità infime, .a millesimi, e dei quali I.a presenza basta, oome u,n baoillo di Eberth o di Koch in un organismo eon.f,amin•ato, a sciup-ar,e irremediabilmente il ferro oltehuto. Il prooedimento· della <lefos.forazio·ne bori-ca, ;aJ quale si dà il nome di Tomaso Gilchrist, ha permess-o <li utilizzare mi– ·n-er.ali<li_ferro che esistevano a mili,ardi di· tonnel– late nella 1:,or-enae ,che s,emb-ravano•,fino allora, sen:,,a valore. Così, fu che, mentre, nel 1890 il Dipartimento di Meurthe-et-Mos·elle produ,ce-va 2,6 milioni di tonnel– late <li minerali. <li-ferro su 3-5 milioni per l'insieme della Fr.ancia oontinentale, nel 1913 la sola Lo-rena ne p-roduceva 19,5 milioni su 21, 7 milioni. E- p-er l'av-· ve>nil'e si oal-cola _che la Lo•r,ena disponga di 3 mi– liardi di tonnellate, e il resto <li 300 milioni·. Fu così possibile ohe nel 1912 la Francia· espor-· tasse 8 milioni di tonnellate, dei quaH 2 milioni in Germania e nel Luss·emburgo, -mentre la Germania, p~r poss-edendo, parte d,eHo stesso gi-a.cime;ntonel te-r– ri'torio annesso, era· -obbligata ad importare M mi– lioni di tonnellate <li minerai-e. La Germani.a estraeva nel -1913 dalla Lorena teQe– .sca, coi suoi 30.000 minatori, -più di 21 milioni <li tonnell.ate <li minerale di° ferro su 28,6 milioni per l'intero Paese. Se si ·aggiung,ono i 6,5 milioni di to,n– n.ellate del Lussemburgo, che si ·può ,considerar-e come una dip·endenza economie.a e politi-ca della Germa-

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