Critica Sociale - anno XXVI - n. 9 - 1-15 maggio 1916

,.- CRITICA SOCIALE 143 che risponda al conoel.l.o·ect al culto della patria eu– ropea. È in co.Joro che lo hanno adoUato che essa sopravvive, è da loro 'Ch'essa riavrà vita, quando l'a– nima dell'Europa si ripiglierà. I pochi uomini che oggi rappresentano la civiltà europea, nel bel mezzo èlell'Europa in fiamme, son chiamai.i a riconquistare quel mondo, a ricostruire, dopo il caos, ·l'edificio -compromesso, a riunire gli op-er.ai reduci dalle trin– cee per restituire st.atuc, vetriate e oolonne a col,e– sta cattedrale più grande cli quella di Reims e, più, che questa dagli obici saàil,eghi, devastata dalle ini- 'quità. ~ • ~ , · E lo soritto sj conclude con quest'ultima cii.azione tratta ancora eia Homain Rolland: Voi pensate alla vittoria: io penso alfa paoe che la seguirà.. .. Si tratta di rifa-re un'opinione pubblica europea, È il· ,còmpito più urgente. Fra questi mi– lioni d'uomini che non sanno che essere Tedeschi, Au,striaci, Francesi, Russi, Inglesi, ecc., ·sforziamoci di essere uomini, -che, al di là degli interessi egoi– stici delle· nazioni effimere, non -per dono di vista la -civiltà tutta intera - ·questa civil.tà che ogni razza identifica criminosamente colla prop,ria, per distrug– gere l'al,trui .... S'ingannano coforo- che pensano che le idee di fra– tellan'La umana siano- sp_ente. Caduto il bavaglio d,e,tJ.a dittatura militar,e, esse esploderanno ovunque. Io sof– fro pei milioni di vittime inrìooenti del -0ampo <li bat– taglia: ma -non ho la più piccola inquietudine per la futu,r,a u,nità dell'Europa, Questa gue,rra è il suo bat– tesimo di -sangu,e. I destini dell'umariibà trionf.e·ranno di queMi delle Patrie. Questa è anche la nost.ra 'ferma fede, la nos~ra sicura speranza! La C. S., LAPOESIA HCASSAZIOHE • In questi giorni mi è capitato sott'occhi un· brano di prosa sotto forma d'una sentenza d,ella Corte di Cassazione; e ho sfi.dato la lettura di quei varii alte– socche. La' sente·nza decid·eva su di un grètto adde– bito alla memoria di Giovanni Pascoli. L'a,ocusatol'e (gli Ejia:sti non finir.Òno tuUi _ad Atene) era~ natu– ralmente, un senatore .. E, naturalmente, quel Supre– mo Consesso, dove la giustizia va in giubilazione, ha dato to·rto alla memoria de,\ Poeta. Meravigliarsi? Sarebbe ·ing,;nuo, I magistrati che hanno ,così giudi-cato· sono di quelli - 1Sipuò scom– metterlo - che si addol!'mentrulio al qu,ar,to atto della Traviata, sbadigliano se si legge un'-ode di· Carduoci e si ri•svegliano arditamente al can-can delle Cam– pane di Corneville. Taluno ha rimproverato al,la dolce sorella d·el Poeta' di .ave•r commesso .ai Tribunali un giudizio d'arte, il quale, nella migliore ipotesi, ne-i ra,pporti di Pa-s,coli era sùperfluo. Astratta-mente il rimprovero può esse·r giusto, in quanto la ma•teria ,d'arte non è bene affi– data a chi la vita ha p,rofes,sionalmente dedi-cato a commentare quelle vecchie carte che sono i Codi-ci; concretamente ' bisog.na, se si ha cuore, comprendere e a-pprezz,are .J.a nobile ingenuità d'una donna, la quale, pokhè ne• vive lontana, cr-ede ancora nel,la, legge e altTo non chi,edeva se non ohe venisse im- lioteca Gino Sia.neo pedita -l'ulteriore di.ffusione, di un.a ridi,cola ingiuria che un peda.g.og- ori-voJ.geva·a un artista. Il senatore si e,ra adira'to pei,chè in una sua Anto– logia il Pascoli si f osse v also di al-cuni -brani di sori.t– tori, che erano già , ap. pa,i,siin una raccolta di lui. In– ,s-omma costui rec\a,rrìava ·un diritto di privativa sulla roba.... d'altri, nella sua qualit à di ,senatore repu– taHdosi in f.acoltà di a-ocender,e i.po-teca, p,er esempio, sulle clegnilà di Giamb.aHista Vi-co. Figurarsi se Pa– scoli, che aveva tanto gusto, aveva bisogno di bat– ,te,re Je traocie di quell',egregio p,rofessore! È doveroso -ri-conosoer-e che, fino alla Cassazione, Maria P.asçoli aveva trovato dei giudici che avevano ca.pita la questione e accolto il modesto desid,erio della ricorrente: canoellarsi cioè' l,e parole o.ffensi've aHa memoria del frafo-llo, Ciò che tutt'altro uomo, che non• foss-e il senato-re di cui sopra, avrebbe fat-to 1 subito sp·ontaneamente, mé-no in omaggio a· P,ascoli, che in <Ì-m,aggio a se ste\Sso. Ma l'Alto Co1,1sesso J;ia vo)uto che quelle parole re– stasse•ro. E restino -pure nei libri d-estinati a.treduca– zione del,la gi·ov-entù. Ciò fino a qu,ando un Ministro dell'Istruzione oon tratto .g,eniale, non sopprimerà nelle scuole l'uso delle Antologie, sopratutto mo– derne, le quali non sembrano proprio f.atte per edu– ca.re il gusto dei gi,ovani. _ Qopodicchè aUa signorina Pascoli non ,r,esta. che pagare le spese del giudizi-o. P.erò, come da tutte l•e disavventure, anche da qu,esta si desume un utile in– segnam,ento. Ed è che i superstiti degli uomini illu– -s•tri debbono sopportar-e .ip,olte ·cose·. Occorre della fil-osofìa. Vedranno questi I supersti•ti molti che ne ,amareggiarono la vita cospargere la memoria di qu,e– gl\nsigni di postumi elogi e in og.ni a,nnive-rsa.rio te– ner pronta upa lacrima; altri inerpi,qarsi ai cipr-essi che ne ombreggiano il sepolcro per ap'J)'ropriarsene una fronda; altri, all'omhr.a di queHe grandi figure, d,eclamandòne dei pezzi, •ce,rcare di rifarsi una ver– ginità: vedrannq fiorire mille f9,rme di sp-ecul,azione contro cui è vano inso,rger-e. Bisogna _.confidare nella difesa d•ell-ecose e in quel ,senso medio d.ell'opj.nione pubbli-ca che rettifi,c.a molte iaberr.azioni e rivede mo.Jti giudizii. I grandi s,piriti non lasciano eredi e' nessuno può pr,esumeil'e di raoco,gli,erne .l'er-edità. L',e,re·dità è rac– coJ.ta da tutti -e cia,sicunodi noi ne po,rta un, frammento nel,l'anima, A questa cosci,enq,,aoollettiv.a,. che non esce dall,e Accademie, nè dai .G.abinetti scientifi,ci, nè d.alle antica.mer-e ministeri-ali, ma che puoi trovare nella •pov-era soli~udine d'uno studi-olo appartato, nell'of– fì-cina,d0;vunque si .pensa e si aspetta un avv-enire più umano: ,a •questa -0oscienza conettiva, il cui amore non è ca\,cola-to, è ·°iffida-tala dif.esa deH-e grandi ani– •me, che, con l'opera e con !',esempio, ],asciarono una tracci.a netraspro• cammino dell'uinanità. Cento magi– strati e •cento pedagoghi non potra'nno cancellare quel·la traccia e, di fronte ad essì, assai meglio- varrà la cosci-enza 'memo-re di un òp-eraio. Rettificare?, Con quakhe documento r-estaurare la verità? Ridurr•e a,! s-il•enziocerta gente impronta?, No. Significherebbe dimi-nui,r-e·quegli alti spiri-ti. Nessun.a dif,esa per ,essi: li difendono l',ope,ra e la vita. Disoe– poli, .interpetri, seguaci, commentatori si esercitino pu·re ,liberamente. È il tormento postumo riserbato agli estinti. Giuseppe' M,azzini, morto ,pov,e,roe solo, avvolto nel plaid di Carlo Cattaneo, f,u glo,ri,fì,c.atoda coloro che

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