Critica Sociale - Anno XXV - n.23 - 1-15 dicembre 1915

354 CRITICA SOCIALE I e di monconi di riforme, lolle al programma so– cialista, e fatte proprie da questo o eia quel par– tilo - che dico partito'? - da questo o quel gruppo, o [raz.ione, o fazione, o conglomerato accidentale e transitorio; da questo o quell'uomo, non leader di partito, ma capo-pattuglia, e, qualchevolla, capo~ banda.... non militare; quella Babilo,ni,a, di buone inl,emioni e di furbeschi alleUamenti; quel pullulare di proposLe e di propositi tronchi, deformi, mo– struosamente .appasticciati; qu,e,l risorgere di coali– zioni di Governo abbraccianti Sonnino e Panlano, Luzz.atti e Sa,c-chi, uominì dell'antica Deslr,a, e ra– cli,cah, e destri del nuovo riformismo, che si videro, o si vagheggiarono, qualche anno. fa. * ** Per' le delLisioni della esperienz.a, e per gli orien– tamenti del Partito socialista, questa fase di con– fusionismo dei partiti sulla base di riforme pratiche - questa rinuncia dell'idealismo_ al realismo - si poLeva sperare. superata. Il conce.tLo che i par-– liti non esistono per capriccio degli uomini; che eS1Sisi alimonta,no e vivono sul terreno degli inte– ressi, da cui fioriscono visibili le idee; che l'abeLe vive sulle Alpi e la palma nelle oasi del deserrto, eppure nessuno sii sogna di dire che ciò è casuale, e che l'abete non è in nulla secondo alla pa.Jn:ia, e, non l,e lascia il mor{opolio.... di· far dei dat:l,eri; tuttociò sembrava in rialzo, con tanto di guacfa– gnalo per La serietà e la chiarezza d'ella nostra vita politica: quando venne La guerra a rì,cancella,r,e, ,con una asserita necessit.à cli una « concordia na– zionale», i ,caratteri dei partiti politici. As'SCrita necessità, dissi, non .perchè non sia da riconoscere opportuna la coneordia : ma perchè essa deve es– sere nell'azione, e non nei princip.i, deve significare abnegazione, e_non dedizione, sacrificio leale, re– ciproco e temporaneo, e non sopraffazione, e sop- . pr essio ne, o Lenitala soppressione, definitiva. O.el resto qui è questione .di nomenclailur.a. Si co nt.in ua a scambiare partito eon setta, prin,cipio politico ,con spiri,to fazioso. Chi grida e sco,n,giura altrui cli rinunciare, sull'ara della patria, aL!e ra– [ioni di partito, int~1Hledir,e, .:tgli i~teressi ,clisèU,'.1··. -I erchè (questo è il grave) quegli vede 1 partiti come sette: p.erchè (questo è il gravissimo), in Italia e a MonlcciLorio, i partiti sono spesso delle sette; ossia, non vi sono i partiti. Vi sono, a volta a volta, degli aggregamenti intorno a queslò o qu,el- 1'« uomo del momento», e contro a questo o quel– l'uom o ehe è passato e si teme ritorni. ·E le bat- 1.ag !ie sono manovre per salvare od abbattere que– :lo, p er risollevare o tener lòn:tano quello. Oggi stesso, in un momento si alto e si tragico, meni.re le maggiori fortune d'Italia sono in gioco, l,ult.cle polemiche e le intimazioni ,e le preoccupa– zioni e le antieipate difese e gli atta,cchi pNwentivi circa l'apertura del- Parlamento, si orientano, in– torno, a questo centro, così piccino e meschino, di una :competizione ministeriale, più assai che eh un dualismo dii programmi. L'assalto alla diligenza, o all,a .automobile blindata che dir si voglia, è, in fondo, ciò ,che attrae l'attenzione del pubblico e alimenta il fervido accanimento dei giornali. Noi socialisti, che, JJer fortuna nostra e per con– corso di ,circostanze. siamo oggi più che mai al cli fuori ,e al disopra di queste miserie, dovremo (io penso) entro i\lontecit.orio recare questa distinzione profonda - cli dizionario e di cose - tre sette e partili. Sì. La setta _elo spirito di fazione, il piccolo coni.ingente appetito e interesse dell'uomo, del grup– po, della « pari.e » bassamente intesa; l'utile pubblico subordinai.o e haralt.a,to al proprio vantaggio e alle proprie ambizioni partie,olari: questo dev'essere l:1scial,o fuori dalla Camera e dalla vii.a politica, BibliotecaGino Bianco sopraltullo oggi pe1·chè c'è la guerra, ma anche <loma•nie sempre, se si vuole rialzare davvero que– sta nostra esistell'La nazionale. Ma i pai,titi, se si– gnifichino fedi, principi, 'ideali, espressione di in– teressi collettivi, sistemazione vasta e durabile di realtà, di fone, di aspirazioni, cli programmi; questi devono viv,ere, rlevono, risorgere, p,er ];1 rinascita della politica italiana <l1domani: e ,possono viv,ere ,e agire e parlare oggi stesso, nel mezzo della guerra, senza pericolo ma anzi con vantaggio d 1 clla. vigoria e delle sorti clel Paese. Dai partiti, che sian degni <li questo nome, non si ha da temeve, eia chi tiene, più o men. legittima e meritala, La po•Lestù e la responsabilità del Go– verno, nè l'imboscata, nè l'assalto proditorio, nè l'ammutinamento• e la riv-0Ita impreveduta o improv– visa, nè tulle le altre brutture che ooscono eia ap– petiti .anelanti e cLa consuetudini ,oscen,e, cli colpi di mano e di speculazioni e manovre tramn!anti la Camera in una Borsa. Tutta questa paura della discussione parlamen– tare, che ci abbassa in conspetto non solo alla li– bera InghilLerra e alla Francia repubbJi.cana, m.'.I alla Russia dello Czar, deriva in fondo, dalLa co– ·scienz.a ,che in Italia 110n v1 sono, veri e alti << par– titi»: quando questa paura (intendo) non vi,enè da coloro - e sono i soli logi,ci - che vorrebbero sO'ppressa La Camera, e livellali i partiti sotto la pialla nazionalista. Ma il più eurioso cli tali dispute è il circolo vi– zioso in cui s'aggirano costoro che vorrebbero chiuso il Parlamento sine die, in p,ena della- sua indegnità, e in nome della concordia· ·nazionale. Sono i mP-– desimi ch,e vorrebbero vietare ai socialisti di essere e di dirsi tali: che vorrebbero confiscati i cervelli 1e abolite le libertà di opinione.civca la guerra e J,1 p.a-ce, l'intervento e la n,eutralit.à: che prete\1dono dai socialisti, perchè c'è la g ue,rra, le mamf,esta– zioni dinastiche, e si prosle.rn ,ano·, per conto l·. 1'u, in buffe riverie.nze da lacchè i mprovvisali e maldc- 1Stri, a poteri e aid autorità e ad uomini fino ,a je,ri sprezzali e derisi ed offesi con in.utile e i·ncivile violenza. · Son costoro che im.eiscono con. fieri sdegni ed accenti eonlr6 La decadenza parlamentare, eontro il basso costume che s'usa chi,amare, per anlono-. masia, giolittiano. E in che consiste ,esso,•e da che nasce essa, al poslullo, se non dalla mancanza di Carattere, in uomini e in partiti; se non da quello che una volt.a, (molt'anni prima.... cli Giolitti) si chiamava trasformismo, e che sta in ciò, che partiti e uomini si .adattano, si travisano, si piegano, si conf.ondon.o, rinunciano alle proprie ideie e· .ai pro– pri programmi e a,cc ettano o ruban.o o subiscono quelli deg!,i altri, p.er opportunismo,, per intevesse, per paur.a? Fanno ciò, insomma, che, per l'appunto dai livrag.ato:i pr~v.ent~vi della discu,ssi_on,e parla-:– mentare e def p.artlll, Sl pretende oggi, m nome, d1 un.a forma di concordia nazionale, che sarebbe La menzo9,·,na, e la declizione di ciò che non si deve dare, anzi'chè il sa,crifìcio di ciò che si può dare, per le comuni fortune. Recenti episodi suggeriscono queste melanconi– che meditazioni sul caratLere, virtù è forza di in– dividui e di nazi,oni: forza vera, genuina, durevole, come tutte le eose in cm l'.accortezz.a coincide con la onestà. Chi vive alla giornata, può far con ri– pieghi e piccoli imbrogli; ma chi . guarda lontano e vuol reggersi a lungo, ha in:teresse a essere ga- lantuomo. , Ora l'Italia d'oggi, 1a rinnovata Italia, queLla

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