Critica Sociale - Anno XXV - n. 13 - 1-15 luglio 1915

Critica Sociale fi/VIST .Il Qll/NJJ/CIN.IILE DEL S<JCl.llllSM<J Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 1.0 - Semestre L. 5,50 DIREZIONE:Milario - Portici Galleria,23 - AMMINISTRAZIONE·Via S. Damiano, 16 - Milano AnnoXXV - N. 1.3 Il Numero separato Cent. 40 Milano,1°-15 luglio1915 SOMMARIO Politica ed Attualità. Pe,· teue,· Slt. "it morale~ (CLAUDIO TREYES). Chi vi11Ce1'à? (FRANCESCO CICCOTTI). . Chiacchle,·e esti'Ve: Intorno alle cose det P,1rlilo ( Pror. GIOVANNI ZIBORDI) - Postillo (c. t.) NeWoggi e 11el do111a11i (Prof. ANTONIO GRAZIADEI). Studi economici e sociologici. lllt1dusll"la e la g..er.-a (Prof. RU'FAELE PIRRO). Le staNstiche della guel'ra: La dist1·lb11zlo11edelle ll11g11e 11el!' Austria; Il costo della gue,-ra 111 un anno; n ba,·at,·o f111a11zlario (STICUS), Filosofia, Letteratura e Fatti sociali. Proposta, pel' amor di patria (MARCO RAMP.ERTI). Fra Ubr! e R-lviste: Per lii nazlonallzzazione degll armamenti (e. 111.). - Politloa e Finanza locale (Il lapis ,·osso). Per tener su "il morale,, Gli uomini finiscono sempre per amare la causa dei loro gra.ncli dolori. Poichè soffrire è il più alto segno della pèrsona umana anch,e la ragion del so-f– frire diventa ca-ra all'uomo. Non cercate aHrove rl perchè ·qucsla guerra esecrala è pur tanto amata; e più dura, più si spoglia della fanLasia dei suoi Lerrori e r-esla ignuda impi.etrala nel marmo della volontà del dolore e della morte. Tutlte le voci auspicanti la pace sembrano ronzii tediosi di cicale umanitarie. Le genti non vogliono vivere, vogliono vine-ere. E perchè tutto il loro spirito è proteso a ciò, l'invocazione della pace pare un ignobile se– gno di debolezza, e aizw le furie del nemico che si crede più presso alla mèla. Ecco perchè la di– chiarazione cli Haa&e, Kautsky e Bernstein prima, la dìchiarazione poi per la pace. della Direzione del Partito socialista germanico che, quella rimprove– rando, c1uella confermava, non trova-rono felioe ac– cocrlienza nè in patria, nè all'estero; in patria fu definita a un dipresso come un tradimento; all'e– stero, come una resa della Germania, e, quindi, co– me il s,e~no più s_icuro che_si cl<?veva tener_ duro. Non chtc che ciò_è puerile, ciò è semplicemente appassionato. I giornali italiani democratici, come se ciascuno avesse in r-edazione il genio familiare di ciascun socialista ted-esco, assicurarono che i so– cialis,ti tedeschi, con la loro mossa, erano più d'ac– cordo con Guglielmo U che il giorno 4 agosto, c1uando votavano i crediti di guerra! La Germania è agli estremi e i soc~listi · tedeschi lavorano per la sua salvezza, tendendo àll'Europa il ·tranel1o della pace, secondo lo status quo. In verità - ed è il torto dei· socialisti tedeschi - essi non. parlano delle condizioni della pace. Ma, in verità, !'-occa– sione della loro manifestazione è pure la discus– sione aperta dai partiti oonservatori e militaristi sulla convenie111,a dell'anne.'?sione del Bel~io alla ibl'ioteca Gino Bianco Genna-uia; contro il quale proposito il Partito so– cialista tedesco si schiera in opposizione risoluta. Senonchè della scarsa fede che viene loro pre– stata i socialisti tedeschi non hanno diritto cli la– gnarsi, aY-endo essi peì· tanto tempo alimentato dentro di sè quello slesso stato di spirito appas– sionatament"' belligero che non sa neppur ricono-· soerc la buona fede ali.a 1-o·ro• protesta. Allorchè si è una volta abdicalo allt1 propria ragione di vita, è così difficile rimpossessars,ene! Nessuno è più pa– drone dell'incBnclio che ha appiccato; cd è questa grave ragione per cui si deve resistere alla sugge– s.tione cli appiccar incenclì, fosse pure coll'intenzio– ne più democratica e fìl.antropica del mondo. L'in– ccnd-io, una volta scoppiato,. si svolge con legge pro– pria, e con propria legge si svolge la guerra. Essa divinizia tutte le energie protese nello sforzo. I doJ.ori e gli orrori sono incitamento poderoso a .insistere, ravvisando ognuno che il dolore e l'or– rore più gmnde sarebbe se quei tenori e quei do- lori fossero stati pe1' nulla. . . . Ed ,eoco -l'avidità della villoria, non della pace. Tuili i belligeranti sogliono ripudi.are la inv,oca– zione della pace. Ognuno di essi che la propone appare un debole, un vinto .. Addosso, .addosso a lui! Guai .al vinto! La pròposta della pace non può esser-e che opera dei neutri·.. E sarà, in-eluttabil– menLc, pe.r loro, quasi esclusivo vantaggio all'ora fatale, al momento che si chi.ama psicologico. Ma i belligeranti nè invocar la pace nè prefiggere con– dizioni alla .pace possono. Essi non possono che invocar commilitoni; nuo-v-eleve e l'estendersi del conflitto magnifico ed -orrendo. nesistono - -,-- le Potenze balcaniche: la Romania, che ha Lanto grano da vendere prima, e poi ha da risolvere il terribile quesito se, per quanto essa si allarghi, l,e giovi o 'le noccia più l'avanzarsi della Russia o l'emanci– pazione di un milione e mezzo di frat,elli gementi s@Lto il giogo cli Austria; la Grecia, che si chiede, per· la bocca clell'enimmatico trionfatore Venizelos, se l'occasione sua non è già passala, e se J,e ces– sioni che dovrebbe· cominciai,e col fare alla Bulg'.a- 1,ia non formano- una perdita troppo sicura in con– fronto dei guadagni tro•ppo problematici dell'inter– vento - mentre Serbia ,e Montenegro si affrettano già a spartire le spoglie dell'Albania, con rispetto così moderato verso l'Italia .... ; la Bulgaria, che ha .ancora la bocca amara del dimani delle grancli eb– brezze b,elligere, quando, la. fortuna tradisce l'eroi– smo e gli ingan!}i cadono come le foglie dai rami • in auLunno e i morti gridano dalle to~e: Ah! non per questo!, e i vivi si chiedono : <<° Rassegna– zione- o rappresaglia? - Per chi? Con chi? Contro chi? -· L'Europa è un postribolo. Le g1'ancli Po– tenze ne s,ono- l'omamento »., Quando sarà chiuso il periodo delle incertezze, se avverrà che le spire della guerra abbiano attirai.o n,el vortice le giovani

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