Critica Sociale - Anno XXV - n. 12 - 16-30 giugno 1915

ClUTICA SOCIALE 185 antiche funzioni demografiche, igieniche, sanitarie, fiscali, amministrative,' burocratiche, alle moderne, più vaste e complesse funzioni sociali con le quali il Comune nuovo si fa gradualmente organizzatore del mercato del lavoro e re!.<olatore del mercato dei consumi sottraendo l'uno e l'altro - nell'inte·resse generale - all'eccessività dell'attuale speculazione .e dell'attuale anarchia? Ebbene: noi non vogliamo nè esaltarci con sover– chie illusioni, nè umiliarci con non. giustificati p,e&– simismi. Questa che noi viviamo è l'ora tragica dei più acuti contrasti. !\lenire l'uragano di ferro e cli fuoco che ci romba d'attorno sembra quasi voler stroncare nel nostro Paese quel po' che in esso è stato faticosamente creato per la pa-ce e la civiltà del lavoro dai pochi volonterosi; proprio in questo momento più fervida e più tenace si appalesa l'attività di questi ultimi, più ferma la loro fede che - devasti o no l'ura– gano bellico le loro fatiche -- sarà poi una ripresa più intensa, più febbrilmente appassionata delle opere pie del lavoro, quasi per una sacra ripara– zion-e agli .orrori della violenza belluina. Così il Consiglio Superiore del Lavoro e quello ' della Previdenza giammai come nei recentissimi giorni di febbrile vigilia di guerra posero tanta at– tenzione sul problema della disoccupazione in ge– nere e su quello dell'organizzazione del Colloca– mento in ispecie, quasi tradendo la preoccupazione e· il rincrescimento di non aver già pronte - in quest'ora buia della Storia - quelle provvidenze sociali che sole avrebbero potut-0 darci, al bisogno, ciò che certi Comitati cli improvvisata preparazione civile si illudono di poter dare oggi. al Paese. Provvediamo per ora eper quando siristabilirà l' mpero del diritto. Il presidente della « Sezione italiana clell'Associa– zione internazional§ per la lotta contro la disoccu– pazione» -:- on. prof. Luigi Rossi - nella prefa– zione ad una pubblicazione di questa Sezione in memoria d:el nostro grande morto Giovanni Monte– martini, scriveva: « Nè ci ha distolto da questa pubblicazione il momento politico presente, così grave ed eccezio– nale. Finchè i popoli d'Europa si riversano in armi gli uni contro gli altri trascinando in un vortice di violenza disordinata ogni molo normale di civiltà, parrà ironia ric~iamare l'attenz-ion.e del pubblic? _su {fUesti argomenti, che presuppongono tranqwlhtà {l'animo negli individui e mutua benevolenza negli Stati. Ma invece è pure necessario, giacchè tutto pericola, non disperdere il lavoro compiuto per il bene sociale ed assodarlo per il tempo in cui, ces– sato il dominio della forza, si ristabilirà l'impero del cliritto e dell'equità. Le disastrose conseguenze della guerra renderanno anzi sempre più importante lo studio della disoccupazione, quando la ri-cchezza diminuita, il movimento industriale sfibrato, il pau– perismo aumentato, gli _scambi disorrranizzati, avran– no prostrato la pubblica economia. Allora ~nc_he {Juest'oper.a nostra potrà modestamen-te contr1bu1re alla risolm.ione del grave problema e allo studio <lei neoessa rl rimedi ».· Pienament,e d'accordo col nostro valoroso presi– <lent,e,e convinti che, tanto pe'r rimediare all'eccesso della mano d'opera - che si verifica normalmente nel nostro paese per l'alta densità della popolazione in confronto• a,lLaricchezza nazionale - quanto per supplire alla. defìcenza di essa che la mobilitazio11e avr-ebbe creata di colpo, umesse organizzare sopra tutto il collocamento locale e interlocale industriale ed agricolo, avanzammo al Comitato della Sezione Italiana la proposta dell'intesa fra gli Uffici locali del Lavoro. ibijotecaGino Bianco Già il ·direttore generale delLa Statistica e del Lavoro' av,eva posto in evidenza la necessità di co– noscere l'azione degli Uffici locali in una circolare 19 febbraio 1915 ai Prefetti del Regno nella quale - chiedendo informazioni al riguardo - comuni-cava che il :Ministero cli A. I. e C. « intende ra,ccoglier,e in una pubblicazione gli Statuti e i Regolamenti degli Uffici locali del Lavoro, nonchè dare notizie, per quanto è possibile ampie, sulla loro attività e sul loro funzionamento» (1). Il 26 aprile a Milano, la Sezione italiana della « Associazione internazionale per la lotta contro la disoccupazione», facendo,si iniziatrioo del Convegno per !'in-tesa fra gli Uffici locali del lavoro, iniziava il còmpito utilissimo di trarre da essi il massimo contributo possibile di attività. di ricerche, di pro– paganda. E nessun'altra istituzione avrebbe potuto pren– dere più a proposito e ,con maggior autorità tale iniziativa, poiché, senza -dubbio, i modi e i mezzi razionali rivolti a combattere la disoccupazione co– stituiscono la parte più considerevole ed essenziale di una avv,eduta politi-ca di lavoro. Gli Uffici partecipanti al Convegno avrebbero clo– vuto impegnarsi all'attuazione del se1<uenteprogram– ma comune: 1 ° creare ciascuno il proprio Ufficio paritario' di Collocamento e f eclerare in esso - come Sezioni specializzale - gli Uf[ici di classe che già esistes- · sero o si costituissero sul luogo; e allacciare rela– zioni continue con gli altri Uffici per· iniziare il col– locamento interlocale; 2° compiere rilevazioni metodiche, nelle stesse epoche e con identici questionari - le une e gli altri stabiliti dall'Ufficio governativo clel Lavoro - sul fenomeno della disoccupazione e sulle altre con– dizioni clel mercato del lavoro estenclenclole, nel caso cli Uf[ici municipali, agli altri Comuni della pro– vincia; 3° promuovere, col concorso dello Stato e degli Enti locali, la costituzione . cli Casse comunali o intercomunali di assicurazione contro la disoccu– pazione involontaria da federarsi poi in un organi– smo unico, nazionale, per la riassicurazione; 4. 0 stimolare le proprie flmminislrazioni comu– nali e provinciali acl eseguire i lavori pubblici e ad appaltare le forniture - sempre che sia conciliabile con le necessità tecniche - nei periodi cli morta stagione o di crisi, e premere sulle Amministrazioni locali dello Stato perchè si rivolgano agli U[fici municipali di collocamento per lutti i loro bisogni cli mano d'opera; 5° sorvegliare - a mezzo degli Ispettori comu– nali o provinciali del Lavoro e clei vigili urbani - perchè siano seriamente osservate le leggi sociali specie in quanto hanno riferimento all'occupazione clel massimo ,.wmero cli lavoratori, e tutelare gli in– [ortunali nélle liquidazioni delle indennità per sot– trarli cla un lato alla speculazione cli patroni troppo interessali e dall'altro per non lasciarli indi[ esi di fronte a certe Società cli assicurazione tutt'altro che eque; 6° consigliare e aiutare gli emiaranti nelle pra– tiche necessarie pà il loro esodo quando questo - riaperte le frontiere - riprenderà; nella stipu– lazione clei contralti cli lavoro; nel ricuoero clei sa– lari o delle indennità di infortuni présso Ditte o Assicurazioni estere; nonchè f ornenclo ai partenti tulle le informazioni circa i luoghi ove si recano, i rapporti sindacali esistenti fra quei lavoratori, le condizioni economiche e politiche dei luoghi e così via: (1) Rolle/11110 q11lndlcl11ale de! Lavoro, 1° marzo 1915.

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