Critica Sociale - Anno XXV - n. 12 - 16-30 giugno 1915

184 ClUTICA SOCIALE s,i sospcll.a neppure che lo sviluppo d_ell'economia capitalistica, anche alle porte _dell·Onen\e, .possa a1·cre sovrapposto nuovi rapp~rti - e, ~1u111d1, sen~ sibilità nuove - a quelli dei problenu naz10nah, sino a renderne scialbe le tracce. In Bulaaria, in Rumenia, in Grecia vi sono oggi ccrlamcnte forti partiti intervent.isti, e sono detti e considerali « democratici », appunto pe,rchè sono re– clutali in celi non direttamene interessati alla solu– zione capilalislica dei problemi baie.anici e, quindi, corrivi tl soluzioni sentimentali, sullo schema del principio di nazionalità. In quei t.l'e paesi gli in– terrnnt.istii sono gl'impiegati, buona parte dei profes– sionis•ti liberi e i gruppi operai, i quali recano nella· loro non-coscienza di classe gli elementi uel loro clisinLeressaLo•idealismo, della loro umana sim- patia per 1-cliberazioni nazionali. . . . l'onlro quesle eterogenee_ masse 11~terventis(e ri– mane saldo, in Bulgana e 111Rumema, 11cos1cletto pa,rlilo « agrario » - il pai:tito de! J)Osses~o e del lavoro fondiario rurale - e 111Grecia il partito com– merciale, che fu per poco, durante le guerre balca~ nich-e soverchiato dal partii.o militare. Questi part1t1 rapp/csentano la coscienza capitalistica . n-ei loro paesi: cd essi_, padron.i. ciel Governo, s1 sfor~ano di volcr,crne 0·!1 strumenti alla tutela dei lo·ro-.111te– ressi. 'E· - bisogna capirlo una volta per sempre - non vi è più alcuna coin,cidenza, neppure nene frontiere, fra la politic.a di nazionalità e quella bor– ghese. FRANCESCO C1CCOTTJ. LAGUERRA ALLA IllSOGGUPAZIONE Il compito delle Provincie e dei Comuni. L'assemblea della Sezione italiana dell'« Associa– zione internazionale per la lotta contro la disoccu– pazione», riunita in Milano il 26 aprile, accoglieva la proposta, avanzala dal nostro amico e collab_o: ralore Gino Baglioni, cli im Convegno degli Uffici locali del Lavoro per stabilire i punii essenziali di un loro programma unico d'azione e per coordi– nare l'opera e incliri:zarla, con unicitèt d'intenti e cli melocli, ad una più efficace politica locale clel /cu;oro. E stabiliva cli indire il Convegno degli Uffici lo– cali del Lavoro - nel quale il Baglioni avrebbe riferito per la parte ge11erale - nella prima quin– dicina cli maggio, in una cillèt dell'Italia Centrale, quasi certamente Firen::e. , !Hai primi del maggio aulenle portarono la guerra e rimandarono, di conseguenza, le questioni della pace, clel lavoro, della civillèt. Fino _a qua!1clo? . Noi crediamo per poco tempo. Gli scopi che si pre[igr;eva il Convegno cli Firenze, se erano consi– yliali clai bisogni nomwli della vita economica, ver– T'Ctnno · ben piiL vigorosamente imposti dalle neces– sità ll'avolgenti della guerra. fl che cosa mil'Ctnoin e[tetto i cosidetli « Comitali di preparazione civile >> nella loro a::ione cli ricerca e di collocamento della mano cl'opera resa scarsa dalla mobilitazione, se non a rimediare - molto a[fre/latamente e con poca allitudine e tecnicità - a/la mancan:a di Uffici per la mediazione del lavoro ind1tslriale e pér il collocamento agricolo interlocale e interregionale? Probabilmente - chiusa la prima fase della no– stra entrala in guerra - sarà indispensabile il Con– veg110degli Vffici locali del Lavoro, così come, nel febbraio scorso, si riunirono a Berlino le Federa– zioni e i Sindacati tedeschi secondo è eletto nelle BibliotecaGino Bianco pagine che seguono. J\la se anche così non fosse - e sarebbe male - uyualmenle oppol'luna ci sem– bra la pubblicazione cli questo sluclio clel Bµglioni in cui si pongono i problemi più alti che dovranno essere immediatamente risolti nell'interesse gene– rale appena spunteranno giorni migliori. «Mentre noi facemmo la guerra - ha cantato un poeta france– se - il sole ha fatto la primavera>>: ebbene, mentre passa il turbine cli ferro, cli fuoco, cli qcli, preparia– mo le buone sementi per le opere sante del lavoro che germoglieranno non appena splenderà radiosa la pace, e la guerra non sal'<Ìpiù presente f uorchè nei lutti, nelle sciagure, nelle miserie che avrà se– minati e che dovremo lenire. LA c. s. Anche da noi, finalmente - a somiglianza cli quanto si pratica all'estero da una ventici.nquina cli ·anni a questa parte - sembrava incominciassero ad attecchire i primi germi vitali cli una politica locale del lavoro, quando è scoppiata la guerra. Il fenomeno si era accentuato ed aveva preso ri– salt.o specialmente dopo le ultime elezioni generali amministrative. Sta il faUo eh<: attualmente in Italia si hanno una trentina fra Uffici municipali, m.anda– mentali e provii:ciali ciel Lavoro e che quasi .altret– tanti ve ne sono in gestazione (1). Se ciò sia poco o tanto non è possibile dire ora: occorrerà attendere - per dare un giudizio su gli Uffici sorti e su quelli che stanno sorgendo - la loro pr ova cli più anni, quando cioè se ne potranno valut.ai ,e i primi frulli e sarà possibile vagliare la messe c ieli-e loro ricerche e delle loro osservazioni. Ma intanto questa larga fioritura di istituti intesi localmente a forzare i limiti troppo angusti del Co– mune per aprirlo alle nuove correnti della vita e adattarlo nlle urgenti necessità moderne della civillà industriale - la quale, nel suo divenire, cerca sma– niosa un assetto più conforme e t,enta con insoffe– renza le vie di una sua più razionale organizzazione - questo rampollare, un po' da per tutto, di org-a– nismi rivolti all'osservazione cli più gravi problemi sociali che somn'luovono l'attuale impalcatura eco– nomica, ha un'indubbia importanza sintomatica: in– dica che al fachirismo accidioso, alla negazione apa– tica e snervante, alla beata ignoranza crassa qualche cosa sottentra che si agita, fruga, ricerca, invest.iira, vuol fare, vuol" giovare, vuol migliorare. Certo ci sono degli interrogativi. Questo qualche cosa - ad esempio - rimarrà esso, dopo i primi sterili conati, un pio desiderio e un umiliante ri– cordo o saprà tenacemente affermarsi ciancio forma e sostanza a opére utili e durevoli? Onesto andazzo è forse mai creato dalla moda volubile e capricciosa come il figurino cl1e ci vien dal di fuori, o non rappresenta piuttosto una prima affermazione - ancora indistinta e incoordinata - di necessità economiche e tecniche che si sono an– dai-e maturando quasi inavvertitamente intorno a noi? Questi Uffici che si intitolano al Lav·oro - eh~ col Sole è la più grande ed eccelsa sorgente d1 vita - sono ess.i una creazione artificiale, una tra– piantazione infeconda di virgulti esotici o non rive– lano il fatale allargarsi dell'attività comunale dalle (I) Per quel che_cl resulta si hnnno Assessorati od Uffici munlol• pali del Lavoro ad Arezzo, Asti, Brescia, Bergamo, Busto Arslzlo, casale l\Ionferrato, Como, Genova, Firenze, Milano, Mantova, Napoli, Pisa, Reggiolo, Samplerdarena, Sanremo, Sesto S. Giovanni, Verona, Vercelli, Vicenza, oltre al due Uffici pro•lnclall del Lavoro di Udine e di Catania e al due Uffici mandamentali di Pordenone e di Tol– mezzo. SI stanno poi costituendo altri Uffici del Lavoro - stando alle Informazioni ricevute - ad Andria, Bari, Bitonto, Bologna, Castel San GloTannl, Catanzaro, Crema, Este, Lendinara, ll'odena, Pavia, Roma, TJ..-011, Tre..-Jso e Voghera.

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