Critica Sociale - Anno XXV - n. 12 - 16-30 giugno 1915

CTUTICA SOCIALE 183 e tutti i_giornali pi 13ukarest - compl'esi gl'inter– ventisti - l.rov.ano giuste tali considerazioni. - Noi abbiamo certamente interesse a riunire .alla nostra patria le zone rumen,e della Transilvania e della Bucovina soggette all'Impero cl'Absburgo; ma abbi.amo un interesse anche maggiore a riunir-e alla patria la Bessarabia soggetta alla Russia e che è tutta rumena. Inoltre, non possiamo certo aiutare a vincere la Russi.a, che dalla vittoria trarrebbe il dominio di Costantinopoli e degli Str-elti, cl1iuden– doci le vie della nostra espo•rtazion,e gcanana così invisa ai nostri concorrenti russi e rendendoci tri– butari di pedaggi negli Stretti stessi; nè possiamo. aiutare la Serbia a conseguire ·una vitto,ria, che essa convertirebbe nell'acquisto a dannò nostro delle zone m,eridionali del Comitato di Tem,esvar, in Ungheria. Prima di tutt.o - precisa perentoriamente Carp - occorre che la Russia ci restituisca la Bessarnbia e si impegni alla internazionalizzazione di Coslan-. tinopoli e degli Stretti, e la Sèrbia rinunzii al Co– mitato di T,emesv ar, riconoscendone a noi il pos– sesso delle zo.ne meridionali e orientali abitate cl.a rumeni. Frattanto, divergenze dello stesso genere insor- . uono o si prolungano· fra Serbia e Bulgaria, fra Grecia ,e Bulgaria, fra Bulgaria e Rumenia. La ba~ bele balcanica è completa, oggi più che mai, og~1 che, secondo la diplomazia europea, la B.alkama dovrebbe rovesciarsi compatta come un monolito sull'Austria usurpatrice e sbranarla in ogni memhro. E la cosa più mirabile, ch'io credo non siasi mai verificala nella storia, è qu,esta: - Che varii popoli, proprio nel momento nel quale trattano per allearsi fra loro, constatano che dovrebbero, invece, fra loro azzuffarsi; e che vi ha luogo ad una rivendicazion_e irredentista fra loro, prima di far convergere i ri– spettivi irredentismi sul comune usurpatore. Nel no– me dello stesso sacro principio di nazionalità, in forza del quale reclama restituzioni territoriali dalla Russia e dall'Austria-Ungheria, la Rumenia si sente chiedere dalla Bulgaria la Dobrugia; mentre invo– cano le « loro terre » in nome ciel diritto• naturale e del diritto storico, Ia Grecia dalla, Turchia, la Ser– bia dall'Austria, I.a Bulgaria, in nome dello stesso diritto, domanda loro la restituzione della dilaniata Macedo1iia. E ciascuno è altrettanto pronto a chie– dere il proprio ed a ricusare l'altrui! L-0ndra e Parigi, dopo avere gridato per ·nove_mesi a tutto il mondo che la loro è la « guerra hbera– trice », la crociata delle nazionalità contro il .ten– tone oppressore, sono obbligate a risponder-e ai re– clami nazionalisti della Rumenia: - Di restituzione cl-ella Bessarabia non vi è luorrn a discutere nep– pure! - E s ono, obbligate a nicchiare di fronte alla Bulgaria, ch, e.re- clama l'annessione della sua Mace– do•ni.a ed a pregare la stessa Serbi.a di limitare la ricognizi.one delle affinità slave entro i limiti se– g:nati dalla diplomazia, anzichè in quelli incisi dalla natura e c1alla s-tori.a .... In verità, non vi è più .bisogno di -attendere il Congresso della Pace, I.a fine della guerra, per ri– tenere ancora una volta provato dai fatti che la borghesia è organicamente incapace a determina;re una sistemazione internazionale sulla base del prin– cipio di nazionalità. Gl'interessi della espansione ca– pitalistica e le esigenze di carattere militare cancel– -zano sotto le / rontiere nuove - quelle economiche e quèlle strategiche - le frontiere antiche: quelle della natura e della tradìzione. *** Appunto perchè la boig~~sia, do_veh_d~ obbedire alle esigenze della sua pohhca cap1tahst1ca, è im- it>liptecaGino Bianco potente a gerire, con la spada o i trattati nel pu– gno, un.a politica delle nazionalità, essa ved,e o•ra ro-vesciarsi nelle mani e diventare bruciante il prn– blema dei Dardanelli. Questa impresa fu iniziala, secondo le confessioni un po-' tardive ma sempre ammonitrici degli unioni– soli inglesi, un po' per aocontentare la Russi.a, ane– lante alla sua evasione dal domicilio coatto del Mar J\iero; ma sopratutto - sono le parole di lord Lanclowsn:e - « per snidare i paesi balrcanici dalla lo,ro neutralità, come si fa con le volpi affumicando loro la: tana ». ' Ecco un'altra gal[e della diplomazia europea! I.o credo che questa, or.a, sarebbe felice, se potes&e, di revocare I.a impresa dei Dardanelli, la quale ha avuto un e[telto · precisamente opposto allo scopo che la determinò. · L'impresa dei Dardanelli, per ciò che essa signi– fica secondo Greci, Bulgari e Rumeni - cioè_il do– mini.o russo su Costantinopoli e s_ugli Stretti - è oggi il maggior motivo di resistenza per la neu– tralità greca, rumena e bulgara. Questa impresa inutilmente ha profilato sull'orizzonte nuove esch,e t,erritoriali per'la Grecia, la Rumenia e la Bulgari.a, nello sfondo della spartizione dell'Imp,ero ottomano. Accanto a questi adescamen(i, Greci, Rumeni e Bul– g.ari vedono la minaccia per gli interessi dominanti nei loro· pa,e-s.i:per quelli, cioè, delle loro intraprese industriali e commerciali. Fino a quando la Turchia r.imanev.a politicamente padron.a degli Stretti e la Russia ,era confinata nel Mar Nero, tutti i vantaggi d,i questa scorciatoia commeflciale fra l'Oriente e l'Occidente, costituita dai Dardanelli, rimanevano assicurati in realtà, in. vario grado, agli esportatori di grano della Rumeni.a, ai navi1rntori della. Grecia ed ai tr.afflcant.i della Bulgaria. Il grano rumeno, sui m,er-catieuropei, avev.a, in concorrenza con quel,Jo russo, il vantaggio cLella · differenza dei noli che è fra Cost.anza-Dedeag.at,ch-Coslantinopoli-i\ilarsiglia e Odessa-Costant.inopoli-\farsiglia. Gli scali preferiti dei paesi balcani.ci per le im– p:ort.azioni per. l'Oriente e per le esportaz1om per l'Europa erano. nelle mani deHa Grecia, ed erano oTeche anche le Iine,e di navigazione di raccordo fra il Mar Nero, i Dardanelli e gli altri pori.i cieli'Asi.a Minore. La Bulgari.a, poi, dopo la seconda guerra balcanica, col porto di Decl·eag.acht, aveva anch'essa attuato·, si:a purè solo in par~e, la sua aspirazion,e di un approdo diretlo• per le su,e importazioni ?i materie prime necessarie allo sviluppo della propria agricoltura. • Il programma di sp~rtizione d~Il'lmpero_ 0Uo11:an? implicava, per Bulgaria, Rumeni.a e Grecia, princi– palmente il possesso politico, oltreché commerciale, delle porte turche cli accesso dall'Oriente all'Occi– dent,e, la conquista di questi ponti di pedaggio. fra i due continenti. Rispetto a questi vantaggi econo– mici, quelli di natura tèrritoriaJ.e erano, second.arii agli occhi dei rappres,entanli l'industria e il commer- cio in questi tre paesi: , Ora, fa spartizione dell'Impero ottomano fatta dalla Russia è la negazione in termini di queste aspirazioni balcaniche : è il sacrificio- inevitabile delle vedute ·capitalistiche della Grecia, della Bulga– ria e della Rumenia. l~ perfettamente conforme alla tradizione di stupidità della stampa europe.a la me– ravigli.a che questa affetta di front-e ali.a insensibilità dei tre paesi balcanici per i\ bott.in_o, ter'.ito·riale, che si offre loro - a sp,ese dei turclu _:_ m compenso del loro intervento contro Germania ed Austria. I o·iornalisti europei scrivono, come i diplomatici della stessa risma pensano, in conf o-rmità dello sche– ma politicante borghe~e, secondo il quale u_nr:iopolo non esita a muove,!'e m guerra appena gh s1 o.ffre il destro cli risolvere i suoi problemi nazionali. Non

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