Critica Sociale - Anno XXV - n. 12 - 16-30 giugno 1915
182 SH.ITICA SOCIAL'E « Chi sono coloro che fanno le guerre? La risposi.a cercatela too gli uomini che hanno così a lungo g,ioca.to con le vite umame come fossero pedine in un giuoco di sc&ochi, e che si sono talmente nutriti di formule dJplomait.iche da smarrire la coscienza della terribi'1e r,eailtà con la quale si trastulllano »! G. BossoN1. Il conflitto fra il principio d nazionalità e gli obiettivi delcapitai ismo F. Engels nella famosa .prefazione alle Lotte di classe in Francia di C. Marx spiega come la bor– ghesia abbia l'abitudine di mascherare con la mise en scène della sua politica e della sua diplomazia i motivi reali dei suoi movimenti e i congegni pro– duttivi della sua storia. Forse, sarebbe più esatto dire che la borghesia, proprio quando, mette a soq– quadu·o il mondo, non capisce nulla cli se stessa e delle cause 1,eali e determinanti della sua azione convulsiva. Io credo che una prova palmare di questa affer– mazione possa agevolmente racoogliersi da ciò che in questi giorni va a,ccadenclo nei Balcani e dai biz– zarri malintesi nei quali la diplomazia e· la stampa europea si ostinano, seguend-o e commentando la po!itJca di taluni paesi balcanici. Secondo · questi giornali, visibilmente orientati dalle « larghe vedute» della diplomazia dei rispettivi paesi, ciò che av– viene in Bulgaria, in Rumeni.a e in Grecia si spiega con l'altalena delle influenze della Triplice Intesa e della duplice austro-tedesca. La lotta è fra due simpatie, non fra due grandi categorie d'interessi: lutto si riduce ad' una giostra d'intrighi, di cospira– zioni, cli pressioni, cli allettamenti e cli minacce fra russofili e austrofili, ·e non si sospetta neppure lon– tanamente gli uni e gli altri possano essere solo le maschere cli un dramma dissimulato, gli stru– menti cli un profondo dissidio di interess.i, che ri– guarda assai più la vita interna dei paesi balcaniei e molto ma molto meno gli a[letti di questi paesi possano ospitare nei propri cuori per l'uno o per l'altro dei gruppi belligeranti. Per mettere in evidenza questa singolare disorien– tazione della diplomazia e della stampa europea, basterà elenca,re le smentite inflitte dagli avveni– ment~ balcanici, in questi ultimi <lieti mesi, alle as– sicurazioni dei diplomatici e aHe profezie dei gior– nali. Era sco•ppiata la grande g-uerra eur-opea eia poche sett.imane, allorchè si assicurò, a Lond11a, a Parigi e a Piet.rogrado - anche in vi.a ufficiosa - che la Grecia si accingeva ad int.ervenire nell'immane con– flitto, sia per aiutare la Serbia, sia per collocare le sue ipote.che sulla futuro e inevitabile spartizione· dell'Impero ottomano. Non era più che naturale che la Grecia delirasse cli amori solidali per la Serbia e che riprendesse contro Costantino•poli la marcia · liberatrice, irredentista, tante volte interrotta sul più bello o sul più brutto - a Missolungi, ~ Pa– trasso, a Salonicco - nel corso del secolo XIX? Una Grecia solidale con la Serbia e irreconciliabile con la Turchia - ecco uno schema conforme alla tradizione e alla letteratura ellenica, tagliato, cioè, su quegli elementi di giudizio - o di pregiudizio - che di solito fuorviano dai contatti con la realtà la diplomazia e la stampa borghese. :Ma la Grecia impiega nove mesi a meditare sulle esigenze della sua tradizione e della sua letteratura, e a capo di questo periodo .... ginecologico di gesta- Bib1101eca \.jino 1:51a zione dei suoi deliberati. trova che i suoi interessi fanno a pugni persino con la sua tradizione e manda Venizelos a gambe all'aria. · Allora la stampa grida, all'unanimità, per rifarsi in qualche modo del disinganno patito: - Venize– los rovesciato? È per pochi giorni, vedrete .... Una riv,oluzione antidinastica lo reintegrerà come un tr10nfatore al potere ed egli muoverà in armi ac– canto al!.a Serbia contro l'Austria e la Turchia,. perchè « il popolo lo vuole » e i tedescofili, in Gre– cia, sono influenti solo a Corte. Ma il popolo ir1:eco non solo non ha fatto la rivoluzione; pure nutrendo sentimenti di viva am– mirazione per Venizelos, lo ha lasciato e quasi di– menticato nell'esilio volontario; e, pochi giorni or sono, un giornale ufficioso spargeva sulle rovine delle profezie europee il sale - alquanto .... attico - di queste spiegazioni : - La Grecia non può permettersi il lusso di fare la politica delle grandi Potenze europee, al seguito delle une o delle altre. Noi profess iamo molta re– verenza, imparzialmente, per tut.te, ma l'esperienza ci ha insegna,to• a tutto tem~re e a nulla sperare dalla loro volubile amicizia. La Grecia - e come la Gre– cia ·gli altri pa,esi della penisola balcanica - non ha alcuna ragione di essere anglofila o tedesco.fila, ed ha piuttosto motivo di vigilare sugli avvenimenti per impedire che ne escano comunque e da qual– siasi parte, sacrificati i suoi interessi. Sarebbe ridi– colo sciupare ora le proprie forze al seguito di qual– cuno, quando potrebbero esserci necessarie oer sal– vaguardare più tardi i nostri veri interessÌ nazio– nali (Chronos del 27 maggi.o 1915). Veniamo alla Rumenia. Oui il bouleversemen{ delle elaborate vedute cl.ella diplomazia e· della stam– pa europea ha assunto tutti i caratteri dello scom– piglio (e tocca più da vic-ino, per molte ragioni, noi italiani). Da nove mesi, si sentenzia che la Rumeni.a ha una sola aspirazione, un solo obiettivo, una sola spe– ran-za, un so.Jo palpito : marciare con l'Italia contro l'Austria, in aiuto della Serbia. per ricongiungere– finalmente i Rumeni della Transilvania alla madre patria, per liberare dall'oppressione magiara i Ru– meni d,ella Buoovina. I capi dell'interventismo rus– sofilo di Rumeni.a, Filippescu, !strati, Diamandj e poi anche l'ex austro.filo Take Jonescu, vengono, in Italia a fondare Leghe italo-rumene, a persuad,ere– che alla loro patria _una cosa sopratutto è ne·cessaria : restaurare la propria latinità sui campi di battagli.a, fra i boyards, che v.antan.o la loro discendenza un– gherese e piccolo-russa,, e i nostri banchieri e ren– tiers, eredi di una progen,itura cosmopolita .... I sud– detti signo•ri rumeni e parecchi giornali del loro paese, in febbraio e in marzo, cominciano addirit– tura a rimproverarci il nostro indugio, le nostre perplessità neutraliste come un· principio di tradi– mento in danno della Rumenia, che ci aspetta, che è pronta a marci.are - però, sempre, dopo. di noi, al nostro séguito! - e noi cominciamo a doman– darci, con tenerezza .... latina, se ci è proprio lecito sacrificare ancora così la sorella rumena. E an– diamo in guerra. Volgiamo l'occhio indietro, sicuri di vedere i Rumeni affrettarsi a raggiungerci in campo contro l'Austria.... ma apprendiamo che, proprio in questi giorni, la Rumenia è occupatis– sima con i diplomatici e per delle rivendicazioni ir– redentiste anch'essa, si: ma queste rivendicazioni si appuntano non più contro l'Austria per la Tran– silvania e la Bucovina, bensl contro la Russia, per · la Bessarabia e _pe,rla futura internazionalizzazione– de~li Stretti e di Costantinopoli. Passano ancora po– chi giorni 11• il capo del partito conservatore, pa– drone del potere in Rumenia, il signor Peter Carp,. spiega il punto di vista rumeno nei tennini seguenti,.
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