Critica Sociale - Anno XXV - n. 12 - 16-30 giugno 1915

180 CRITICA SOCIALE armata di più Stati. Oggi è generaJe il regime delle, alleanze. Ma queste possono anche riuscire de-1,e,leri.e, travolgendo gli Stati vinoolati neglù effetti della po– litioo pazza e provocatri-c.e di uno di essi. Conv,eiri,ebbe che non solo ciascun paese fosse te– nuto scrupolosamente al corrente, dal proprio Go– verno, di ogni atto di politica estera; ma, che nessun affare, cl,i qualche •Conto, degli Sfa.ti aUea.ti, potesse esegu i,rsi se non dopo l'ap,provazi 1 one cli un 'apposita a-ssemblea dei De:legati clegJ.i Stati al1e0ili. Non vi è inv•ece chi ignori che la politioo estera è conclo,!Jtane,) modo più pa.zz ,esco! Lord Haldan,e, secondo la Reuler, affe,rmò che la guerra attuale porrà fine alfa diplomazia « segre,ta ». Sarà, o non s,arà; io non ci credo. M,a converrebbe aggiungervi anche, la diplomavi,a << sporca ». « Se>– gr,eto » e « sporco » fan:no se,mprre comunella fra loro e colla dip1omazia. Ma- fermfomoci neil.Giappone, pe,r i'llustrare 1a tesi! * ** Il pa-e•sed-el Sol levanrte· - che· non è ancora .... il sol dell'avvenire - ha per Presidl;}nte, dei Minisrtri un con,Le: il c,o,nte Okuma, .chiama,to anche « il Saig-– gio di Waseda >>. Non vi di·co altro! Si tratta di un filosofo sapie,n!Je, di un.a tes!Ja quadra, poco meno di S,a,Jomone, insomma; o, se pre.feTite, una- sp,e,cie di M,agna,ud gi,a,ppone,se, collocalo dall,a dea fortuna un po' più i,n alto di quello francese. Il conte, Okuma, dunque, è uomo d 1 i me,nLe,e,J,evata. Probi-emi poMki e quesitioni r,eligiose non hanno mi– steri per lui. Sebbene i•n•toologiia pr-ofessi opinioni libera.li e non sia anoora «conv,erti-to », i missionari, direrttori di periodici ecclesiastici, soUecitano da lui degli articoli. Il' dott. Gilbert Re<id - missioruario,, medico, giornallista - oi ,assicuTa che i:! conte, OkumJa, aHorchè discute, di p,oliti,ca, si inrualza. e spazi,a col ragio 1 namento in un'a-tmosfora. puro, mo,J,toal di sopra delle volgari e, ristr,e-He coo1-0ezi-onipoLi,ti,che e dei• comuni pregiudirzi ruazi.on1ali. Il 24 agosto• ultimo, il quotidia,no lndependent dii New York pubblica-va i,! seguente messaggio tel1eig,oo– fìco del conrte Okuma-: <e Come presidente dei ministri de,! Gi,a,pponie, sono lieto di assi-curare il popo.Jo ,americano e, gli altTi po– poli che i,! G:ia-ppone non ha nessun desiderio, o mo– tirvo, di a,nnè.Hers~ altro territorio; nessun p,ensie•ro di privave la Gina, o altri paesi, di qualsiasi pa,11tedel loro suolo». Parole ,chiare, nevvero? Non bas•t,a. NeL novembre Okuma, che, è anche, si capisce, Presidente de!J:a Società giapponese per Ira paice, pooblica in un arfi– -00!0 del Japan Magazine queste, precise parole: cc E nostro ambizi,one mos!Jrare ai p'opoli occidentali che noi possiamo lavorare, in armonia -0on le gramdli Potenz.~ perr la difes•a degli alti ideali delira civiHà, anche .a prezzo deLla nostr,a vi.ta. Il Gi,appone &i è ,alleato .a'll'_lngh1lterra per far si pal adino del progres– s~,. ~ è d~•spos't<_> a := ,acri-fioar.si per que,gii stessi p,rin– c1p1! per 1. quali gh angl.o-sasson i me!Jtono a repen– taglio la vita. Scopo ed ambizione nostra è p,arteci– pare a tutti i movimooti mondi.ali civili faivore<ndo i. no!'>i!i fini d_etle dip,lomazie, l10svi.Jup~ de,lle rela– z1,om mle11n~z10nali e Ìli principio deilla pace, e pre– venendo ·cosi, secondo le nostre forz.e la rottuTa de.Be amicizie e i com0itti cru·enti fra le ~azioni. Il Giiap– pone, nella p,rese,nte guerra europea, vigilerà affi.nchè non ven,gan10 o.fTes1quegli elemenrt.i che possono fa– vorire un.a civil1tà più a.Jta e una pa~ più duraturo». Dov-e un pacifista così esigente da- non app1audire a simili parole d'oro? Quali obbiezio•ni possibih al BibliotecaGino Bianco contenuto profoncl,ament,e morale delle frasi d 1 i un così filantr-opico uomo di Stato? Or consideriamo Okuma non più come scrittore, ma come p•reside,nte de,i m.inistTi; vedi,amoJo cioè nella po,1-itica del Govel'Do giap,ponese. Premettila-mo che, da che è scoppi0to, il oonJlirblo europeo, e le, maggiori nazioni furrono impegna 1 te in una partita in cui sta in giuoco la toro stessa indi– pendenza, ne·ssuna di esse ha più tempo o fantasia, di seguire con cura l:a pol:i 1 tica del Giappone; onde, per quest'ultimo, un,a speciale ed insol,ita libe•rtà d\azione. Pochi giorni dopo, l'i,nizio delle ost:iliilà, il G'Overno giapponese, dichiar,a che è ·còmpibo del Giapporue sal– vaguardare la pace nell'Estremo Oriente. Quindi il .Giappone ..... intima guerra rulla Germaniia; una na– zione, si nati, che non aveva cla-t.oal Giappone iI più piccolo motivo di aggredirla, e, che av-eva già un bel d·a fare, in Europa, a temer testa alle potenze nemiche. I.I Gi,appone arss•edia Tsi•ngt,au, porto ai Estremo Orienite che la Cina cedette alla Germania, e- f.acilme,rute lo cattura. Togliendo, insieme, a, pi ,e.te -sto J.e esigen1;e del,la tabtica milita,re, inoominci,a, una se•rie di usurpazioni pr,emedi,babe cri di fuori d-el territo,rio oecluto, daUa Cina alla Ge,r,mania; i·n a•ltri termi,ni, viola la neutmlità della Cina. In seguito, e s•enza provooozi•one alcurua da parte de,JJ,a giovane repubbJ .i.oa, avan1;a su ques,La, pr,e•tese tali che, oo soddisfatte, farebbero la Cina vassalla del Giappone. E i,n,tanto, non solo oerca, di rene,r segreto, il più che può, il teno•re di que,Mierichieste, ma co– stringe ,la Cina, oon mi:na•ooe, al silenzio. (Ecco la di-p.lomazia. «segreta»!). Quando però le voci, da inoorte e tenui, si fu.,nrno via via p,iù precise e infonsie 1 e la stampa le reoa in dominio pu:bblirco, H Giappone comun.ica bensì ai diplomatici delle vari.e potenze, che ne Ilo ri.chi,edono, .J',eLenco-delle richieste, ma omettendone .... tutte qureUe che vionavano, l'indipendenza e l'integri•tà delil,a Cima, o che, comunque, erano J.e 'più imp•o,rtan,ti e le più gravi .... (ed' ecco J.adiphomazia «sporca» e cc seg11eta » insieme). Sottopone intanto la, s-tampa ad un.a rigorosa cen– suro e, ,miedfante lei compia,cenrt.i agenzie tele,grafiche che fa.n capo alla Reuter, dà alle sue, richies'te un cootenuto tutl'affalto diverso dal vero. La verità tuttavia fa ca-poliino e i fatti s'incaricano di sbugiard,are vl Governo giapponese. Frattianto, in. E:urop.a, parecchi depuitati interrog,a,no in proposito i rispeHivi Gove,rni. E questi - rue!1',art,. tuale gueir,ra alleati al Giappone - rispondono « di non poter fa.re comunircazioni, pe.rchè il Governo gia,p– ponese li -in.formò in vi,a coll1,fidenzi0.'1e.Nulla harnno, COì!Ilunquie-, da ridire sui passi de.J Giiappone verso I.a Cina». (E questa, con buona pa,ce di Lord Hralda,ne, è diplomazia « segreta » e « sporca n i,nsieme,, Ma l'Americ,a. del Nord è l'unica, fra le g,ra,ndi P'o– tenre, che si d-i,a la briga di indaga.re sulla realtà delle richieste giapponesi. E poichè stipulò, il 30 no– ve,mbre 1908, un accordo col Giaippone, - firmato da, Sir Kogoro Takahira; ministro giappornese a Washing– ton, e, d,a Elihu Root, segretario di Stiato per l'Ame,. rica - nel qual~, e,ntrombi i governi, s'impeginano a rispettare lo status quo del.Je coste del Pacifico e, l'i,ndipendffl!za della Ci,n,a; l'Ammùii.strazione di W,ashington ne rinfresca al Giappone la memOTia. Ma il ministro degli Esteri giapponese sfodero una

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