Critica Sociale - Anno XXV - n. 12 - 16-30 giugno 1915
CRITICA SOCIALE 179 circostanze - concentri tutte le attività del Partito (Direzione del Partito, Gruppo Parlamentare, Gon– federazione del Lavoro, grandi Comuni, ecc.) per continuare la propagand,a delle idee socialiste, per .elaborare i principii a cui deve ispirarsi la pace futura, per fronteggiare le usurpaz1-oni avversarie, per tutelare le libertà pubbliche e le guarentigie in– dividuali e dei gruppi, per assistere i richiamati, le· loro famiglie e l'organizzazione, crivellata all'in– terno dai vuoti che la mobilitazione ha fatto e op– pressa all'esterno dalla pressione dei diso_ccupati e <legli elementi raccogliticci necessari alla surroga- zione? · I « prirteipii » senza l'azione sono la scusa della disperazione· pessimistica che si incorona di iuea– lismo. Correggiamo subito l'espressione, riconoscen– do che l'« az10ne » senza i « principii » diventa fa– cilmente un'agitazione senza meta, senza- luce, come quella dei febbricitanti. M.a·noi non possiamo -incor– rere in tale pericolo, sè i nostri « motivi riformisti e patriottici e filantropici » - come .li chiama l'Avanti! - mirano tutti a mantenere ed accrescere la compat– tezza e la coscien·za della classe lavoratrice, faoendo ad' essa toccare con' mano che, pur nelle singolaris– sime circostanze della guerra, che non permettono lo spiegarsii integro della lottai di classe, il sociali– smo non evade; non si ritrae in campagna, ma re– sta, ma pensa, opera, comhatte, incuora i combat– tenti e le loro famiglie, discute e propone le vie più rapide per il ritorno alla vita normale, accenna fin d'ora i suoi pegni sacri perché la liquidazione finale della, guerra non abbia a porre tutti i cari-chi su ~li uni e tutta la gloria e tutto il bottino su gli altri ... Chi porrà le rivendicazioni proletarie dopo, se noi ora ci chiudiamo nella orgogliosa_inflessibile contemplazione dei sommi principii e guardando in basso !'-orribile mischi.a che non abbiamo potuto scongiurare e le grandi attese dei popoli, diciamo fra di noi: Cotesta miseria - poiché non la vole– vamo - non ci tange?... La guerra ci ha creato dei doveri politici; per assolverli bisogna essere present~ (guai - diceva giusto Turati - agli assenti!). Es– sere presenti vuol dire essere nell'azione, non nell:a pura comunicazione filosofica tra i « grandi ini– ziati». Ed essere nell'azione oggi implica necessa– riamente es-sere nella tolleranza, nella transigenza, nella collaborazione. Ricordate? Quando si imponeva per le contin– genze politiche l'azione rigida, intransigente, ecc. noi fummo subito, volonterosamente, devo-tamente· con i rivoluzionari, intransigenti, solo ammonendo: .- Badate, per voi questo è l'unico metodo, appli– cabile in pace, in guerra, in• tempo di libertà, i,n tempo di persecuzione politica, sotto lo Czar o in repubblica, contro agrari e -industri.ali, contro pro– tezionisti e libero--scambisti, in Italia e in Europa, in Europa come in Cina, in Giappone, al Bra– sile, ecc. È il" metodo unico, assoluto•, astratto et nunc et semper. Per noi, no! Questo è un metodo; se vuolsi, il metodo normale, e poi ci sono - ri– cordate? - i «casi», le « circostam..e eccezionali » che impongono un altro metodo. Questo tempo di guerra, di pieni poteri, di sospensione delle gua– rentigie della lotta di classe, di coordinazione di questa alla salvezza dello Stato, ha imposto, con la autorità della necessità, senza discussione, l'altro metodo. Non si tratta che di ric-onosoerlo e di prati– carlo, con onesta franchezza perché abbia tutta la sua effkacia, mentre è già in applicazione; ricono– scerlo e praticarlo per tutto questo tempo di guer.ra. ·Per riconoscerlo e praticarlo con l'efficacia voluta, desiderata, abbiamo proposto l'organismo di blocco, cominciando la transigenza dall'interno del Partito, dacché per le sue ori~ini, i suoi principii, il suo temperamento- la Direz10ne, oosì come è costituita, 1btiptecaGino Bianco· non ci pare la più adalta. Ora, mentre si manifesta così generale, così incoercibile l'adozione del me– todo transigente, la ripulsa dell'Avanti! ci fa pen– sare che l'unica intransigenza superstite è quella interna, tra le frazioni del Partito. Ma non è provvidenziale. CLAUDIO TREVES. NELL'ESTREMORIENTE ~iplomazia ".segreta,, ~ ".sporca,,. Dal Siam; maggio 1915. Mentl'e in Eurropa si oombatte la più sanguinosa. gue-rra che la storia ri,cordi; e non vi è paese nel g,lobo dove non si discuta dei p,robabili risul-ta,ti de-Ifa guerra e non si facciano pronos-tici sulla pace futura, e.eco notizie dall'America f,a,tbeapposta per offuscare Je,rosee sp,eran:,,e di oo!o,ro che,· fiduciosi nel vecchio adagio: « non tutto il male, vien per nuo,cere », ritien– gono che .Iia. gue-rra a-ttuale,servirà a reinde,r più pru– dienti e· saggi i monarchi e i Governi. · - Cre-pi l'astro-logo! - es'Clamerà .iJ Ietto,re. - Credetemi-: non ho.I,a -Ìnenoma inclinazione a f.ar l'uooeillacdo-de], malo a-uguri,o ... Ma è troppo com odo presta,r attenzione· aH,e so,J,eoose che son di nostro gusto. Le voci, dunque, che ci v,engono di là dall'A– tliaintico- più propriamenl;e,, io dovr,e,iscrivene: « di là dal Pooi,fico » - ci in:fol'mano che la piattaforma eleito ral,e, pe-r la prossima campagna poosidenziale sa.rà imposta.la sull'aumentò degl~ armamenti. Il se-– ootor e Lewis, u no dei leaders de-I partito democra– tiw e ami.co personale de,l p~esidente Wilson, ha già dichia ra-lo ch e i,! .suo pa•rtito sosterrà un ma•ggi,ore sviluppo deUa marina da g,uerra, americana. A,Jt-ripar– titi propugneranno la necessità, anche per g.!'i Stati Uniti, di po-ssedel'e un forte esercito· di terra. E i motivi? Pare-echi uo-mi•nipoli:ti-ci ·r:iteng•onoche il Gi;appone, finita la pr,esente gurerra •europea, chi,ede-rà che gli Stati Uniti .a.ccOTdinoa•i giapponesi gli stessi diri-tti · che, accordano agli europei. Vorrà, cioè, gli emi,granti giapponesi liberi, come gli europei, di stabilirsi neJ.Ia grandre repubbliica ruord-a-meri,cana.Ritengono inoltre che, per megJio ri,esdrvi, il· Gi.a,pponechiederà l'ap– poggiio delle potenre cui esso è attualmente aHeaito . P er q uesto gli Sta.fi U niti. do.vrebbero a-rmarsi. Sem- 1 :J.ra- ndo gli runerica.ni decisi a, non ··aprire J.e pOTte al l'im- mig:r azione asiati ,oa·, una marina e, un eserci~o forti li porl'ebbero in grado di· resistere ai desiderata del Gfa.pp,one, anche se intima-ti co.Jla violenw.. Parrebbe, in ve,rità, che dopio l'odi,ern,a, cJ;amo– rosa banicaroLta•del si vis pacem para bellum, anche g-li Stati Unhti non dovess,e,ro porre tanta. fiducia negli a.rmamelllti! Dovr,ebbero i,n ogni caiso-pensare· che, post-ala que,stio-n,e sul terr,eno mili-ta,re,s,eil Giap– pone - o pei suoi interessi ·nazionali, (idest, de,Ha su.a classe diirig,ente) o per o·rgog.Jio di g,rande po– f,e,nza- s'impuntasse sul se-rio, e i T·rattati imp,e,.. gnassero. l'Inghilterra, la Fl'anci,a e I.a Russia a. so– stenerlo con !,earmi nel caso di confli,tto oo-ngli Sfati U.niti, quesiti, ma,Jgrado un eserciito e una mari-na po– tenti, di foonte a una tale Quad-rup1ice·,~i trov.e,reb– bero a. non. lieto pairti,to. Il oontr-o&einso degli armamenti cui-mina in questo: che anch 1 e H massimo sforzo del paes,e i•!più vasto e il più -ri,cconon lo salva, di fro-nte ad un,a coaliizio-ne
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