Critica Sociale - Anno XXV - n. 12 - 16-30 giugno 1915

CRITICA SOCIALE . 191 test.azioni andrebbero incontro decidendo in ·senso contrario alle Imprese? · In conclusione· si può dire che, da.t,a la speciale figura giuridica dell'appalto d'orera e la tendenza a semplificarne le clausole e a diminuirne gli oneri per non offrire appiglio alle liti, di cui lo Sta,to (ve– dasi Palazzo di Giustizia) sopporta di regola le peg– giori conseguenze, può essere causa di gravi danni il togliere agli appaltatori la libertà cli provvedere agli acquisti dove meglio credono. In ogni modo sa– rebbe bene che lo Stato procedesse con la maG.Sima cautela prima di snaturare il contratto d'appalto, e di snatilra•rlo non già nell'interesse pubblico, ma in quello molto d.iscullibile della cosiddetta industria nazionale. · Tutt'al più, ove si voglia ad ogni costo allargare il campo della proiezione, converrebbe forse tentare altra via, dand.o facoltà all'Amministrazione di scor– porare gli appalti, cioè di separare l'approvvigi,ona– mento della mano d'.opera da quello delle forniture, per affidare l'uno e l'altro con contratti diversi. In tal modo i lavori pubblici verrebbero eseguiti in base a due appalti diverSIÌ: di cui uno conserverebbe le caratteristiche giuridiche della localio operis, e l'altro· acquisterebbe quelle dell'appalto di forniture, e niente impedirebbe cli a.pplicare a quest'ultimo le clausole protettive cli cui si tratta. Il diffi.cile sta– rebbe nel regolare i due contratti in modo che l'ese– cuzione dell'uno non intralciasse l'esecuzione de,l– l'alt,ro; ma la c!.iffìcoHà non appaTe insormontabile. P. A. LADOTTRINA PACIFISTA DIJ URÈS (l) Charles Rappoport lancia, in questo oscuro mo– mento della storia dei popoli, un libro che vuol essere un lampo di luce e di speranza. E' uno studio completo sopra JEAN JAURÈS: L'Uomo - Il Pensatore - Il Socialista, con una Prefazione di Anatole France. E'· il libro di un amico entusiasta, mà è anche un libro di docu– mentazione copiosa e luminosa. Tutta l'opera di Jaurès, nella sua mirabile unità di scrittore, di oratore, di uomo politico, tutto il suo apostolato, suggellato coll'orribile martirio della sua grande Patria, ch'egli tanto aveva lottato per scongiurare, escono dall'opera di Carlo Rappoport in linee so– lide, luminose, magistrali. Questo libro deve essere divulgato in Italia. Gli auguriamo un editore intelligente e coraggioso. Giammai un eroe vinto dal destino ba lasciato più perspicua prova. della coscienza del destino che lo avrebbe vinto. Jaurès non fu un utopista della pace - assassinato dallo stesso pugnale le– vatosi per trafiggere il cuore della sua Patria - senza che egli sapesse il perchè, colto come uno stupido in pieno. sogno di ottimismo e di speranza. Egli conosceva il suo nemico, le sue arti e la sua forza. Forse presentiva che ne sarebbe sopraffatto; ma ciò non lo dispensava da contendere col mo– stro della guerra, sovrapponendo i monti ai monti per sbarrargli la via. Epica vita - nel senso .del più augusto eroismo carlyliano! Dal libro eccellente, ci piacE), come saggio, estrarre .alcuni passi, che banno un ri:fles~o di profetica attualità. LA C. S. Jaurès subordinava la sua politica generale alla sua politica sociale, o socialista. Sapeva che, per costruire, (1) CHARLES RAPP0P0RT: JEAN JAURÈS: L'Homme • Lt Pense,w • Le-SoclaHste. Avec une Prerace d'A11ato1e F1·ance. - Parls, L'Eman– ctpatrlce (Imprimerle Coopérattve), 8, rùe de Pondlohérle, 1915, Fr.6. iblioteca Gino Bianco mercè vaste e profonde riforme organiche, una societa nuova, conviene guarentire al mondo anzitutto una pace solida e duratura, disperdere per sempre l'orrido spettro della guerra. Debbono estirparsi dalla radice i germi di odio e. di diffidenza fra le nazioni. E, come in tutti gli altri problemi, Jaurès non si contentava di una orientazione generica e superficiale, ma andava al fondo delle cose, e sottometteva bene spesso la situa– zione della Francia e del mondo a un'analisi concreta ed approfondita .... Appena è necessario confutare l'accusa, diffusa dalla bassa demagogia reazionaria contro .Taurès, ch'egli vo– lesse diminuire il còmpito della Francia nel mondo. Al contrario, è per ingrandire quel còmpito, che nes– suno più di lui concepiva nobile e bello, che Jat1rès preconizzava una politica di pace, di dignità e di giu– stizia. Sapeva· che la politica della Francia è determinata dal complesso delle condizioni della politica europea. E si sforzava di penetrare di queste il senso profondo. " Qual'è dunque la ragione più stretta di questa ten– denza, che si esprime nel deficit, nel disagio, in diffi– colta sempre crescenti? Per me - e per voi pure, suppongo - essa sta nel conflitto, ora sordo, ora acuto, ma sempre profondo e temibile, fra la Germania e l'In– ghilterra. " E' questo conflitto che pesa su tutti noi: è desso che suscita ed aggrava tutti gli altri conflitti. Le stesse difficoltà insorte tra Francia e Germania pel Marocco non sono che un episodio e una manifesta– zione superficiale della profonda rivalità anglo-tedesca; e il Ministro degli Esteri non mi smentirebbe s'io di– cessi che tutte le difficoltà balcaniche sarebbero riso– lute ben più agevolmente se, dietro le agitazioni e complicazioni dell!!- politica dei Balcani, non stessero Inghilterra e Germania a giocare ciascuno il suo gioco su quel tormentato scacchiere. " Così, signori, il primo· quesito che ci si pone da– vanti - quesito vitale, implicante l'avvenire per l'Eu– ropa come per la Francia, ma insieme quesito d'inte– resse immediato e di gestione finanziaria - è: se l'Europa sara ancora condannata· per lunghe genera– zioni a un tale regime; se cotesto conflitto fra lnghil– te1·ra e Germania si perpetue1·à, imponendoci tutti gli onei·i della pace armata, pe1· sboccare poi nella cala• st1·ofe d'una grande gue'rra in cui tutti i popoli di EU?·opa rischie1·anno d'essere travolti; o se, invece, quet conflitto possa risolversi, possa venire attenuato prima e poi regolato, e se la F1·ancia può cooperarvi .... ,,. Qui Jaurès denuda il punto doloroso, tragico della situazione europea: l'antagonismo anglo-tedesco. Sco1:ge il pericolo. Tocca col dito la imminente catastrofe. Ma ancora non vuole aggiustarvi una fede irrevocabile. Sa che la guerra, più ancora che un delitto, sarebbe una follia. E tenta· scongiurare il pericolo, prevenire il delitto, imbrigliare la follia. Che la guerra fra due grandi nazioni civili sia un assurdo mostruoso, ciò basta perchè Jaurès si ricusi a riconoscerne la fatalità. E Jaurès getta sulla bilancia della storia il peso del suo vigoroso buon senso, della sua sottile eloquenza e delle sue profonde conoscenze economiche, dimostrando a luce di meriggio che cotesto attentato fratricida è insieme un nonsenso economico. " Voi lo vedete ogni giorno, o signori, nelle statistiche che ci vengono distribuite: alla lentezza del nostro movimento si contrappone la rapidita di sviluppo della potenza industriale tedesca. Or questa - io non vorrò certo disconoscerlo - è per molti versi ammirabile; ma la potenza industriale della Germania non è ancora, direi, un edificio ben quadro, poggiante saldamente sulle larghe assise di ·capitali' antichi, lentamentE, accu– mulati; _bensi è costrutta sulle basi incerte del credito., .. E' un'alta e formidabile torre, orgogliosa, dominatrice,

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