Critica Sociale - Anno XXV - n. 12 - 16-30 giugno 1915

18b CRITICA SOCIAL~ -di speciale competenza. Nè ciò è tutto. Le stesse for- -tezze sono divenute anch'esse delle macchine compli- ·cate. La resistenza non è più esclusivamente basata sullo spessore delle mura e sulla qualità dei materiali -con cui sono costruite. Vi sono cupole e torri coraz– ·zate speciali, le quali non solamente rendono più effi– cace la difesa, dirò così, passiva, quella opposta alla -offesa dalla resistenza del materiale; ma permettono ·anche la difesa attiva, rendendo possibile a pochi uo– mini di tener testa, per un tempo più o meno lungo, ·all'urto di masse anche considerevoli. E le opere forti– ficate non sono più fisse soltanto in determinati punti, ma, quantunque in proporzioni ridotte, ve ne sono -anche di quelle mobili. Le automobili blindate, che ,sono molto in uso nella guerra attuale, non sono che delle vere e proprie fortezze mobili, alle· proporzioni ridotte delle quali si supplisce col numero. Non ab– biamo noi letto recentemente, fra i particolari della lotta accanitissima fra russi e tedeschi, notizia di un formidabile tentativo di sfondare le linee russe com– piuto dai tedeschi, a mezzo di numerose automobili blindate? E giacchè siamo a parlare dell'automobile, occorre notare che essa assolve un còmpito anche più impor– fante: completa cioè l'opera della ferrovia, la sostituisce -dove questa, a causa delle condizioni topografiche, non può arrivare. E serve così meravigliosamente al tras– porto di approvvigionamenti di ogni sorta: viveri, fo. raggi, munizioni, armi, e porta i comandanti in ogni punto del vasto fronte di battaglia, in cui sia maggior– mente sentito il bisogno della loro presenza. È superfluçi poi parlare del notevole contributo che portano all'azione bellica le ferrovie. Basterà dire sol– -tanto che, se la Germania riesce ancora, dopo dieci mesi, a tener testa ai suoi avversarì, lo deve in gran parte alla meravigliosa organizzazione delle sue fer– rovie, le quali, aiutate dalla speciale configurazione del paese, trasportano rapidamente dal fronte occidentale ca quello orientale e viceversa, tutte le truppe e le ar– tiglierie rèse necessarie dalla offensiva che il Comando -intende svolgere o dalla offensiva che esso è ~ostretto a fronteggiare. E per mare navi di tutte le specie, dalla mastodon– -tica cli·eaclnought all'agile torpediniera, all'insidioso sommergibile, che è stato una delle novità ed anche una delle sorprese di questa guerra,. e mine s11bacquee -e siluri. E per le vie dell'aria aeroplani e dirigibili di tutte le forme sono comparsi a rendere il conflitto pi_ù mi-· -cidiale. I bombardamenti dall'alto sono frequentissimi. E gli aeroplani servono inoltre magnificamente per rendersi conto esatto della ubicazione e della disloca– :zione del nemico e specialmente per indicare il bersa– .glio alle artiglierie e per rettificarne il tiro. E telegrafi -e telefoni da campo permettono la rapida trasmissione -degli ordini e rendono superlativamente celere il ser- vizio di informazione. Come si vede, dunque, macchine, .alla formazione delle quali si è lavorato in tutti i rami della scienza, contribuiscono allo svolgersi dell'azione, -dànno ormai alla guerra una fisionomia che essa non ha mai avuto. Tutto questo però non costituisce una sorpresa. Tutti ricordiamo come, man mano che la scienza andava -compiendo i suoi meravigliosi progressi, man mano che -0gni nuova scoperta dava luogo ad una nuova appli- -cazione, si pensava subito all'utile che se ne poteva BibliotecaGino Bianco trarre per la guerra. Quando Marconi ebbe trovato la trasmissione elettrica senza fili, molti si diedero a stu• diare e ad esperimentare per vedere se fosse possibile servirsi delle onde hertziane· per incendiare a distanza mine e depositi di polveri e dinamite; per dar fuoco a distanza a fucili, a cannoni e a mitragliatrici; per dirigere a distanza siluri e torpedini, sicchè con sicu– rezza e precisione andassero a colpire le navi nemiche. Quando l'uomo intravide per la prima volta che poteva divenire il signore dell'aria, così come già lo era della terra e dei mari, librandosi su apparecchi che avrebbe potuto dirigere a suo piacimento, si pensò subito alle innovazioni che il nuovo ritrovato avrebbe portato nella tecnica della guerra e all'influenza che avrebbe eserci– tato sull'andamento delle battaglie, e successivamente, allorchè la nuova invenzione venne definitivamente concretata nel dirigibile e nell'aeroplano, vennero anche scritti numerosi arti.coii, dai competenti, per stabilire precisamente quale speciale azione sarebbe stata riser– bata all'uno e all'altro in un conflitto di popoli. Il fe. nomeno, che era una delle manifestazioni di quella follia degli armamenti che ha oppresso per tanti anni quasi tutte le nazioni, si è ripetuto alla scoperta di ogni nuovo motore più potente e più maneggevole, nel medesimo tempo, di quelli precedentemente in uso; alla scoperta di ogni nuovo esplosivo. Nessuna .meraviglia, quindi, nessuna sorpresa se la guerra che attualmente si combatte è forse, più che un conflitto di uomini, un conflitto di macchine. La sor– presa invece è stata un'altra ed è stata veramente cla– morosa. Dal continuo perfezionarsi delle armi, dal continuo accrescersi dei mezzi di offesa., si traeva, da tutti coloro che di tali questioni si occupavano, la con– seguenza che le battaglie future sarebbero state quanto mai micidialissime e che perciò la loro durata sarebbe stata molto limitata, ridotta morto più notevolmente di quella delle battaglie precedenti; tanto più che in esse, oltre all'immenso numero di vittime, vi sarebbe stato certamente uno spreco immenso di varie specie e qualità di materiali. Ebbene,. la guerra attuale ha già irrefutabilmente dimostrato che, in quanto a esten– sione e intensità di macello e consumo di materiali, le previsioni erano completamente ben fondate; in quanto alla durata delle battaglie esse sono co~pletamente fallite. Le battaglie napoleoniche, quelle combattute nella guerra_ del 1870, si risolvevano in poche ore. Quando le masse degli eserciti si sono maggiormente ampliate, si è anche ampliato il periodo di sviluppo delle operazioni, come è accaduto nelle guerre balca– niche, ed ora abbiamo notato il succedersi di battaglie che durano sette, dieci, quattordici, venti giorni ed anche di più. Gli è che ora le battaglie si combattono su fronti estesissimi e perciò le conclusioni di esse non sono più il risultato di un solo episodio, ma del com– plesso di un gran numero di episodi, e le macchine hanno prodotto un notevole cambiamento nella tattica e nella strategia, e alla cresciuta potenza offensiva delle armi e degli esplosivi è stato opposto un mezzo che permette di usare con la massima economia - è questa la vera e propria parola - della vita dei com– battenti. Risalendo ora dai meccanismi speciali alle macchine in generale, occorre notare che queste non si trovano in conflitto soltanto durante la guerra; ma sono anche continuamente in conflitto durante la vita normale. Nel campo dell'industria, infatti, è proprio la macchina

RkJQdWJsaXNoZXIy