Critica Sociale - Anno XXV - n. 12 - 16-30 giugno 1915
CRITICA SOCIALE 187 zioni pr.ovinciali o statali e queste nella « Con/e– derazione degli Uffici pubblici di collocamento » che già nel 1910 contava 463 Uffici aderenti, e che ha per organo l'« Arbeitsrriarkt ». Nè il collocamento munieipale in Germania im– pedì lo sviluppo degli « Uffici paritar·i di mestieri », tutti a base di concordati e funzionanti esclusiva– mente per alcuni mestieri in cui, in seguito aUa sti– pulazione delle tariffe, le parti si impegnano a rego– lare di comune accorcl-0 il collocamento (1). E, se alcuni mestieri mantengono i loro Uffici di collocamento distaccati e indipendenti, i più inveee li hanno uniti agli Uffici muniòpali, quali Sezioni specializzate per la categoria. Certamente però la massima attività è svolta nel– l'Impero dagli Uffici municipali: il numero dei loro collocamenti è assai superiore a quello dei colloca– menti compiuti complessivamente dag-li Uffici pa– dronali, dagli Uffici delle Corporazioni, dagli Uffici . degli impiegati e dagli Uffici di mestiere distaccati. In effetto il collocamento della mano d'opera va ìn Germania' semprè p'iù municipalizzandosi con gran beneficio di quell'economia nazionale. Ormai si è formata là, in tutti, la coscienza che coloro che offrono o cercano lavoro è logico deb– bano rivolgersi agli Uffici municipali allo stesso modo che si va alla Posta per imbucare· una lettera o alla stazione fer.roviaria - e non altrove - per prendere il treno. Di ciò fanno fede i dati statistici pei collocamenti effettuati nel 1911. L'Ufficio municipale del lavoro di Schoneberg - la quale città accorda un sussidio annuo di 15 mila marchi per favorire !'.assicurazione contro la disoc– cupazione - ricevette 16,299 çlomande di lavoro, 19.885 offerte e fece 13.466 collocamenti. L'Ufficio di Colonia - che ha una sede apposita– mente costruita dal Comune e denominata « il Pa– lazzo Sociale» - ebbe 43.558 domande, 68.143 of– ferte e 35.108 collocamenti; quello di. Francoforte 61.334 domande, 83.959 offe·rte e 50.363 colloca– menti, e quello di Wiesbaden 8235 domande. · La Federazione degli Uffici di collocamento del Wiirtemberg - sempre nel 1911 - eseguì 119.518 • collocamenti dei quali 83.157 l'Ufficio munic_ipale di Stoocarda. La Federazione del Baden, con 18 Uffici, compì 112.882 collocamenti. La Federazione della Germania Centrale, che conta 722 Uffici, feèe 2 mi– lioni 217.000 collocamenti; la Federazione Bava– rese, con 51. Uffici, fece 201.237 collocamenti di cui l'Ufficio d,i Monaco 88.704; la Federazione dell'Al– .sazia-Lorena, con 19 Uf{ici, fece 97.341 colloca– menti (2). ( Continiia). Grno BAGLIONI. (I) La prima convenzione di questo genere, conclusa fra la Féde– razione del tipografi di Lipsia e I proprietari, risalo al 1878. Essa servi di esempio a tutte le altre numerosissime che si stipularono successivamente. Oltre che Uffici di mestieri pel tipografi, J!tografl e legatori, se-ne hanno attualmente nelle Industrie del metalli; nelle Industrie edili e nelle Industrie del legno, del vestimento e dell'aJ!– mentazlone. Vedi E. SCHMIT,opera cltat•. (2) Per Il collocamento del lavoratori del oampl fu fondata a Ber– lino, nel 1318, la Centrale .A.grtcola Tedes,,a, un'organizzazione pa– dronale grandiosa, di cui nel 1912 facevano parte 21 Camere Agri– cole. Nel 1908-9)9 la Centrale Au,·tcola 'l'edesca .- che si preoccupa solo di dare mano d'opera a buon mercato - compi 70.897 colloca– menti; nel 1911 aveva 61 Urflcl di frontiera e due Urflcl all'estero: uno a Basilea e l'altro a Chiasso. Essa procurava agli agrari tede• sehl operai agricoli di tutte le nazionalità - organizzati In comitive alle quall pagava Il viaggio d!Candata e poi quello di ritorno quando avessero adempiuto agli obblighi del loro contratto. Nel 1911la centrale Agrlcola procurò alla sola Prussia 56.881 agri– coltori e 78.298 In totale, specialmente russi, austriaci di Galizia e Bucovlna e Ungheresi. joteca Gino Bianco LA6UEHHA CONFLITTO DIMACCHINE La macchina è l'anima di tutta quanta la vita mo– derna. Tutto quanto il progresso compiùto negli ul– timi tempi è opera esclusiva della macchina, qualunque sia il campo dell'attività umana che si voglia conside– rare. Le industrie? debbono il loro meraviglioso e complicato sviluppo al moltiplicarsi delle macchine. Le– ricerche scientifiche? si sono notevolmente allargater sono divenute più feconde per l'aiuto di svariate forme di macchine. Le relazioni fra i vari popoli del mondo?' si annodano sempre più strettamente a mezzo .delle macchine che forano i monti, che tagliano i continenti, che abbreviano in una parola le distanze, che permet– tono il rapidissimo scambio di notizie attraverso le– profondità dei mari e gli spazi dell'aria. Si sente l'in– fluenza della macchina sinanco nella concezione del– l'artista, nei nuovi indirizzi della letteratura, nell'opera. del legislatore, nella orientazione dei partiti politici,. in tutto quanto l'ordinamento sociale dei nostri tempi. È questa una constatazione di fatto già rilevata da. tempo, e che, partendo dai' primi cambiamenti appor– tati alla vita in generale dalla introduzione della mac– china a vapore, potrebbe essere, allo stato attuale delle cose, minutamente specificata con lo studio delle còn– seguenze che sono derivate dalla successiva applica– zione alla pratica di tutti i meccanismi che si son<> avuti in seguito. . Nessunii, meraviglia, quindi s·e, anche nell'imm·ane– conflitto che in questo momento avvolge in una nube– di sangue la maggior parté dell'Europa e .che mantiene in uno stato di ansia e di angoscia quasi tutti i popoli del mondo, la macchina ha una parte preponderante e– se il combattimento, più che un semplice azzuffarsi di masse più o meno numerose di uomini, sia divenuto, contrasto di ·meccanismi. * * * Questa c.aratteristica ci appare tanto più evid,mte, in quanto abbiamo ancor vivo alla mente il guadro, · delle grandi (allora - erano grandi) battaglie nl\poleo– niche, il ricordo dell'impeto ma:gnifico che animava le schiere garibaldine, l'impressione per la celerità e l'abi– lità dei movimenti degli eserciti prussiani nel 1870. Le -recenti guerre balcaniche non avevano mpdificat<> o attenuato quest1 ricordi e queste impressioni. Pur– rappresentandp un notevole progresso (se di progress<> . si può parlare trattandosi di violenza e di spargiment<> di sanguè) esse non furono all'altezza, per quanto ri– guarda le macchine, della guerra attuale, sicchè si può– affermare che costituirono il passaggio dalle p·recedenti a _questa. Perciò il rilievo riesce della più fres·ca at-· tualità. E si può addirittura affermare che oggi, nel-– l'a,!lione guerresca, la parte preponderante è lasciata al meccanismo e l'uomo rappresenta una parte secon– daria, specialmente quella di rendere più larga, più intensa, più efficace l'azione della macchina. Il che risulta specialmente evidente quando si pensi al per– fezipn:amento raggiunto dalle armi da fuoco. Fucili, mitragliatrici e cannoni mandano proiettili di varia. grandezza e di varia potenza a notevoli distanze, con. rapidissima successione, e, ciò che è più notevole, la mira, il modo cioè di raggiungere il punto designato, o _di colpire il bersaglio, è regolata automaticamente. E in alcuni cannoni, come si djce ad esempio d( quellì da 420, il meccanismo diventa così complicato, che il funzionamento deve essere addirittura affidato a tecnici
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