Critica sociale - Anno XXV - n. 6 - 16-31 marzo 1915

82 CRITICA SOCIALE ~<' tal<J è la bandiera nostra, essa non è quella dPI connubio Salandra-Giolitti. Ma non perciò - romc sembrò in certi articoli da Homa accennasse I'. I va11li! - dobbiamo inscriverci conlro l'azione i11il.iala per un assoluto preconcello anLigermanico, quale è nei mdicali, nei riform!sli ~d. altri simili naziona,lisli, una volt.a che questi ul11m1 hanno ab– lwndonalo l'idea di far marciare l'Halia accanto all'1\11slria cd alla Germania contro la Triplice In– t,rsa. Ouando i nostri « rivo-luzi-0nari », per tirare ad og11i cost,o avanti l'opp,osi?,io~1e ai Governi, ap: prcnd1Cra11noa far a meno cli ricorrere per armJ ai nostri .... 11emici comuni? L'iusurre7jone contro la possibilit,/:t degli accordi pacifici con l'Austria JX!r un precostit~ito,_ sistematico fu1·orc cut~ileclesco <'i farebbe oppos1tor1 del Governo a mò dei repub– blicani cd altri cosifatli riformisti, cosi obliosi del loro già fiero anlirreclent.ismo. Noi siamo sempre si.ali avversi alla Triplice Alleanza. Oggi però n-0i diciamo che essa non deve finire per uno strappo riolenlo che implichi il nostro inlacciamenLo nella Triplice Intesa, ma deve finire nel modo stesso che ha da fini1·e la Triplice Intesa, cioè con la C-Onfe– renza g~nerale degli Stati, destinata a dissolvere gli aggruppamenti esistenti, che hanno dominato l'ultimo periodo cli storia, ed a iniziare ta f-or– mazione delle n11ove coste!Lazi,oni, second o la l ogica dei nuovi interessi delle Potem:e. A n ,ost.ro modo di vedere, ognuno che abbia cervello per ap pren– dere dalla esper.ienza, deve aspirare aHa fine ciel sistema dell'equilibrio europeo tenuto in piedi a mezzo di alleanze permanenti, cli natura tutta este– riore e politica, senza alcun riguardo alla vita in– tima e sociale degli Stati. Colai sistema, che e-i doveva gill recare la pace perpetua e in cui altri vedeva lo stesso inizio degli Stati Unili d'Europa, ha fallo la deplorata bancarolla che tutti sanno con la conflagrazione europea. Per dire wllanto delle due sorell-0 latine, l'Italia si ridusse a non poter , quasi affermare le sue aspirazioni na7jona]j senza rendersi colpev'Ole di fellonia; e la Francia pagò ,ma ventina di miliardi alla Russia per tirarsi ad- 1losso - a sè ed a.I Be,lgio -- quella invasione teu– tonica, da cui la Russia la doveva guardare e che <'SSa quasi certamente avrebbe eia sè evjtalo, se al– l<?ata della lh1ss-ia non fosse stai.a: - proprio così come la presaga grande anima di Giovanni J.aurès sembrò misteriosamente leggere nel libro del Destino nella sua assidua opposizione all'alleanza franco– russa. 1~ un acccllare, un ricascare nel sisLema, che si chiarì cosi fatale, cotesto violento schiamazzare contro la G< 'rman.ia al fine cli imporre l'immediata denunzia dell a Tripli ce Alleanw. ·È un aocettare, un ri\;ascare a piè pari nella stessa Triplice Alleanza cotesto violento contrastare agli accordi pacifici con la Germania e l'Austria, al fine di imporre l'adesione italiana alla Triplice Intesu per via dell'intervento. Il sistema deve finire sotto i colpi dell'atroce immane disiUusionc che ha recato la conflagrazione, europea, il mezzo vero per finire il sistema è cli non aderirvi piì1, n è sotto la specie di una, nè sotto la specie del– l 'alt.ra coalizione. Per lo stesso motivo noi pensiamo che in ogni 1·aso il Governo non dovrebbe mai consentire che le intese italiane con le Potenze Centrali cui esso aspira per superare pacificamente la crisi delle com'– mossc aspirazioni italiane, abbiano ad avere un ca– rallere. non diciamo cli ostilità. ma neppure di clan– ,/(' tinità rispetto alle Potenze della Triplice Intesa, ,·, specialmente, all'Inghilterra, l'accordo con la quale potri, sempre essere utile, necessario, magari, all'Italia, ove l'Italia pensi al prossimo ingrossare della potenw della Russia nel MediLerraneo. Altri , furbescamente noli che accordi con Potenze belli– g<?ranti se vogliono essere sicuri non debbono es- BibliotecaGino Bianco sere ignoti e sgraditi ai loro nemici', allorchè questi abbiano a dettare la pace. A noi basta augurare che la politica italiana, se non sa entrare negli schemi augusti del pensiero socialis1a ed internazionalista, non vi contrasti pregiudizialmente, e, così, sia gui– data da un conootlo di autonomia, il quale, preve– dendo il naturaJ.e frant,umarsi delle due Triplici, preluda a Libere, cordiali e spontanee intese tra gli Stati sulla bas~ delle naturali affinità e delle ogget,. tive convenienze. Tanto è questa la missione diplomatica d,c-ll'It.alia ch,e essa, spesso in,consapevolmente, per s·olo istinto insopprimibile cli natura, l'affermò pur nelle rjtortc della Triplioc J\!Leanza. Chi non ricorda l'Italia ad J\lgesiras, e, J:>-Or connessione, i giri cli waltzer rim– proveratile dal Cancelliere tedesco? La sua adesione ali'a Triplice Intesa, ove pur noi potessimo credere potesse avere efficaci.a anche pareochio tempo dopo la guerra, non mancherebbe cli attirarle altri simili rimproveri per gli adescamenti adulterini che emer– gerebbero dalla greve cuslioclia protettiva dei proprii rivali od alleali nel Mediterraneo. L'assurdo che minava ieri la Trjplice Alleanw cm nel fatale e naturale ani.agonismo italo-austriaco; ·l'as– surdo che minembbe domani la Triplice Intesa, di– ventaba quadruplice, sarebbe forse la rivalità italo– russa o fors'm1·co la sbessa spiegatasi rivalità anglo– ru&Salche lll'gerebb,e a sua volta no,i perchè sooglies– simò tra i due. Quanto alla Francia, è singolarissimo fin d'ora.- mentre la guerra guerreggia1:a sembra fervere - il rispetto e quasi l'amicizia che essa mo– stra di scambiare con l'Austria-Ungheria. Forse essa pensa che, dopo tutto, l'Austria è necessaria perché la Germania non sia più forte e più compatta per l'unione di tuLli i tedeschi. Forse anco la Francia pensa che non le conviene fare il laV-Oroguerresco ohe spelta all'Italia. CerLo è che l'Intesa mostra di temere un acoordo <liretlo dell'Ita.Jia con le Potenze Centrali per le sue asp-imzioni nazionali sopratutto perchè con esso sfuggirebbe la r.agi,one dell'intervento dell'It.:alia nella guerra al suo, fianco. E oosì sentono puro i nostri più focosi interventisti, i quali·, orna-i, mettono la cagione cfell'intervenlo :il cli là di ogni concreto van– Lagg-ioterrilo·riàle dcll'Il.aJ.ia, in un a priori antiger– manico, a cui con pari o maggiore serietà ben po– t.rebb,e,r,oi neutralisti opporre un a priori antirusso. In realtà non si vede perchè sia così atroce figurarsi le provincie straniere sotto il tallone tedesco e sia cosi dolce pensare la Gallizia sotto il giogo cosacco. . Totizie ufficiali moscovite dicono infatti come pro– cedono giocosamente rapide le conversioni dei cat– tolici e cLeg-li ebrei nelle proviflcie ocicupate d,a,irussi e e-0me allegrament.c si deportano in Siberia i de– put.ali socialisti delta Duma che, fedeli all'Intema- 7,ionale, inviltamenle, davanti al carnefice, hanno risposw no ai credili di guerra! (La notizia è sfu1,1:– gita alla stampa iLnlià.na, quasi tutta acquisita al.– l'intervenzionismo, la quale st.ampa pure è cosi ag– guerrita nell'informazione da poter ricevere per tele– fono da Vienrna (!!) il no prematuro dell'Imperatore aiUe proposte di Bi.ilow, con tutti i particolari rag– guagli della decisione ... Vulg1Lsv11ltdecipi.·.. Chissà! forse senza questi « miracoli del giornalismo » non si farebbero guerre mai più!). .... :\fa l'abbiamo detto noi stessi: sono tulli quest.i a priori. E noi non in base di essi decidiamo la n-0- stra az.ione. Lo sforzo nostro, poichè tutta la storia sta tragicamente a comprovare i postulati socialisti, è, più che mai, quello di resistere ad ogni figurazione della p-0litica estera dei Governi imperiali e borghesi. La politica mondiale è opera loro come la guerra mondiale. La politica mondiale ha portato al regiime dei grandi aggruppamenti degli Stati, il quale non è espressione di una intima solidarietà di uomini e

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