Critica Sociale - XXIV - n. 24 - 16-31 dicembre 1914

C'kl'l'lèA SOClA.tt la legge, cosl ·queste f.or.mazioni spontanee r.appresen– teranno· un nucleo di fatti, di esperienze·, di indie.a– zioni, pr:eziosissimo per· la ,generale elaborazione, col conrcorso deHo Stato, di quel sistema di asskurazioni e di pensioni operaie, che è nei voti e nelle rive,ndi– cazi,oni primissime deHe classi l,avor.atrioi. Il riordinamento e la sapiente ed economica utili.z– z,az,ione de,i mezzi e 'de,lle forz,e vecchi-e della coo·pe·– razione costituiranno, col loro innestarsi e coordinarsi ai nuovi bisogni e ai nuovi ideali, un coefficiente di prim'ordine de1'la soluz-ione de·I problema. Mezzi e forze quelli, l'iherati d'31ll',in!Jreccioe dal viluppÒ di tu'lti i p,arassitismi che vi stanno abbarbi,oati, di una imponenza grandiosa, ai quali saranno da aggiunger-e i concorsi degli enti locali, dello Stato e degli im– prenditori. E giacchè si può calco-lare che iad assicu– rare i servizi delle anzidette assicurazioni (ma.Jattie, infortuni, inval:id-ità, vecchiaia, maternità, disoccup·a– zi.one involontaria, e cosi via) polrà occ&-rere in m¼– dia per ogni operaio una quota corrispondente al cin– quie per cento del salario medio, non s,i è lontani d,al. v,ero ,s,e• si affe'l'ma che questo one·re potrà essere in gra.n,d.issima misura coperto coi concorsi che sono stati ora a-ccenn,ati. Onde è ,e,vidente la opportunità d-ella iniziativa, che abbiamo volut-0 rapidamente riferire ·ed illustrare, e la necess·ità che le organizzazioni operai-e e il Partito so,ci,alista spfo,ghino un.a vivace azione di incitamento e di imp-ulsi rin,nov.atori neil,e Soci-età di m-utuo soc– corso, n~i Comuni e nelJ.e istituzioni p•iù specificata– mem'te di clas>se•,come l,e,Ca.sse di resistenza, le Cass,e contro la disoccupazione, e simili, mentre la Com– missione .n:!lzionale che sta per ess-ere nominata dalla Fede·rozi,one, intenderà a promuover.e un V'asto -censi– mento della beneficenza e dell'assistenza, e, traendo ispirazfone- dal· movimento che si verrà, è auspica– bile, delineando e affermando dappertutto, ràccogl-ierà il -pensiero e· le tende112e di .esso ·in una s•intesi con– Glusiva ,e unifioa,trice e di ·efTeH.11Jazi·one pratica im– mediata. L'agitazione voarrà nel medesimo tempo a r,iferm.are l'attenzione del Governo su taluni d.isegni già appre– stati e ,approv,ati dal Consiglio s-uperiO'l'e d-el J,av-oro, e a :richiamarli dall'obli-o. Lo ripeto: al d,isopra dei vantaggi immediati, a d,iff.er.enza della campagna me,raviglio&ame·nte orga– nhzata anna· Federazioné ne.zion.ale dei· lavoratori della terra; in un-i-one con lutto il movimento della coop-erazione operaia e con gli enti locali -penetrati di spiriti innovatori, contro la disoccupazione e per i lavori .pubbJ.ic:i, questa camp,agna che vuol mettere in prima fila anche i proiì:1emi della previdenza ha una finalità sociale che mira più !unge, v,e-rso un as– setto di ·superiori conquiste del salariato e che tende a segnai.are e a ren<lere p-iù sens~bile il pericolo, per cui ,a iperboliche promesse e a rovinose de-vi.a– zioni nel presente sia sacri,ficato l'·àvvenire del mo– vimento operaio italiano. GIOVANNI MERLONI. • Ai prossim,i Nnmeri la monografi,a del Pro– fessore J. TtVARONI su l'Imposta sul reddito, uno studio su La Cina di G. BossoN1, Impotenza Cleri– cale dì Q_ BoNAGIUso, ed altri interessanti a1·ticoli non ancora annunciati. I collaboratori ci vorranno d01· venia del non ~~to 1·ìtm·do. ,~otecaGino Bianco . À GUEIUlA SCOPPIATA che resta da fare ai socialisli? Questo articolo di Carlo Kaulsky, ispiralo certo ad una serena difesa dell'atteggiamento dei compagni di Germania, di cui fa una regola quasi universale di condotta, ci pare più interessante che convincente. Il problema che l'illustre compagno nostro si pone, è dei più delicati: che debbono fare i socialisti una volta che, malgf'ado loro, la guerra è scop·piata? Se egli l'ispondesse semplicemente: confondersi nella nazione e battersi per la patria comune, noi non avremmo nulla da opporre. Ci sono necessità che si subiscono e non si discutono. Ma il Kautsky, per di– scutere ad ogni costo, ipotizza molte circostanze di fallo, per ognuna ventilando un giudizio particolaf'e. Ebbene, è in questa analisi che egli lascia intravedere lq Ùsi preco'{ce.tta; come,que/la che l-0 conduc.e a sta– bilire l' indi{[ erenza socialistica-marxistica di fronte a/l'aggressione, per non avere mai un turbatore della pace, un delinquente da punire, il che, secondo l'au– tore, porterebbe i socialisti dei paesi in guerra ad eternare tra di loro i rancori e l'enderebbe più dif– ficile la ripresa della Internazionale dopo la guerf'a. La debolezza dell'argomento consiste in ciò, che esso pl'escinde dal fallo che i socialisti dovrebbero pur sa– per sempre distinguere tra i Governi, rei dell'aggres– sione, e i governati; dovrebbero, hon /ar·e questi col– p,evoli dell'aggressione, ma neppul'e, per innocenlare · i govef'nati, dovrebbÙo in(.locenlare i Governi, contro i quali è bene si arroventi la collera di tulle le vit– time, perchè essi sono che assumono l'iniziativa della guerra. Insomma l'articolo di /(aulsky, unificando Go– verni' e governali, astrae dal fenomeno di classe. Ed ecco perchè, interessantissimo come è, l'articolo 11011 risolve i11 dottrina e, come proxis, abbandona al– l'istinto deÌle masse. la questione: quale deve essef'e la condotta dei socialisti a guerTa scoppiata. LA c. s. Il nostro partito ha molto discusso i mezz-i e i me– todi p,er impedire una guerra minacci•ante; invece as– sai di rado ha disc-uss-0 la questione, come esso si d·ehba -contenere dura,nte una guerr:a che Le sue forze non <bastarono a scongiurore. Nell'agitazione per il mantenimento della pace il · P;artito socialista può spiegare, tutte le sue for_ze; quando invece la guerr,a è ~coppiata esso è posto nelle cond!izioni di stato d'assedi-O ed ogni libertà di mo– vimento gli è contesa. Giammai il Governo è così forte e i partiti sono così deboli come al'lo scoppi.o di uno g-uerra. Indubbiamente la condotta del Partito socialista du– ro,nte una guerr{l è problema assai più complicato che quello della agitaz,ione per la pace: e il tempo di guerra è per se stesso il meno adatto ad una oalma e serena discussi-0ne della questione. L'obbiettività è impossibile, anzi per taluno è un delitto. Finchè la g-uerr.a è soltanto minaccia, la questione è per noi assai facile: nelle attuali circostanze non c'è guerra che non sia, per la nazione in generale, per il pxoletariato in particolafe, una sciag-ura. Noi discuti.a.mo se e oon quali mez:g_i possiamo impedire la gu,ero-a, non già se e ~uale guer:r.a sia buona o cattiva, )»ile o dannosa. Ma la sostanza dell,a cose. mut:l cn colpo, appena oonstaliamo che noi non pos-

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