Critica Sociale - XXIV - n. 21 - 1-15 novembre 1914

CRITICA SOCIALE 323 resco alle fiamme della grande guerra si risveglia tra i rivoluzionari d'Italia. Ebbene, ciò ci addolora, non ci stupisce. È Marx che insegna : il modo di vive"re determina il modo di pensare, e non il modo di pensare il modo di vivere. La violenza è tanta parte cieli.a-nostra vita, che è impossibile non sor– prenda e non informi, contro le nostre teoriche cli principio, le nostre opinioni di fatto. Non cercate altrove la ragione del libicismo socialista, dell'irre– dent.ismo rivoluzionario. Sono le grandi folate cli reazione del pensiero che si abbatt-ono fatalmente sui partiti. Come nel settembre 1911 noi già ci sentiamo sopraffatti. Noi non possiamo vivere di socialismo. Video meliora proboque ... Che cosa sono· le nostre formule «aride>> contro gli ignivomi fan– tasmi cli una tradizione millennaria cli virtù, di valore e cli strage? Essa ci fa bollire voluttuosamente il sangue per tutto il contenuto della nostra animalità, mentre il n9stro pensiern, così pallido, così esile, ci fa tanto soffrire nella contraddizione col volgo innumernbile! Ecco, ecco la clisfatta ciel socialismo! La borghe_sia ha ragione. Soltanto _ess~ crede tal_e disfatta eterna, mentre non è" che di un -ofa. La ri– scossa è sicura negli effott.i stessi della vittoria ne– mica ... Tuttavia come è triste che l'ascensione socia– lista non avvenga se non at.trav.erso una lenta assidua alternativa di albe e di crepuscoli! Come è facile pur tra i pastori smarrire, guardando la meta, la trac– cia della via! Il socialismo è {ine, ma è anche, es– senzialmente, metodo. Esso vuole la libertà, la giu– stizia, la pace; ma esso vuole 1a libertà, la giustizia, la pace attrave·rso l'azione ciel proletariato univer– sale. Super hanc petram. La guerra cotal pietra evidentemente rimuove, demolisce. Ecco compro– messo o ritardato l'edifizio, Ecco l'antagonismo tra gu,erra e socialismo, che è veramente insuperabi]e, fino alla necessità assoluta della difesa della vita e della indipendenza. IL VICE. NO-N Lfl GUER.R.fl ma una grande politica economica Pare che la situazione internazion,aJe· sia consid,e– rata dai poteri pubblici e dalle classi dirigenti come un alibi che li esoneri dall'occuparsi dei probJ.em-i, e dei p,roblemi più gravi, d-ella economia interna. P-o– htica estera, politi,ca degli .armamenti: tra questi du,e poli si svÒig,e tu.tto• l'asse dell'azione governativa. È vero che· il Governo si è occupato anche della diso.c– cupazione e dei l"lvori pu,bbJi,ci; è vero che il mini– stro cl,ell'Agri,colturil ha dato .J'allarme sulle de,fici,enze della coltura gr,anaria, e si iadop-era a s.uscitare i·ni– ziativ,e ed energie capaci di· irrtensificarla ne.Jla mi– sura maggiore. Non è del pari negabile che altri prov– vedimenti di un certo· rilievo siano sfati presi per arr,estiare· la dégringolade economic,a, di cui da te,mpo, per, effetto d,ella impresa libica, si erano v,en,uti ac– centuando i sintomi ,e !,e manifestazioni .. Ma, di fronte a una situazi-0ne che si va facendo sempre più aHar– mante, sono quelli rimedii di gran lunga iDsufficiienti, ins.pirati al -sempi'ioe empfrismo dei bi-sogni improro– gabili dell'ora. Intanto la faocenda, dei milioni de>stinati agli enti Ioooli p-e,r i lavori di più urg,ente interesse pubblico·, la oui pronta esecuzione sanerebbe in parte per i mesi venienti la piiaga straz,ian,te della disoccupazio– ne, de,lla miseria e della fame, minaccia di diventare, se non si corra .ai ripari, una mezza turlupinatura. Gino Bianco La Cassa De,positi e Prestiti tende a fore un ostru– zionismo in p.i-ena regola. Ne ·avrà, probabilmente, le sue• buone• ragioni, non esclusa questa ... che la Cassa è rimasta, dopo· lo sforzo libico, esausta, e che i mi– lioni s-c:ritti s·ul deoreto-legge non bast,ano p1Urtrop'.J)•0 a rifornirla. Nè l'imp-U'lso dato alla ·intensi,ficazione granaria è molta cosa, poi che non si ha l'ardimen,to di bonoepire e proporre, quei p.rovvedimenti di ben più vasta por– taba, che mirino ane radi-ci stesse della questione, e pre·ndano di fronte il problell)ia della tenuta delle terre nei suoi aspetti economici e giurid~ci; per ri: solv-erlo in conformità agli interessi di ordine più g-enerale, e coHettivo; di contro ai gretti e antisociali egoismi padronali. · Qufclntopoi ai varii decreti i-ntesi a tutelar-e il :e-on sumo., ognuno v,ede che cosa avv,enga con le, esporta– zioni spensi-er-atamente conoesse, di•e.tro il parav,ento delle parti.te di giro all'-entrata e. all'uscita: in realtà si s,a quel che e·soe, non si sa che cosa entri in cor- 11 risp-e.ttivo; 'e ad ·ogn,i mòdd. ai fronte ,ai bisogni del consumo le merci non si bilanciano- solo nella qu•an– tità; e le altre disp·osizioni sul credito e sui depo,siti rappresentano• misure indispensabili e ovvi-e in un momento come il pres,ente, ma sono se·mplicemente dif.en ,siv,e, non hanno alc,un carattere propulsivo. Fuori di ciò .n'Ulla. Nuna, men.tre la crisi interna– zi.onale si è ri·percosJsa e si ripercuote disastrosamente sul nostro, paese; mentr-e sul bi-lancio economico na– zional,e si è abbattuto un duplice ordine di oneri: il lucro oessante delle oolonie ester•e abituate a per-cor– !'ere in lungo ,e in largo l'ltaJ.ia per diporto, per studi, p,er .ammi;rozione- estetica:, per ragioni di salute, e il d,anno ,emergente, già emerso in tutta I.a sua dolorosa realtà, della -emigraz,ione laboriosa e redditizia preci– pitosamente ri,entrata in Italia, dove pure deve tro– var:e da I,avorar,e e da vivere; mentre l'industria e il commercio, già dur,amente provati d.alla immane sot– trazione del medio circolante operata dalla nostra disavv,entura c:olonia,le, male reggono il peso· di una prova ancora più tr-emenda, balz,ata su di •essi quando de.Jl'altra· durav.a,no .ancora i tristi riflessi. Sap·pi.a:mo bene che taluni hanno beH',e pronto il rimedio eroico: la guerra. La partecip,azione aII,a guerra - guar,d,ate un po' gli scherzi e i tiri della logica ~ non ci vecherebbe maggior ma].e di quello di- -cui soffriamo a.ttualm.ente, non partecipi: e. in più ci riserva vantaggi -che la nc,u,trnlità non ci consen,te ... Ah\ no. ];>rimadi' tutto in ca.testi calco,Ji non si f.a che l'ip·otesi del vinoe!'e, se si· tratti di guer!'eggiare. O.el – I'altra, opposta, n,o,n è f.ors,e patri-ottico, metter conto. Che se si faociano- i con,ti della neutralità, essi v·ol– gono ..semp.r,e in pura perd-ita, agli o,cchi dei suo,i av– ,ve·rs.ari.. Ma, soprattutoto, si deve dir-e- che la guerr,a, s-emai, ha da avere le, sue prqpri,e rag-ioni, non costi– tuire una spede di soampo di•sperato- a una difficiJ.e sit'l1azi,one ,e,oonomi,ca interna. La qua].e, po-i, se no,n si,a consid•erata con l'unilateralità dianzi accennata, è sicuramente difficil-e,ma ha .a suo f.avore -e.J.ementinon irri,J.evanti nella stessa situazione, economica degli .altri pae•si ,e nei mutamenti prodotti dalla gue.rr- a. E Io stu– dio di questi ,elementi indica da quale p,arte si,a I.a vera via di usci.La dalla crisi economie.a, crisi di pro– duzione, cri•s.i di diso,ccupazione·, che imperversa nel noHtro pa,ese. Ce.rtamente tali ,eJ,ementi si sarebbero p·res,entati di ,p,iù ag,evo.J.e pro.fitto a un o.rg, anismo eco– nomko e industri.aie a grande sviluppo, il quale da un Iato meno .avrebbe ri&entito le ripercussioni nega-

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