Critica Sociale - Anno XXIV - n.20 -16-31 ottobre 1914

316 Cl\ltlCA SùClALE F,rancia c·on la Germania; è previsione assurda che dal trionfo in guerra. d-egli all-eati debba venire auto– matioomenle il trionfo del diritto e della democr,azia e, 001me si aggiunge dai paladini della Fran,cia, la sconfìlla del militarismo e là tendenza al disarmo. In Francia il milit.a.rismo, che il desi,derio della l'évanche av,eva reso potentissimo fra il 1870 e il 1900, tanto da minacciar-e più volte il p,ericolo di una dit- , talura gallonala, ,e che la coali-zione delle fo.rze de– mocratiche aveva vi-nto dopo la famosa agitazione per l'affare- Dreyfus, riprenderà baldanzoso i suoi ten– tativi di ,egemonia all'indomani di una guerra i,n cui la forza dell'-esercito abbia ri,cacciato il nemico e li– beralo i-I p,aese dalla minaccia del· giogo p.esante del predominio teutonico. E, in Inghilterra, !',esperienza cli questa guei•,ra, in cui non è bastata la padronanz.a dei mari per dare .aiuto -efficace agli alleali e colpire il nemico, ma è occorsa l'organizzazione di numeros-e forz-e terrestri; l'esperi-enza di que-sta guena - di– cevo - potrà suggerire .ane · classi cliri-g-e.ntiinglesi, forse allo stesso partito liheral,e, l'oppo,rtunilà di i11- trodurr,e anche là la coscriz.i,one militar-e obbligato-ria. E in Russia? Anche s-e si voglia accettar,e ad occhi CJhi usi l'opini-one, messa. in circol,azio-ne dal Ferrero e da qualohe altro sociologo, ripetuta, più volle in que– sti gi.ot •ffi, ohe cioè la Russia appartenga al no-vero clell·e nazi,oni a tencl,enza democratica; an·ohe s,e si vo– glin nmmet.t.ere sen:w discussione che sia stato il mi– litarismo prussiano l'appog·gio più efficace, anzi il v,ero arlefìce clell'aulocraz-ia russa: pur c•on lutto que– sto, sareb,be puel'il-e sup·porr-e che una villoria i·n guerra, ,e il conseguente trionfo del militarismo, ìn l1'11 pa,ese in cui la resistenza de-Ile forze pro,gr,e·ssive è ancora così cl,ebol-e,po,ssa avvantaggiare e affret– tare il trionfo della democrazia. Bisogna aggiung-er•e che le ragi,o,ni cli ri.valità fra nazioni non verranno- tulle eliminate dalla guerra, al– meno immediatamente. La Germania non scomparirà, e non scomparirà neppure l'Austria, se anohe - come è facile pr,evedere - sarà privata cli più di una pro– vi,nci,a. Nel Congr,esso, C!he si terrà dopo• la gue-rra per dec·ider,e il nuovo assetto d'Europa, sarà l'Inghil- 1,erra stessa, se vittoriosa, che di·f.enclerà l'esi-stenza dell'Austria contro il pangermanismo, dell'-elemento tedesco, e contro. le bramosi,e d·ella Russia, in ossequio al c.rit,erio, fondamentale ,e costante della politica in– glese, cli creare o m,antener,e nel continente fo.rze a-dal.Lead impedire il tri,cmfo di quel qualsiasi Stato ohe as·piri, all',eg.~monia, ,come potrebhe e,sser domani - sotto gli auspici del panslavi•smo - l'Impero russo. Non è anzi .arrischiato supporre la possibilità, fra qual,c,he decennio, cli una alleanza fra Inghilterra e Ge=ani.a contro la Russia, s-e non sia prima v.enuto il trionfo del socialismo, o tutta una nuova dir-ettiva politica· degli Stati, a eliminare ogni possibilità cli guorra. Non voglio .c,on ciò conclude!'e senz'altro, che no-i d,obbiamo guiard,are il clom:lmi con animo dis-r~eralo, e ritenere indifferente ai nostri fì,ni che dalla guerra pres-ente ,e-s-canovittoriosi gli uni o gli altri. Dico sol– tanto, ohe, anche nell'ipotesi, ,ce,rto più favore,vole pe-r noi, di vitto-ria dei franco-inglesi, noi do,vremo serrar subito le fìl.e dell'esercito proletario -e non abbando– narci coi vincilo-ri .all'entusiasmo- per la villo.ria, m,a prepararci a difendere contr.o essi quelle istituzioni e quei principi, per cui essi dicono -e hanno forse l'illusione di combattere. Sarà la forza del proleta– riato ohe potrà salvare quel patrimonio di d,emocrazia BibliotecaGino Bianco e di giustizia che si è fin qui _riusciti a costituire, e impedire che sì,a ,arrestato il cammino delle nazioni verso forme più elevate di vita p·olitica e sociale e v-erso l'attuazione di più vaste solidarietà umane. *** La conclusione a cui io m'avvi.o p·a.rrà forse al- quanto discorde dalle consider-azioni ohe io son venuto es·ponendo sin qui. Ma io ho voluto eivitare che la mia conclusione sembrasse in alcun modo tratta ali.a stregua di quei criteri, co-n cui la bor,ghesia li.J:>erale e democratica giudica della presente guerra e pre– sume di far prognosti,c,i sulle sue conseguenze. Premesso questo, io pongo- la domanda: s-e sia la neutralità assoluta il fin.e sup-remo ed uni.co al quale il Partito socialista debba mirare, per mantener fede al suo icl,eal,eantiguerresco e antimilitarista. Noi non siamo avversi alla guerra al modo stesso dì certi pacifisti (prescindiamo- qui da ogni ricord,o del contegno che moltissimi pacifisti n.ost~ani tennero cli fr.ont,e all'imp,r•esa libica), per i quali il manteni– mento della pace è il bene supremo al quale ogni al'tro deve essere subordinato e sac1,ifioalo. No•i, che .addestriamo il proletariato alla sua guerra contro le classi clornin,anti, non possiamo cl,etestare la guerra solo perchè è causa di sp,argimento di s,angue; no,i amiamo la pa,ce nei rapporti i.'nternazionali perchè -ess_aè mezzo a r-aggiungere altri fìni,: a favorire lo sviluppo di quelJ,e forze ed atlivi.f,à che elewrno- la con– dizione del prolet:ariato e ma-Lurano forme più alte di ci,viltà; a cementare i vincoli <;I-ella solidarietà prol,e– taria internazionale; ad .acuire nella cosci,enza pro-J.e– taria il senso degli antagonismi di class,e, che la guer– na inv·ece, come si è clett:o, tende ad offuscare e pa– ralizzare. E non possiamo neppure, d-i fronte ad una guerra, ritenere· esaurito il còmpito nostro cli partilo, interna– zionalista p,er definizione, con lo- sforzo fatto di pre– servare il nostro paes-e o, se si vuo.Je, il nostro· prol-eta- 1•iat.oda quel turbine in cui è stato- travolto il prole– t,ari.ato degli altri paesi. Un si.ffalto esclusivismo na– zionale potrebbe essere guida all'atteggiamento dei naz.ionalisLi, se questi - o per balo-rdaggiri,e cong-enita o, piuttosto, per gli evidenti fin.i reazionari a cui tendono - non ritenessero la guerra sLrumerito ne– •cess,ario al trionfo cl,el loro ideal,e. Ma noi non pos– si,amo misurare il ben,efi-cioe- l'opportunità del nostro atteggian.r,ento ali~• str,egua ·del solo vanta,ggio eh~ ne consegua il pro.J.elarialo italiano. ' t I . • ' , ' I •, fl\(t , I• • I , : , , È moltre -evidente che, se fu ben chiar,o qual.e do-· vesse essere il nostro còmpi-to e il nostro metodo, p,ri– ma della guerra, per cercar d,i impedir,e ohe questa scoppi•ass-e; ora, che la guerra è scoppfata, il nostro còmpito, pur rimanendo sosta,nziialmente lo stesso, deve necessariaim-ente- attuarsi in form-a diversa. · Noi possiamo cioè, conforme ,a queste premei,se, proporci oggi di tenere quell'atteggiamento C)he me– glio giov.i, per quanto è possibil-e, ad afTreUare il 'ter– mine della guerra; ma anche più noi dobbiamo ten– der-e ad ottenere la risoluzi-0ne del massimo numero di quei problemi, che determinerebbero in avvenire la persis·tenza d-egli Stati nena politi·ca di rovinosi armamenti e potrebbero far sorgere il pericolo di nuovi conflitti armati. • Se la guerra attuale nÒn darà un risultato rispon– dente alle speranze di coloro che attendono da essi il trionfo del diritto e della democraz.ia e I'elimina• zione di tutte le cause di futuri conflitti, se essa non

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