Critica Sociale - XXIV - n. 18 - 16-30 settembre 1914

€Jritica Sociale fi/VIST ./J QUINJJ/CIN.1/LE JJEL SOCIJILJSMO Ne'l Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 10 - Semestre L. 5,50 DIREZIONE:Milano- Portici Galleria, 23 - AMMINISTRAZIONE· Via S. Damiano,16 - Milano Anno XXIV - N. 18 Numero separato Cent. 40 JI Milano, 16-30 settembre 1914 Agli abbonati semestrali Sono già usciti parecchi numeri del se.condo semestre ed alcuni abbon~menti non S·ono stati ancora rinnovati. L'Amministrazione si rivolge pertanto ai ri– tardatari pregandoli di voler sollecitare l'invio della quota relativa, essendo altrimenti co– stretta di sospendere. l'ulteriore invio della Rivista. SOMMAR.IO P o 11 t I e a e d A tt u a 11 t à. Exwsatlo (LA CRITICA), La ,awtraUtà pel' uscirne (IL VICE). I Umtti della ueutraiilà (Avv. ETTORE MARCHIOLI), i socla!Lstl tedesc1,i e lt 101·0 apolitldismo: llfluta,·1s1110 .... e i11/rn11- slpe11za (Prof. GIOVANNI MERLONI). Studi economici e sociologici. Le so,·tl del dl,·ltto lute,·11azlonale (ALFA LAMDA). Rlflesslo11, sulla conflag,·azlone ew·opea: I. La gue,.,.a e la pace; II. Le t,·e vedute suWavve,il,:e della guerra,· ]II. Sintesi della ete,·ogeneltà sociale 111due tipi antagoulsticl: vlolentl e pacifici; IV. I.e p,·esentl società foudate snlle classi e la legue coel'Citlva ester11a (Prof. ENRICO LBONE). EXCU5flTIO ... Questo numero clella Critica Sociale ci e 1·iu– scito, quasi."senza nost?·a volontà,,• tutto dedicato alle idee ed agli aspetti della guerra. Non sap– piamo se alcuno lo giudicherà monocorde. Ne • ohiediamo subito venia ~ quel signo1· " alcuno ,, et.l ai nostri am.ici e 1,alorosi collabo1·àto·1·i, sa– cl'i(ì.cati sull'altare della più spaventevole Attua– lità. Ma della venia Siam,() sicui•i, poichè osiamo ci·edere che gli stessi supposti protestanti non sfuggano all'unico, ossessionante argomento, che ci ci1•conda, che ci assale da tutte le parti, che mette in discitssione ed in fo1·se tutti gli aspe{ ti della dottrfna, tutti i fatti dett' azione del Pai·tito socialista e della classe proletaria. Insomma, in questo tempo è la nostra mente che non può tende1·e che ad una unica questione, a quella questione. Ed ecco pe1·chè, scossa ogni esitazione, abbiamo alfi,ne immolato la varietà del fascicolo alla varietà dell'argomento. Il peggio è che al ·1•iguardo non osiamo /ònnula1'e troppe pi·omesse neppiwe pe1· i p1·ossimi nwllel'i. LA CRITICA. oteca Gino Bianco LDnEUTHDLITD PER U5CIHnE Chi ha occhi per v,ederc, vecl,c che intorno a noi gavazza il seH;embre 1911, ma più in grande, come si convi,e,ne ai più vasti disegni di rovina e cli conquista che ribo.Uono nelle capaci menti dei nostri naziona– l·isti, riformisti (cli destra-) ed allri terribili anarco– &indacal.isti della stessa fabbrica t1·ipolina. La pél.rola d'orcLine è la neutralità per uscirne. L'argom<lnLa– zion,e•è que.Jla di .allora, ma in tono aJ11chepiù alt,o; l'arg·omentaòo,ne è quella di allora, volta a commuo– vere il socialismo. E giusLo.. UbbriacaLo il prol,cta– riato e confutato il socialismo,, la guerra può pas– sare. In Francia, prima, ha dùvuLo anche assassin,are J:).urès. Dunque il socialismo si vince dicendo che i I sociahsmo - queHo vero, guardarsi dalle con– lm[lazioni - non è la pace, ma è la gu,e·rra. E qui so'cco,1-ronoMarx, Sorci, tutti gli a poJ,ogisJ,idella v,io- 1,e·nza. E qui sii illustra la posizione ped-ettamcnt,c anafoga ctella guerra e della lolla cli classe. Dunque, ceco, I'a priori bcl!rigcro del socialismo che non coll– t1'asta, anzi esalta la guerra cli cortquist.a. Dunque, ecco la missione etnica belligera che coi crismi so– cialisti dì,sperd,e 1'e razze inferio,ri, guadagna mer– cati, apre nuove vie alla emigrazi.onc. Oh! Italia! lt,1lia! Dunque, c,cw l'allra sponda che ci cl.evc dare il Medit.erran,eo e la difesa delle cos·t,csicule nell'arco stmtegico·, sono il quale non pass.e·rà più una nave for-cstiera- senza il nostro· permesso. Come tulto ciò rcggess,e noi oggi sappirn'no appieno. I pizwrcloni flcl socialis,mo etnico, patriottardo, sbracciantesi con la schiuma naz·ionaLista, come ripetono ancora oggi nelle cl1mosirazioni attorno .al Quirinale, celebrando i saturnali d'ella Beozia nazionale, si sono poi bat– tuti il petto e hanno recitato, il con[ileor nelle pre– murose abiure elettorali ... Ebb~ne, adesso sono• da cap o, iITconegp;ibili, ost,entando nazionalismo, pa– t.ri ,o,t.tarclismo,ccon lo zelo puerile dei neofiti, spiran– do fuoco• e guerra dalle nonpé"gasc,e narici. Ed ecco ripresi i motii;i di allor.a. Gr.and,e firrczza . nazionale, gr.andc prosopopea it.alica in stile di mo– s·chet.tiere. Se l'Italia non si batte quando luLLe le p-ot,eme si batt,ono, socnde a I livello cli una Serbia ... con la nota aus,triaca! L'Italia deve uscire in guerra per la latinilèt c•ontro il germanesimo: essa è la vin- · dic,c delle popolazioni oppresse. elevasi.ate dalta guerra; essa è il propugnacolo della violat,a neutra– lità del Il-elgio. Il s,ocialism{) italico - po,ichè quello i11ler·1w:io11ale n·on esiste più - lrn da essere l'al– lcaL o del soc·ialismo belga. ckl so.cialismo franccc,c p.cr essere il castigo del fodifrago socialismo au– str·ia ,co e germanico. E la [!rande opera si deve com– pire con la g11cn'.a e per la gurrrn. Per la guerra e con la guerra di !talia si salrn11D le democrazie, le libertà europee dal prepotere della violenta egemo– ni,1 p-,crmanica. E in questo arclenLis&imo idcalr ri– ·voluzionari e riformisti (di destra) si trovano in pic– nn unissono con· coloro che hanno sempre detto raca della democrazia e che hanno sempre sfaccia-

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