Critica Sociale - XXIV - n. 17 - 1-15 settembre 1914

cnrtiCA SOCIALE- 265 scienza che, in fa:Llodi sciop,eri gen,erali, conviene decidersi: per la semplice protesta, breve e com– posta, o per la insurrezione, senza orolo.gio aHa mano, violenta, e preordinata perché sia efficace. Oggi ,come oggi, c0sì lo sciopero g-enerale delle botteghe chiuse ,e del proletariato. che non mangia e perde i salari ... per protesta contro il Governo, come la sommossa se1n'armi e senza viv,eri, è sem– plicemente suici-clio. 10 agosto 1914, GIOVANNI ZrnoRor. Ai pro3simi numeri: L'imposta sul reddito nella Finanza contemporanea, del prof. JACOPOT!VARONI. Le so1·ti del dil'ibto internazionale, di ALFA LAMDA. "Il Programma.Socialista tt(l) Marxismo e re'visionismo - Lf1 piccola impresa , ' 'nell'evoluzione·i'conomica.' ' La prima ed"izione di questo libro è del 1892. Da al– lora molto è cambiato nelle ccse e nelle, teste, tanto che, nello stesso Partito sociali9ta tal volta ci si chie~e se programma, e commento al programma., non fossero invecchiati e resi disformi da.i fatti. Certo, le precedenti edizioni sono invecchiate qua e là in quanto si basavano su un materiale, sorpassato da nuovi fatti e da nuove constatazioni. Le illustrazioni statistiche, ad "esempio, erano tolte in gran parte dal censimento professionale del 1882, mentre s'era pubbli– cato quello del 1895. Nella nuova edizione, naturalmente, ho sostituito le nuove cifre alle vecchie. Ma, oltre le illustrazioni, non sarebbe in vecchiata e dimostrata erronea la stessa teoria? Non sarebbe ormai necessaria una sostanziale revisione d11l programma socialista? Ho esaminato attentamente il presente scritto anche da questo punto di vista, ma - salvo un punto, su cui tornerò - nulla trovai di notevole da modificare. Tutte le critiche alla " teoria dell'immiserimento ,, e alla "teoria catastrofica,, non mi fecero mutare i.in iota; principalmente per questo: che io qui non avevo fatto parola nè dell'una nè dell'altra. Sono teorie delle quali il Programma di Erfurt taceva, e che vi si vollero leg– gere a forza, malgrado ogni protE)sta, sol.o dopo parecchi anni da Qhe esso venne formulato. Q,uando lll'acque il l'rogramma ·di ,Erfurt, la possibilità• che il proletariato conquistasse il potere politico senza catastrofi, appariva, in parecchi paesi, per esempio in Inghilterra, inolto più verosfmile, che non oggi. Lo stesso Marx aveva ammesso per l'Inghiltei;ra la possi– bilità cli un'evoluz~one pacifica. Se egli non credeva a questa possibilità per i grandi Stati dell'Europa con– tinentale, ciò non dipendeva da una speciale teoria catastrofica, bensì dal carattere particolare, in essi, del potere statale. Ciò non costituiva una " teoria cata– strofica,,, come il constatare l'avvicinarsi di un tem– poralé non dà la teoria di un temporale. (!) La Società Editrice Avanti! (Mll~no, vin San Damiano, 16) sta per dare alla luce una nuova edizione di quel p,•ogl'amma Socialista del Kautslcy, lllustrazlone del P,·og,-a,nma à/. Erfu,·t, che figurò già lungamente nella Biblioteca di propagande. della c,·itica Sociale e che da alcuni mesi era esaurito. Il volume uscirà fra brevi giorni e co&terà L. s. Riproduciamo la prefazione alla a• edizione tedesca, ohe ·era tuttora Inedita per l'Italia. toteca Gino Bianco Siccome il mio scritto clelinea i fondamenti teorici della dottrina, e non le basi della tattica socialista per determinati casi, non avevo alcun motivo di formulare e difendere una qualsiasi teoria catastrofica. Lo stesso per la teoria dell'immiserimento. Quando s.i formulò il Programma di Erfurt, i marxisti conse– guenti consentivano da tempo nel concetto che l'eman– cipazione del proletariato -avverrebbe, non già per la miseria crescente, ma pel crescente antagonismo cli classe, e per la lotta di classe proletaria che ne con– segue. La " teoria dell'immiserimento ,, delle masse apparteneva al socialismo premarxista; essa era stata superata dalla teoria è.ella lotta di classe, e in ciò noi vedevamo fin d'allora una delle maggiori conquiste del marxismo. Il riconoscimento della tendenza na.turale e necessaria del capitalismo ad accrescere la miseria, la oppressione, lo sfruttamento, era per questo impor– tante, che chiariva la necessità del co.gtante estendersi e acuirsi della lotta di classe. Ma a ne;suno di noi era passato pel. capo di dedurne la neces8ità di una cre- ~fWP,t,~ degr!l.q.azione nel proletariato. ; .,. La teoria dell'immiserimento è assente da questo scritto. Per essa, come per la teoria catastrofica, io non ebbi da·" rivedere,, neppure una virgola Una terza teoria, e questa effettivamente formulata da Marx, venne risolutamente contestata: quella delle crisi. Costruita sulle esperienze di un mezzo secolo, vari •·successivi decennii le avevano recato luminosa con– ferma. Nel 1898, ad un tratto, la si impugnò, per es– sersi seguiti tre anni, dico tre, di prosperità. Se per questo il Partito socialist,a tedesco avesse modificato il passo del Programma sulle crisi, gli sarebbe toccato il grato còmpito di rimodificarlo un paio d'anni più tardi. Ohi lascia convinzioni e programmi in balia ai più mutevoli zefiri della critica - ch·e il più spesso si connettono a fugaci disposizioni di spirito - quegli non farà altro che una serie interminabile di correzioni, diventando lo zimbello degli avvenimenti, anzichè do– minarli pei suoi gràndi ed immutabili fini. In un sol punto ho dovuto attenuare il già scritto; e riguarda il preveduto regresso della piccola impresa in agricoltura. Questa, nell'ultimo ventennio (1), non si decompone cosi rapidamente come pel passato; qua e là, anzi, guadagna terreno. Q11esto fatto, nel 1892 non così manifesto, mi costrinse in seguito a -maggiori ri– serve. · Ed è tutto. Nessun motivo per ammettere una nuova tendenza, contraria al sostituirsi, anche in agricoltura della, graçde 111\a .'piccola iinpres,a. I dati di fatto al cui disponiamo in proposito sono ancora troppo inde– terminati, e, piuttosto che un mutato indirizzo tenden• ziale, designano un ristagno dellà evoluzione, quale apparve finora, circa la grandezza delle imprese. I mu– tamenti dell'ultimo ventennio nella estensione delle varie specie di imprese non sono nè importanti nè ~nivoci. La grande cultura qui è in progresso, altrove rn regresso. Il ristagno, inoltre, è ancora troppo breve ed incerto per autorizzarci a concludere in contrasto alle esperienze di un secolo. Rischieremmo anche qui quel che è toccato a parecchi revisionisti nella que– stione delle crisi. Si noti infine. che, colla concentrazione del capitale, come Marx lo concepiva, è compatibile, nonchè il per– sistere, anche un ce,-to aumento della piccola impresa ìn dati rami della produzione, e non soltanto agraria, (1) SI ricordi che c. Kautsky scriveva queste righe nel magirto 1904.

RkJQdWJsaXNoZXIy