Critica Sociale - XXIV - n. 17 - 1-15 settembre 1914

CRITICA S OCIA.LE 268 Delle rnt~itrof , ~elio · ![iopero generale e d' altre cose La guerra è una f orza tremenda e miracolos?. Sconvolge· gli even.ti e I~ previsioni umane, rovescia i piani prestabiliti, distrugge Le speranze, muta stra– rwmente le situazioni. Ponen?o con violenza gli uo– mini cl.in.anzi al fatto, costrmgendoh a dehberart; e .a prendere il loro posto a tamburo battente, h po·rta anche, talora, a dare un calcio alle loro teorie. Per esempio, noi constatiamo in questi giorni il ritiro in buon ordine di un cerLo catastrofismo, che si compiace cantare _a noi riformisti il De Profun– dis, perchè. è scopp.1ata 1a gue·rra '.europea_e con essa « s'inizia un'era di catastrofi sociali»: d1 quelLe catastro.Ji (diceva I; Avanti! del 3 agosto) .c~e i rifor– misti « positivi:sticamente » avevano esiliato dalla sto,ria! Questo povero . pos,itivis•i:n-o, ~r~ parentesi? è 1_11 verità la testa di turco d1 tutti I filoso fi g10vam, del\e ,più oppo~te SPRP.~e. Chissà ~o.me ~e lo figu– rano· dove lo ·vedono, m che uomm1 lo incarnano! Ed è curioso osservare, una volta anoora, l'antico scambio otLico il vecchio errore, dell'attribuire ad un metodo virtù e vizi SQ;vrumani, azioni ed effetti che. da ben altri e complessi elementi sono deter- minati. . Il positivismo? Può diventat fa~ilonismo ottimi~ sta, caLalogismo meccanico, 1\lus1onie.superba d1 tutto spiegare, tutto sapere, tutto scoprire, tutto•.va– Licin.are con poche formule ~ con, una sola cluave mentale; e può essere metodo seyero d:indagiin~, modestia scientifica, dubbio• e cosci,enza d1 tutto ciò che· ci rimane ignoto, aborrimento dall~ _faciliyro– fezie, stupenda e feconda incontentab1htà criL:1ca, Può esser scienza eia stra.pazzo e può essere Ard1gò; può essere c·iarlatanism~ e può ~~s~re Murri. Q, per dir più esatto: l'a~tenbco pos1t1v1sm? è Ard1gò e Murri; la contraffaz10ne, la degene-raz10ne è... quel– l'altra. Ma i neo-idealisti, re.azionari o rivoluzionari, lo vedono nella seconda. Forse è perciò che sognano anche, ch'esso abbia esiliato le catastrofi cl.ali~ sto~ ria; ragion per _cui il rif orrnismo, suo figlio, SI t.rova oggi smentito e fa.Jl1to. . Io non ho studiato, filosofia se non 11 puro ne– oe·ssario per l'es•ame, e non oso dirmi seguace d'un.a scuola che non conosco abbastanza profondamente : ma dichiaro• che -il positivismo - per qu_elt~nto che può avere influito su di me, _esecon~o 11modo che io• l'intendo - come non m1 ha mai cancellato. La nativa antipatia per coloro che freddamente :3-pp1at– tiscono e inaridiscono tutte le cose, spogha_ndole dei valori morali d•el sentimento, de!J.a coscienza, della volontà così non mi ha .mai condotto a esi– liare nè le -~atastrofi nè altr-o dagli ignorati oriz– zonti dell'avvenire. 1:.:suo pregio anzi l'avvezzare ad una grande prudenza nei V(lticin1,· all'esitanza nell'affermare e nell'escludere. Ma questo ag~osticisJ?,O n~m disi:ensa da u!l i:ne– toclo. Ecco il mio: avviare il movimento socialista e proletario per strade sulle q1;1a_li - J?er quant~ sta in noi - le catastrofi non s1 mcontrmo; da-rgh una forza tale, che, se le in.contra, le s~p_eri. È un po' La teoria di quegli uomin_i_vahd1e tran– quilli, che non vanr_i,oa c~rcar 1~ liti, ma,. se ca: ·pita, menan le mam meglio degh accattabrighe d-1 mestiere. . . L'errore fondamentale del dissidio fra noi _e 1 rivoluzionari è forse in ciò: di scambiare per d1_ffe– renze teoriche una diversità prevalenteme_nte J?SI-OO- · logica; di incomodare il positivism? e l'11ea_hsmo, Spencer e Bergson, per una questione d1 sistema 1bHoteca Gino Bianco nervoso. lo dichiaro, o confesso, senza vergognar– mene, che preferirei il socialismo si attuasse senza catastrofi e senza sangue : pronto tuttavia alle even– ~ualità, preoccupato di dare al proletariato la mag– O'ior forza possibile per ogni caso, e preoccupato ~nche (qui forse c'è un divario. p~atico) cli no!l esporre a.Jlo sbaraglio e al sacrific10. supremo _1 l popolo se non con la sicurezza che il danno sui minore d,el vantaggio. · Il compagno Mussolini, per temperamento e per educazione, trova pusillanime questa preferenza per le vie civili. Già, non La sente: ma, se anche La sentis&e, arrossirebbe di dichiararla; gli parrebb_e d'essere - come dicono in Romagna - « un v1- glia-0co ». E non gli passa neppure per la testa che le no– stre preferenze pesano solo- fino a un c~rto punto sulla bilancia degli eventi, e .cl~e, non, d1c~ le sca– ramuccie, ma i grandi confhtt1 della ~tori~ scop: pian~ o no!l sCOJ?piano,.fuor dalla d1fens10n de, nostri poveri senrn umam. Ma 1a « preparnzione psico,logiic.a » (si dice) del proletariato all'azione violenta? Conta poco o null~. Quei: che conta è la fona. Se ha i _pugni· pe5?nU, al momento buono li adopera. Se h ha diebob, le piglia. . . . . . . Per intanto constato senza nè 1roma ne malizia, che, di front; al p11ese~te~ivampar cli catastrofi, il socialismo italiano è unanime nel deprecarle. L'Avanti! afferma che que~t'era di sang~e e d\ cataclismi, che s'apre, smentisce e ~ppelhsce n?1 riformisti. lo rilevo qualchocosa d1 più: che il contegno dei rivoluzionari n.ostrani (e quello altresl dei socialisti europei), dinan!-i ali' eruzioi:i.e de_lvul– cano· smentisce le loro te·or1e e seppellisce 1 loro atteggiamenti catastrofici. Prevedono desiderano 1a catastrofe, quand'è lon– tana. Quand-~ scoppia, fanno come noi: la condan- nano. . . Gridano al re: Non far la guerra, altrimenti fac- ciamo 1a HepubbJ.ica! . Ma se volete d.avve,ro fa.r la Repubblica, perchè deprecate la guerra, che n.e sarebbe la matrir:e? Gridano al Governo : Resta nella neutralità, se no facciam la Rivoluzio ne! Ma, se siete pron.ti per la Rivoluzione, perchè non desiderate la g uerra, che darà fuooo alle vo- stre polveri? . . . E, se non siete pronti, perchè la mmacciate, pe~– chè la mantrugiate sciupandola e logorandola pri– ma ancora d'usarla; riducendola a uno spaventa– passeri che irrita un po' tutti e non fa seria paura a nessuno? Il fatto è ,che la climostrata impotenza dei prole– t,ariati te-desco ed ~ustria_co a impe_dire la guer1;_a ammonisce che la nvoluz1one non s1 fa con le mi– noranze e con la buona voglia, ma con la forza, oon la preponderanza (non discuto qui in c_ifre il pe1:– cento) capace di trascinare nelle. grandi ore ston– che la massa dei cittadini. Quella impotenza ha _sug– gerito all'.Avanti! s.aggie e rette parole, ~he !101ab: biam registrato non per I~ puerile sodd1sfaz!one d1 misere passioncelle polemiche, m.a pe~ la v~n~, che sta di sopra di tutti, e balza su da1 fa.tt1, ignuda e bella, quando la realtà spazza via le formule e s'asside sovrana. Scriveva il compagno Mussolini nell'Avanti! del 7 agosto: « I socialisti tedeschi veingono accusati di non aver impedito la guerna. europea. Gli accusatori dimenti~ cano di ohiedersi come il più elementare senso d1 probità consiglierebbe: i sooia1isti tedeschi P?tevano imp-edire I.a guerra che si è scatenata cosi 1mprov– v-isame,nte?Si citano le f.orze del socialismo tedesco:

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