Critica Sociale - XXIV - n. 17 - 1-15 settembre 1914

CRITICA SOCIALE 261 per:oolo socialista, avrebbero, tra breve, dovuto invo– care i socialisti per liber·arsi dal pericolo democristiano. Ora l'io X senti subito le sue viscere ba-lzare in gros– solana commozione paterna verso cotesti proprietari e si affrettò· a decretare la fine di quell'esJJerimento di socialismo cristiano, in cui si era compiaciuto l'alta mente di Leone XIII, sempre vigile a creare imbarazzi politici ai Governi nell}i0i, sempre infaticabile a pro– ·curare attivi consen~i politici, anche popolari, al!a Santa Sede, ·sempre abilissimo infine ad eccitare il terrore dell'avàrizia nelÌè classi abbienti di fronte al proletariato, pèr quietarlo poi con largo vantaggio suo e della Chiesa. Ora i miserandi resti di quella che fil la qemocrazia cristiana, ~amutfati qua e là da sinda– calismo cattolièo (! !), nou ingannano più alcuno, nè i ricchi nè i poveri. Imbroglio, raggiro non c'è più: sono, puramente e semplicemente i pezzi montati della' or– ganizzazione del partito conservatore al servizio di ognf G·overflo,··e, cori preferenza, di ogni· Governo di protezionismo affamatore, di mililar:smo assassino, di btigatitaggi'6 tiol'dniale 1 'di 'ré'azione;'insocima, politica, intèlletttialli°, '1;èlPgiosae mo'rale. ' ' . ". · Così il candido Pio X ha instaurato omnia in CM·isto e se ne è i•artito dal mondo lieto q.ell'opera sua. I so– cialisti gli hanno procurato molta pena al cuore tenero, egli non ne ha dat·o nessuna a loro. Sarebbero cattivi se non gli rendessero un ·tributo. di omaggio nella Rua dipartita, augurando che il successore, che il Conclave si apparecchia a dargli, tutto gli somigli, per il bene della Chiesa e.... per il loro! Lo SCAGNOZZO. CfòCHE ILSOCIALISMO PUÒ DIRE.... - BoJognn, 21 agosto 1!11-i. Cw·o T1·eves, Lo sLudio della ev oluzione e .di quel complesso di unifo-rmit.à socia.li cui djamo il pomposo .e ancora in,ad.egua,to·nome di « sociologi.a » è una v,era dis,ci– plina di modestia. A qualche amico che m'invo– gliava a fare pubblica pmfess.ionc d,ei mej convin– cimenti nell'ora fosca cui il destino ci ha chirimaLi Lui.litestimoni impoLenli, e me ne veniva intimando l'obbligo in nome di non saprei quale responsabi– lità sLorica, ho avuLo già, modo c:Li dire che; da vero ce.n.obit.a1ai.co, in questa società sì dominata da fu– ren ti e rabbiose passioni, mi senUvo prosciolto da ognj comunanza con la signota Storia. · 01;a iQ 'so chp no11 appago nep,pure il luo, ami.che- I vole sprone man.dando l'articol,o ... virgiliano (1) a.Jle colonne della vosLr.a Critica, tutLo pieno di st,racche ::isLrazioni e così volutamente sol.trai.Loagli ord-inarl ·schemi ,entro i quali s.i avvolge il pensiero degli int,end·it.ori en Litre della « concretezza »·della poli- tica estera. . Dura negli animi l'impressione, folla di sorpresa e dj sgoment.i, che il pensiero socia.Jist.a abbia tro– vato uno scaoco aLroc-a.nella presente crisi europea, la quale ha infranto i quadri possenti ent.r o i quali si muoveva, nunzio d'un avve11ire. immancabile, il moto ornai gigantesco de.I pr'O•leLariato organizzalo: mi son provato in qu,e,l rapido seritto a dimostrare ·fallace codesta vedut::i. Pareva che l'Internazionale, di augusl.a memoria (qual giubileo d'irrisione e di schianto vi preparavano gli evenLi, nel 19lli, o pio– J1ieri di S. :Mart.in's Hall!) disciogljendosi nei niri (I) R,flesslo11is11llaco11flcr111·azlone europea. - Lo daremo in un proaalmo fasoloolo.. (N. d. Rea.). bHotecaGino Bianco movimenti socialisti delle varie nazioni dovesse indi– care, a. fi.a_ncoa questa differenziazione, una inag– gio,re inLegraz.ione. E così av,e,va· pensato• Antonio LaQrioLa nei suoi Saggi! Io non credo che nell'at.- 1.uale sLadio. delle, sue capacità il proJ.etari.ato inLer– nazionale potesse impedire La guerra insurr,ezi.onal– mente, ma uno sforzo più a!Lo era aLte.so da tutLi. . Però già qualcuno cli noi aveva dubitai.o - e io son di quelli - che, di· front.e ali.a poca vit.alilà del.ile intese internazionali prol,etarie, il filo interrotto dalla Internazionale dovesse es\Sere ripreso pel nuovo ordito, d'un moto più vasLo, travalicante l'obbiettivo sp-eci_fioo, · pur l.anto utiLe ·e facile, d,ella conquisia dei seggi pofilici nazionali, e orientato su di un piano d'azi-one preti.a.mente esLrastaLuale, ed effica– cemente ip,er nazi-onale. Ma, quel.ato il nembo ch'ora sconvolge il norma.le andamento dei rapporti di gran parLe della vita europea, _.quale esame spietato di •coscienza ·s'imporrà ai nostri spiriti tormentali e quale nuova audaci.a di azion,e·! . Cras ingens iterabimus aequor: ma oggi, oggi meni.re, infuria un'ora che tutti giudicano gravida di e venti fors•e di gran lunga 'più vasti di quelli che ~rr.é\,'eivam¼n'te la guérr.a, è:oi SUOI corLeggi éòns'llelV, pve,pari fra le- sue pieghe sanguigne?· MiHe, tentazioni ora I.end.ano l'agguaLo per fare scivoll3re il moto socialista dal suo naLurale piano di classe sul pi.ano diplomaLico-militare: le bo-rie nazionali e j sentimenti chauvins han facile presa, e -operano, ,occulti sedimenti al.avici nell'animo di tutti, a foggiarci immagini che tengono luogo di giudizi, slanci di fonl.asia -che rubano il posto dei posati .pensieri. Il misticismo feticista dei rapporti mercantili rende opacb,i e inintelligibili agli uomini i rapporti sociali nei quali sono impigliatt: di qui I.a, confusi-one che regna nei rapport.i inLemazional.i dei vari paesi. Lo Stato•, .al p-ari della Chiesa, ali– menta molti dogmi, e la spontanea conv,e·rge.nz.asim– patica che stringe gli uomini nelle etnie e nelle na– zioni, che, il militarismo minaccia di venir facend,o e r-ifacendo, forma un terreno, sul quale i pastori clielle greggi colt.iv.ano le ideologie dell'insoridarietù fra le genti, delle stupide susceLtibililà e d,elle vane megalomanie, cui s.i appiccica il nome d'i nteresse, delle codaTde conversioni dello i;t.raniero in nemi.co. È così che quando una guerra esplode, si h a come la dee.omposizione degli ordinari atteggiamenti delle parLi nella vii.a pubblica. l'-: essenziale quindi, per quel che ci rig11arda, sapere combinare la coe– renza delle posizioni con l'istinto difensivo che di l'ronLe alle minacciate invasioni miliLari ci rende in• .clini a. s_osp,enclere, con tregua accort,a, il nostro impeto di \.atta contr.o il governo, che allora imper– sona te 0 obbi,e'llive necessità dell'.el,nia italiana, nell::i qual,e le forz.e naturali ci han 11osto. ' Io non sono. credente nel «principio» di nazio– nalità come una caLegoria definitiva ddle organiz– zazioni delle geni.i. Questo principio era già vecchio nel '48 non solo nel pensiero rivoluzionario cli Prou– dhon e di Marx (il primo dichiarava le nazi.ani une pdte, il secondo nunziava che .i prol,eLari non hanno patrie), ma. nell'isLessa alta coscie,nz:;iborghes~ d-i De Molinari e compagni, che vedevano nel diritto di secessione respr-essione sola definitiva della sovra– nità libera dei popoli. Ma non v'è dubbio che, residuo delle società nelle quali essa era l'uLile e in-evitabile fattore della con– correnza vitale epperò del progì·esso, la guerra h::i un ufficio om::ii clistrut.tivo e nocivo .ai processi della specie appunto perchè rim.inaccia l'equilibrio, sia pure relativo, che le nazionalitù consentono all'Eu– ropa. I nostri buoni repubblicani, ancora imbevuti di vecchiume - essi che dovrebbero pronunciare le parole più moderne che mai abbia udita la nost.r::i ./

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