Critica Sociale - Anno XXIV - n.16 - 16-31 agosto 1914

242 CRITICA SOCIALE nemm~no il kaiser folle, il quale non capisca in che baratro son gettate quelle classi parassi– tai•ie d'Europa ch'egli intendeva consolidare nei privilegi e nelle iniquità. La reazione è finita. lo non mi stancherei di lii/fondere la buona no– 'Vella. 1 popoli abbiano almeno questo conforto nelle tribolazioni che l'in_qo1•digia, la superbia, l'in/amia dei loro governanti hanno loro procu– rato: di sapere, sa.pere, dico, come fatto positivo, che queste tribolazioni sa1·anno le ultime. La rivoluzione gene1·ale ver1·à da sè, senza che alcuno ·muova un dito per fa,•la divampa1•e. A la d'incendio, purificherà il mondo, e ii socia– lismo sai·à. L'éra dei veramente uguali si ap1·e, è aperta da oggi. Bisognerebbe esser· ciechi per non vederlo.. Il mondo si rinnovella, il secolo si 1•innova. E la terza grande tappa dell'umanità,• che già l'umanità tocca e 1·aggiunge. Ugua- · glianza religiosa? potè esse1·euna grande con– quista, e lo fu; ma l'uomo non poteva conten– tm·sene. Uguaglianza giuridica? potè essere una grande conquista.-e lo /'u; ma l'uomo non poteva contentai·sene. Uguaglianza -economica,, dunque, per rende1·e effettiva l'uguaglianza. E il mondo proceqe verso questa tappa; e, per la maturità,, che nessuno aveva avvertito, quando la tappa pa– reva lontana, ecco si affaccia, ecco si tocca ! Si dolgano, e ben ne hanno d'ondé, i reazionari intelligenti (e non son certo molti, per fortuna); noi ci rallegriamo e pensiamo alle ·esercitazioni cli ti1•0 degli ufficiali brillantissimi del kaiser a Corfù sul busto di Arrigo Heine ! A. D. LA NOSTRANEUTRALITÀ Tempo verrà che poi.remo effo.ndere i sentimenti nostri di sòcialisti e di italiani in questo periodo, dire le nostre .amare.delusioni e le nostre pjù intime speranze. Ora sforziamoci a contenere il nostro-dire ut1stero in poche proposizioni concrete, di puro fatto e 'di pura ragione. Il nostro Partito ha avuto la soddisfazione di vedere consacrato dal Governo il sistema di neutralità assoluta,. nello scatenarsi della conflagrazione eur,opea, che il Gruppo parlamentare, d'accovdo con la Direzione· ciel Partito, aveva recla– mato -col suo ordine del giorno di Milano. Contem– poraneamente il nostro Partito ha continuato, in conformità a qµell'ordin,e del giorno, a convocare eomizi di popolo per rinforzare pr~s~o il Governo la tesi ~ella neutralità e per eccitare presso i-I po– polo l'odio alla guerra ed ai suoi prpmotori e re– sponsabili. Ma il nostro Partito ha dovuto consta– tare che quel pensiero cli neutralità assoluta che lo mosse, e· che esso preconizzava, come per sè, così per tutti gli altri Partiti socialisti di Europa, non ebbe. per atroce imperio di casi; altra applicazione che in Italia. Il vortice infernale della guerra tra– volse tutte le volontà e tutti i propositi del sociali- 8mo internazionale. Non solo-.i socialisti di Austria, di Germania e di Francia, ma anche - e aneora piìi legittimamente - i socialisti degli Stati neutri per istituto internazionale, come il Belgio, l'Olanda e la Svizzera, furono travolti nelle spire belliche che categoricamente impongono la identificazione . della classe nella nazione davanti al dovere della di– fesa del suolo patrio invaso. La nostm neutralità diventò per tal f.atto nostra, italiana, cioè, e non internazionale; neutralità na– zional,e, se non nazionalista, piuttosto che sociali– sta·, rispondente ad uh criterio di opportunità e di BibliotecaGino Bianco utilità positiva anzichè ad una concezione idealistica, finalistica ed etica. La constatazione non mira praticamente a demo– lire la neutralità in cui il Governo e il Partito so– cialista convennero. Non ci assumeremmo mai 1111 tale carieo• di coscienza. La constatazione, nel no– stro pensiero, mira soltanto a fare vedere che la neutralità stabilita non è un dogma, &ppunto perchè nè il Governo l'ha adottata in omaggio a un prin– cipio, a un ideale, nè il Partito socialista può dire che si siano verificate quelle condizioni di principio e di ideale a cui esso si appellava allorchè chiedeva quella neutralità, e cioè, che foss•e entrata in attività di funzione l'Internazionale proJ.etaria, socialista, a reclamare, a imporre la stessa neutralità da tutte le Potenze. Di qui deriva che anche per il Partito nostro la neutralità, costituita deve essere riguardata omai dalJ'esclusivo punto di vista del maggior vantaggio o del minor danno del proletariato italiano .. Dalle vette della contemplazione della utilità uni– versale "di tutto il proletariato internazionale - che è la ,forma positiva dell'ideale - noi - non certo per colpa nostra - dobbiamo -scendere a valutare la neutralità sulle bilancie della comodità materiale della classe ope1;aia d'Italia. Ora qu-esta comodità, questa utilità materiale non è un termine [isso; è anzi soggetto .a cambiare sotto l'influsso degli av– venimenti che si svolgono al di fuori del nostro potere, sia di Partito, sia di classe, sia di Stato. Il vanta$gio .eh:, oggi si conclam~, ?oma1~i può · non ravv1sars1 prn. Bisognerebbe qumd1 ehe 11Par– tito apertamente tenesse eonto di queste possibilità, affinchè il concetto di neutralità non si fòssilizzasse nei cervelli, come un dogma, un impemtivo cate– gorico che i:mpedisse ai cérvelli di vedere altre for– me éventuali di utilità proletaria. Intanto la neu– tralità, che non è un portato simultaneo di azioni internazionali diverse e concomit;mti, la neutralità. che è ,elezione individua di posizione, può riscuo~ tere e può non riscuotere il rispetto ·altrui. Ciò può dipendere da- tante circostanze. Ora, pure evitand10 accuratamente e di proposito, di gittare al v,ento maligno- i germi del 'sospetto, aizzatore di discor– die, possiamo bene in astratto prevedere, supporre cotal .situazione di co,se, per cui Ja nostra neutra– lità debba essére difesa contro conati di sforzq,rla. Ma una neutralità che si di/ ende non è già, più una neutralità. Ogni equivoco nelle menti in èotal ma– te.ria e in cotal vic,en<l-adi casi, deve,· per conto nostro, essere morto prima che nato. Dove è a questo momento la neutr.alità del Belgio? Rispondono i forti di Liegi, l'eroica. Violata, sfoi-Lata-,distrutta. La nostra neutralitcì non guarentita da quel sistema di accordo inteJ:nazionalc ,in conformità del quale fu da noi pensata e proposta, non potrebbe essere messa ad analogo cimento? Donde la prima illà– zione: la eventuale necessità di rinforzare la neu– tralità. Il Governo richiama le classi? Nessuna op– posizione da parte nostra. Si intende. L'Avanti! no– bilmente ha fatto già intravvedere con parole non ,equivoche che, le cas écheant Hervé non sarebbe un solitario ed ha giustamente ricordato agli immemori che nel '70 gli estremi difensori d,ella patria fran– cese, quando la borghesia, stanc_a e preoccupata clei suoi capitali, patteggiava la resa,. furono i.... senza patria, così detti forse perchè sul terreno della patria non hanno nulla: non case, non fabbriche, non mulini, non miniere, hon campi, nulla .... della patria! . Ma codesto motivo tradizionale del nostro pe11- siero socialista va ancora, a sua volta, rinforzato in rapporto alle eventuali peripezie della neutra– lità adottata dall'Italia, còsl diversa nella sua natura

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