Critica Sociale - Anno XXIV - n.16 - 16-31 agosto 1914

f CRITICA SOCIALE 255 LDTEORIA E LO PHDTICD DEL THDDUHIOff lSMO (l) Il numero 4 della Collana Sociali1;Jta della Società Editrice " A-vanti! ,, è un ta-voro di G. H. Greenwood con una p1'e(azione di S. Webb, cui diamo in testa il titolo. Rip1·oduciamo qu'i la PREFAZIONEDEL TRADUTTORE. La Società Fabiana, un'associazione inglese fondata ·a Londra una trentina d'anni fa allo scopo di diffon– dere le teorie socialiste nel Regno Unito, è venuta recentemente pubblicando una seri-e di volumetti di propaganda popola1,e, i quali trattano brevemente al– cuni dei principali probJ.emi riferentisi alla teoria e alla prati,ca socialista. Tra questi vi è pul'e quello di G. B. Shaw, il brillante e originale scrittore assai noto anche in Italia, sulle industrie municipali, testè tradotto dal dott. A. Schiavi, e· il presente di Groon– wood, che parla del movimento• tradunionistico in– gl-ese e che riassume lucidamente la classica opera dei coniugi W,ebb sulla democrazia indusiriàle. Il libr,etlo, che come quello del Shaw, va ad arric– chire la Biblioteca dell'Avanti!, si indirizz·a non solo ai socialisti e a quelli che fanno parte delle organiz– zazioni professionali operaie, sì anche a tutti coloro. che vogliono acquistar-e qualche ,e!,ementar.e conos-cen– za intorno ad uno d•ei più importanti e caratteristici fenomeni sociali del mondo contemporaneo, e intorno al quale esistono molti pregiudizi ,ed errori grosso– lani· anche tra le persone di qualche cultura. Per quanto, infatti, il tradunionismo inglese abbia qual– che tratto fondamentale che lo distingue dall'organiz– zazione professional,e di altri paesi e specialmente da quella tedesca, tuttavia conti•ene pur-e molti elementi che sono comuni a t-utto il movimento operaio, e che possono essere di aIDmae·stramento anche alle no-stre gi ovan i organizzazioni. P.er accennare a qualcuno <li questi ammaest.ram•enii di remo che dalla storia del tradunionismo si può ap– p1,ende1-e che la libertà di organizzazione non è an– cora una libertà consolidata, nemmeno in un Paese libero e civiJ.e come l'Inghilterra. Dopo essere stata compr,essa ed abolita più e più volte nel corso di quasi due secoli, essa è stata mortalmente f.erita an– cora. pochi anni or sono da quel famoso giudicato di Osborne, di cui parla più avanti nella sua prefazione S. Webb, e contro il quale hanno dovuto strenua– mente lottai-e i rappresentanti d,elle Unioni di me– sti-ere. Ed anche in Germania, ove pu11e la clas,se ope– raia è formidabilmente· agguerrita, assistiamo proprio di questi giorni a continui attentati alla libertà di coalizione da parte d-ene olassi capitalistiche e del Go– Y•erno tedesco. Gli organizzati, i capi delle Leghe, delle Federazioni, delle Camere del Lavoro, ecc., fa– ranno •pertanto bene a stare anche da noi sempre cogli occhi aperti e a tenersi sempre pronti a sv-en– lare qualsiasi insidia. che venisse tramata contro la Magna Chal'/a delle libertà proletarie. Un altro insegnamento, che si può ricavare d.al trad– unionismo, è che le conquiste operaie devo no e ssere f.atbe- come acutamente avverte il Bernstein - sull.a linea del progresso sociale, cioè devono, aumentare C'-ITettivamenle la produttività e l'effìoenza dell'indu– stria; il che porta alla condanna di lutti quei provve– dimenti ed -espedi-enti, che, come la guerra ,alle mac– chine, il cacanny, il sa-bolaggio, ccc., ostacolano e pa– ralizzano direttamente o indir,ettamente la produzione. Le applicazioni di nuovi mecc.aniosmi e apparecchi possono 1-eoare qualche danno immediato ad alcune <:ategorie di operai; ma, alla lunga, essi sono sempre bene•fici e possono ,essere regolati in modo da impe– dire che. i momentanei inconvenienti si riversino tutti sulle spalJ.e di alcuni gruppi di lavoratori. Secondo il Greenwood e il Webb, l'equità vuole che i vantaggi derivanti dalle nuove m acchine siano ripartiti tra gli industriali e, i salari.a.ti in giusta misura, conforme– mente aJl'.espe rienza fat ta in alcune industrie. Quanto al tirocinio· ,e all',educazione de!J.e giov.ani forze operai-e, sembra che il metodo migliore sia quello di impartire l'insegnamento professionale nelle scuole e nelle officine, contemporaneamente. I vecchi sisteini di appr-endisae-gio ·non sono più ad-atti alle esigenze mod,erne, e s1 dev,e condannare quals-iasi li– mitazione nel numero dei tirocinanti, assieme aUe co– sidette istituzioni padronali di beneficenza e al lavoro straordinario sistematico. Non si può contendere poi ,agli organizzati il diritto di lavorare solo accanto a operai che facciano ·parte delle organizzazioni, e di restringere in tutti i modi legali, le cosid,ette fabb,·i– che a•perte, nelle quali, cioè, si trov.ano operai orga-· nizzati e disorganizzati. La propag.anda pel tradunio– nismo obbligatorio deve essere permessa, purchè non sia fatta con mezzi di violenta intimidazione. Contro coloro che - prendendo a pretesto l'opera di qualche Lega - tentano diffamare tutto quanto il movimento ope-raio e ne sognano balordamente la distruzione, il tradunionismo prova che le organizza– zioni di mestiere sono un fatto irr-esistibile e neces– sario agli stessi miglioramenti industriali. Mentre in– nalzano un argine di di-fesa alle classi operaie, le quali altrimenti sar,ebbero asi.rette a ced-ere sul mercato la forza di lavoro nelle condizioni disastrose di una ven– dita forzat::i., queste organizzazioni sono uno degli strumenti più poderosi per promuO'Vere i I progresso ,economico ed elevare il tenore di vita del maggior nu– mero di cittadini. Stabilendo una norma comune e spingendo all'intervento ognor crescente dei pubblici poteri nella fabbrica, esse in un certo s•enso regola– rizzano la produzione e sottomettono l'economia ca– pitalistica al dominio solidale della cl.asse salariaLa. Cosl si afferma un nuO'Vo diritto. Tale il senso, se nol) le parole, del lavoretto del Greenwood, il quale espone la materi.a ,assai sempliOP~ mente, s-enza frasi sonore, senza immagini alate, senza r•etorica. Egli si limita a mostrare la necessità d-el– l'or~anizzazione senro avventurarsi in profezie troppo ardite; solo aff,erma in modo esplicito che le Unioni professionali operaie hanno un còmpito perenne dfl aossolvere, continui ad esistere il sistema capitalistico di produzione, oppure venga sostituit.o dal colletti– vismo. Dal canto nostro speriamo ohe il volumetto, che p1,esentiamo in veste italiana. per quanto abbia una andatura modesta. possa suggerire qualche utile idefl agli organizzato·ri, mostrare al lettore imparziale quanto siano infondate le accuse, che taluni J,anciano contro il movimento op,eraio, e possa far meditare il lettore socialista sull'aspetto più profondo di questo movimento, che è destinato a improntare di sè la ci– viltà industri::ile e ad attuare gradualmente le demo– crazia integrale - o il socialismo - nella fabbrioa e nello Stato. Milat10, agosto 1914. ETTORE M.IBCHIOLI. (I) Oolla1ta Socialista N. 4, Volumetto llnemente l'llegato In tela L. I, estero L. 1,2b. L'abbonamento alla serie di 12 volumi è di L. 9, estero L. 12, presso la Società Editrice •·Avanti I., via _san Damiano, 1s, Milano.

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