Critica Sociale - Anno XXIV - n. 13 - 1-15 luglio 1914

CRITIGA SOCIALE 20,7 ha rilevato sola otto milioni di proletari in Italia. A qual partito· si dovranno rivolgere i niillatenenti che non sono ancora proletari? Dovranno forzatamente but– tarai nelle br_accia dei democraticf borghesi. Per adattarsi alla realtà il ~iformismo aveva rinun– ciato ad ogni azione rivohizionaria (1); i nuovi dirigenti, in vece, per conservare al Partito il suo carattere di classe, vogliono ignorare i fatti. Di ,tntti i paesi d'Eu– ropa, l'Italia è. il meno· chiamato a dare al movimen,to dei lavoratori un carattere rigorosamente · proletario. Anche dopo le recenti espulsioni il Partito re~ta ricco di impiegati, avvocati e professori. In nes~un altro p!IJlse è così grande il distacco fra il numero degli or– ganizzati e quello dei votanti. " Ecco appunto il peri• colo - si grida - ecco il bisogno di çonsMvare al Partito il suo stretto carattere di cla8se ,,. Ma questa è politica da struzzi. La realtà non· vuole essere igno- rata, ma spiegata; ·· ·· ·-- La Balabanoff pensa che la questione, definitivamenté ' rlscilta in Ancona, dell'incompatibilità fra Massoneria e Sociali~mo " Roluzione che costituisce l'avveniml)nto più importante nella vita del Partito italiano,,, possa . avere interesse di attualità anche in Germania, dopo le receuti _discussioni sui rapporti fra Partito e Chiesa. Ri!iassati i di versi atti d'accusa_ svoltisi ai Congresso contro la Massoneria e i motivi che la fanno incompa– tibile col Socialismo: il mistero, i contrasti sì ideolo– gici che pratici, cioè l'aspirazione all'uguaglianza, alla liberfà e alla fratellanza nel seno stesso della società borghese, l'attenuazione dei con trasti di classe, la collà– borazione con elementi borghesi, spesso reazionari, la prepa,razione nella politica bloccarda, le agitazioni po– litiche contrastanti con le agitazioni socialiste ....; e bre– vementè accennati ·i contraccolpi che l'espulsione dei mas~oni a~rà Hulla vita interna del socialismo e sui rapporti cogli altri partiti'; sul punto specialmente toc– cato dalla Olberg, la .Balabanoff afferma che, neppure in teQ:Ja di istruzione popolare, Massonerià e Socialismo possouo marciare assieme ; che l'anticlericalismo bor– ghese, superficiale ed eçlettico, non è cosa seria, e che i borghesi non possono seriamente volere che le menti dei proletari vengano rischiarate. · Il numero notevole di mas~oni socialisti si spiega: pei: molti intellettuali entrati nel Partito, il socialismo non è·una Weltansc:hauung, ma soltanto un campò di · attività politica. I rapporti stretti che passano fra le lotte Monomiclie e politiche delle classi operaie con la loro vita e c~l loro divenire politico e spirituale, non dànno loro, come dovrebbero, il criterio direttivo. Si poteva spiegare l'entrata di socialisti nella _Massoneria quando essa sola offriva un campo di attività politica e sociale, quando il socialismo non aveva nè partito, nè program:µia, nè ideologia; ma, dopo che la questione polìtica ii.ella coscienza generale è cliventata sociale, .e ohe i contrasti di classe si sono acuiti in tutti i campi, non è più possibile conciliare Socialismo e :Massoneria, che perseguono scopi sociali e politici inconciliabili. f. v. (I) :Anche eu questa atrermazlone della Olberg 0 Lerda avremmo troppo da dire; ma non mette conio di parla1·ne così per Inciso; Verrà lempo obe sarà facile dimostrare ohe.... Il vero e~a a un di· preaso l'oppoelo, Il &Ingoiare è ohe la già lnlranslgenle e rlvoluzlo• narla aorltlrloe al raoola ora apoalolo di una lranetgenza oosl liii• I mUata.... (Nola dtlla Dwuione). " Come noi siamo socialisti " di S1iTE QuENIN; nella Enciclopedia Socialista, Sindacate e Coopei·ativa, edita e redatta da Compère-Morel. Vi sono _sempre· stati, da che il ~ocialìsmo è nato, sognatori di un ordinamPnto ·sociale miglioré, ri_posante sui principii della solidarietà umana\ i quali hanno edi• ficati castelli fantastici, talvolta geniali, curati fin nei particolari,. però privi di ogni reale fondamento scien– tifico; romanzi politici più che studi indagatori del futuro. Il ~ocialismo scientifico, çbe è sorto dall'ànalisi dei fatti economici, lia radicalmPnte mutati i punti di vista. Anche i teorici del socialismo, convinti che la stf:'ssa evoluzione del capitalismo prepara u;li essenziali elementi necessari all'avvento della società socialista, hanno tentato di intravedere il meccanismo della vita futura; ma l'esattezza delle loro indicazioni rimase ge– neralmente in rapporto inverso coi particolari che essi hanno voluto precisare Pure volendo astrarre dai veri romanzi socjalisti. alla Bellamy, si può dire che i so– ciali~ti moderni, non tutti, nelle previsioni sulla possi– bile costituzione della società avvenire, evitano di ca- . dere negli errori antichi e di fare delle pericolose escursioni nel campo delle ipotesi mal fondate. La 'l_etteratura di questo genere è già discretamente ricca, però, di opere di valore assai disparato. . Si possono ricordare le opere di Atlantiku~, la·" Nuova Scienza Sociale ,, di A. Menger; " L'Applicazione del sistema collettivista.,, e "Il Progetto di un codice so– cialista ,, di _L. Deslinières; " L'Organizzazione socia– lista ,, di J aurès; " Il Regi me socialista " di G. Renard; " La città futura ,, di E. Tarbouriecb; e in parte anche " La rivoluzione sociale ,, di Kautsky; "La donna" di Bebel, ecc. Nel suo tentativo di darci uno schema generale at– tendibile della società socialista, Sixte Quenin si rial– laccia a tutte queste opere, procurando. di spiegare a quali condizioni il rivolgimento sociale può avvenire; in quali forme si svolgerà il processo della produzione materiale ed intellettual~; quali saranno le conseguenze di questa organizzazione socialista che segnerà una rinascenza umana. Pare a Georg Stiekloff, che ne discorre nella Neue Zeit, che non tutte le parti dell'opera siano seriamente motivate e convincenti. Nella società socialista l'Au– tore darebbe troppo posto alla piccola produzione in– dipendente; forse per l'influenza dei pregiudizi piccolo– borghesi così profondamente radicati nel, popolo fran-, cese, forse all'intento di rendere graduale e quasi inav– vertito il passaggio dal regime capitalista a qu·ello so– cialista. Ancora meno indovinato appare il capitolo sulla religione: Quenin non ~i j\Ccontonta di dire che le fedi religiose sono molto bene compatibili con un regime socialista, ma aggiunge che da questo il senti– mento religioso 'trarrà nuovo alimento. Sorvolando su queste pecche, non gravi, il libro, scritto con chiarezza e semplicità, merita ·di destare un vivo intère~se. I propagandisti possono attingervi largamente ottimi argomenti che servono a persuadere i lavoratori e chiudere la bocca agli avversari. Quenin chiude con la esortazione ai lettori socialisti di preoc– cuparsi del problema per non lasciarsi sorprendere dagli avvenimenti.. ' f. V. Ai prossimi nume1·i: Il regime delle Anonime nella produzione, del pri,f. ENRICO LEONE. Verso una nuova legge su la proprietà eccle– · __ siastica? di CARNKADE.

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