Critica Sociale - Anno XXIV - n. 5 - 1-15 marzo 1914

CRITICA SOCIALE 79 quanto serve di preparazione e di avviamento; deriva anche l'assolutismo dogmatico della tat– tica intransigente per tutti i tempi, per tutti i luoghi, per tutte le congiunture storiche, pre– senti e future. Non pretendiamo di poter cambiare la menta– lità, rivoluzionaria con pure argomentazioni teo– retiche. s·arà sopratutto l'esperienza, la pratica quotidiana quella che srigidi1•à la concezione rivoluzionaria, che farà parere utile l' appli– cazione di un metodo tattico adogmatico all'a– zione del partito e che modificherà gradatamente in evolutiva la fondamentale ideologia catastrofica. Tale modificazione tattico-teorica, che l'azione avrà plasmato, ·non significherà alcuna rinunzia; anzi contribuirà ad una maggiore fusione e com– pattezza dell'organismo politico del movimento socialistico per la più rapida effettuazione del– l'ideale comune. K MARCHIOLI. A un prossimo numero : Pubblicazioni recenti su l'organizzazione ope– raia, di f. p. B..._RA LIBRI E RIVISTE Il problema milit01re e la democrazia sociale. Sul « serio problema» sentiamo brevissimamente due campane, di W1LHELMKoLB.nei Sozialistische Monatshefte del 29 gennaio, e di CoMPÈRE-MOREL in Socialisme et Lutte de Classe, la nuova Rivista quin– dicinale diretta da Jules Guesde, risultante dalla fu– sione del settimanale Socialisme, sospeso un anno fa, con l'organo dei marxisti belgi. Scrive il Kolb.: Lentamente, attraverso ad aspri conflitti interni, la democrazia sociale si è potuta liberare dallo sterile principio della negazione, pas– sando ad una politica positiva· di riforme. Su un punto tuttavia essa s'era sino a pochi mesi addietro fermata; rigida ed irriducibile: sulla questione mili– tare. L'antico motto « a questo sistema nè un uomo nè un soldo» s'era fatto dogma politico. Ora per la prima volta - e Wilhelm Kolb se ne compiace - la. rappresentanza del partito al Parlamento impe– riale si è indotta a concedere denaro, e non poco, alle armi. Ed il Congresso di Jena, a grande mag– gioranza, ha approvato, malgrado l'intima contrad– dizione delle motivazioni. Ma occ orre che la demo– crazia sociale sia più coraggiosa e p.iù logica. Causa prima della stagnazione nella vit a po litica germa– nica è la posizione isolatrice da essa mantenuta sul problema militare. Perchè la democrazia sociale è, pe~ su~ natura?. ir_:i:e_c,om;\Uil,9,ilme,I}~e axv(;).r.s.a llo S_tato, .. odierno b'asatb suila proprietà privata, non 'ne viene che essa debba respingere tutte le istituzioni 'da que– sto foggiate a sua difesa. Ciò non è rivoluzionario e non è marxista. Se atl'esercito neghiamo tutto, ci priviamo. della possibilità di riformarlo. Dobbiamo attaccare di fronte il problema. Non è esatto che l'e– sercito debba soltanto essere necessariamente uno strumento nelle mani dello Stato capitalista. Come Io Stato, così tutte le sue istituzioni, l'esercito. non esclu– so, sono soggette a continue evoluzioni e trasforma– zioni. Nè il passaggio alla nazione armata potrà farsi se non per una serie di riforme graduali. Intanto la via sinora battuta nella campagna contro il milita– rismo non ha dato risultati. Non bisogna id.entificare il ·militarismo, le pazze gare degli armamenti che de– vono esser sempre combattute ad oltranza, con l'isti– tuzione dell'esercito permanente, e con la necessità innegabile di difendere la patria da pòssibili aggres– sioni. Non è caso che l'ultima enorme richiesta di fondi non abbia incontrate forti res-istenze, come non è caso che essa abbia potuto venir soddisfatta senza che almeno per l'occasione si siano potute strappare rifortne militari importanti. E indizio di un progress.o politico, che il Gruppo parlamentare si sia indotto per la prima volta ad approvare tasse _per i;\pese mili– tari. Soltanto cosi sarà possibile ottenere tasse dirette, e chiamare all'opposizione contro gli armamenti anche quelle classi che finora, perchè non toccate, se ne stavano indifferenti. L'atto compiuto dalla rappresen– tanza parlamentare è per le masse più istruttivo di venti anni delle consuete stancanti sterili proteste. F: venuto il tempo di affrontare praticamente il pro– blema. Il compagno Cohen ha tracciato sul Vorwèirts i punti principali d'un programma minimo immediata– mente effettuabile: Servizio biennale per la cavalleria e l'artiglieria a cavallo; servizio d'un anno per tutti i fantaccini; formazione del corpo degli ufficiali coi soldati più adatti; abolizione dei tribunali militari;· ogni spesa militare coperta da tasse sul patrimonio, sul reddito e sulle successioni. Son tutte richieste che si trovano sulla linea tracciata dal Programma di Er– furt. Questo non significa rinunciare alla nazione ar– mata, che non sappiamo ora in che forma potrà es– sere fra noi attuabile; è invece renderla possibile e prepararla. Certo che per un pezzo noi dovremo far i conti con l'esercito permanente. E se vogliamo le riforme militari dobbiamo approvare i crediti neces 0 , sa:ri, per~la loro effebtuazione:•Come potreml!lJformare,· in P'arlamento una maggioranza, se nella questione più importante ci appartiamo? La democratizzazione della Germania, ch'è necessità urgente, dipende so– pratutto da noi. Le riforme singole su punti singoli non bastano; tutta la politica della democrazia sociale dev'essere organica e conseguente. E la lotta per la democratizzazione della Germania è anzitutto la lotta contro il dottrinarismo e l'intransigenza politica. .*** È il discorso tenuto da Troelstra al Parlamento olan– dese che dà lo spunto a Compère More!. Troelstra aveva detto: Il programma del Governo è in parte il nostro; per questo ci siamo reciprocamente legati. E noi tiriamo le conseguenze di questa situazione. Com– batteremo come in passato il militarismo, ma l'accet– tazione del bilancio militare potrebbe divenire una •questione di vita o di morte per il Ministero. Perciò ci è impossibile legarci preventivamente con un3: di– chiarazione. Compère-Morel nota: È una quest10ne internazionale molto seria, quella che vien qui pre– sentata dai nostri compagni olandesi. Poichè, se do– mani il Partito socialista di una delle grandi nazioni. europee, per salvare un Ministero _vt;ramei:it_e ~emo: cratico e riformatore, concede uomm1 e m11iom aglt strumenti di morte, quale situazione verrebbe esso a creare per il Partito socialista del paese vicino, che non avrebbe gli stessi motivi nazionali ~er agirt; nello stesso modo? E inoltre, se tutte le grandi naz10m aves~ sero per un tale agire le stesse ragion\ deriv:lnti dalla politica interna, dove andremo a fimre? C1 adopre– remmo a mantenere la pace ad ogni costo, secondo le decisioni dei Congressi internazionali, cooperando così direttamente ed attivamente a quegli armamenti che siamo sempre andati maledicendo dalle tribune par- .lamentari? f. v. Contro il militarismo. Mentre in Italia si è iniziata la battaglia parlamen– tare sul conto delle spese libiche, all'estero la n,0ta antimilitarista, che è uno dei Leitmoliven del ~ocia– lismo internazionale nella presente congiuntura sto– rica, è vibrata nel Congresso socialista francese di Amiens e nel Congresso del Labour Party a Glasgow. Ad Amiens (dove si è rinsaldata l'unione delle forze socialiste di Francia), nell'ordine del giorno votato ad unanimità si è denunciato anche una volta lo spa– vento$O pericolo imperialistico e si è proclamato che il militarismo opprime la produzione, dissesta i bi– lanci, aggrava mortalmente le imposte, esaurisce la sorgente delle riforme sociali e prodiga in ispese sterili i miliardi di cui tanto bisogno avrebbero le opere di pace e di civiltà. E che queste non siano frasi comizievoli e demagogiche, lo si può provare ri– cordando che negli ultimi dodici anni (secondo una pubblicazione ufficiale di cui parla la Fortnightly Review del febbraio 1914) i bilanci militari sono cre– sciuti: in Germania del 54 % per l'esercito e del 200 %

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