Critica Sociale - XXIV - n. 4 - 16-28 febbraio 1914

.. 0R1TlGA S001AtE 07 :JL MEZZOGIORNO e. la, le.gi -slazion_e _sp_eciale' · Ohi per- primo propugnò in- q_uest'ultimi, tempi il -suffragio uni-yersale, ebbe di rni1:9:sop~atutto l'Ita– li'a Meridionale, dove la parte pm attiva della_ po– p0lazione, quella che, attraverso l'oceano, ha. sa~ puto trovare a sè e alla- patria nuov,e sorgell:t~ d1 vita era sin qui tao·l.iata fuori dal mondo pohbwo. o{a che questa p~rte ha saputo esprimere la sma voce e ha fatto intendere, sebbène U:h po' confusa– mente, che aspira a qualcosa di diverso e, di me– <TliO di quanto fino al presente ha avuto,, e spera– bile che la questione meridionale sia ripres~ in esame con più ardore ed avviata a quella soluzione che siamo lontani dall'intravedere. La questione è. cosi grave è complessa che tal– volta· si è tenta-ti di risolverla negandola, cercando cioè di convincere noi stessi· che· i mali del Sud non ·sono poi tanti quanti si di-cono e che. ~gui re– gione d'Italia ha, del resto, l.a·sua parte ?1. Me~– zògiorno.- Ma 1 pudi"bppo, -bisogna convemre, 1~ bùon·a pai·te, con Giustino Forttr~1ato, secondo 11 quale se anche nel ·resto d'Italia, non mancano aride 'plaghe (riqordiamo le terre· bi·ulle dell' Ap-: pennino emiliano, i cretoni .del Senese, · alcum tratti delle lVIar,che,la campagna romana) nell'It:i,– ·lia meridionale· fatta eccezione per la Oampama dal Gario·liano ~l Sèle, e per la Terra di Bari dalla foce dell?Ofanto al porto di Brindisi-:- tra il nodo calcareo degli Abruzzi a settentrione, cl_ì~è tutto un erbario da pascolo, e la punta gran1t1ca delle Calabria a mezzògiorno, che è un vero sfa~ciume? corrono immense estensioni' di argille scagliose, dt scist~ galestrini•e •di matne cl'etose più o meno im– permeabili, acconce, ~e pùre, al_le selve .d'alto fu– sto o ai pascoli bradi, non mai, o assat poco, arl una prospera agricoltura intensiva -e ad un~, fi,tta popolazione sparsa per le campagne. E se pn~ for– tunata è la Sicilia <'On la duplice lusst1regg1ante cornicè marittima di oriente e di settentrione, tutta la Sardeo-na è in condizioni anche peggiori delle più squallide provincie meridionali. Oe~to ogni,n~– zione d'Europa - conclude melanconwamente 11 Fortunato - ha le sue plaghe.sterili, le sue terre aduste,· ·ma nessuna, meno la Grecia e la Spag~a, in proporzioni maggi'ori della nostra. Mezza Italta, sacra ai terremoti e· ai vulcani•, quella appunto che la leggend·a dipinge come un Eden, agrono~i~a– mente ·val presso che nulla. E quel che s1_d~ce dell' ao-ricoltnra va detto del dima; la tnpltce azione'; del:J:'at~osfora, fisica, 1dina~ic~, c~imica 1 '<foll-a.!'l'}>Uàile',;e -nella, qmile wiv:e ogm,·v1ta, ~ assai meno vantaggiosa al Mezzogiorno che all alta e media Italia. . Il peggio si è che le condizioni ~atur~li sem– brano aver determinat,o o contradd1stmto 11 carat– tere: storico -seo-uendo· (1.bantico un profondo di– vario tra ~uelle popolazioni e le rima~ent~ della penisola. E' ipossibile scema1:e questo d1yano?_ E'. possibile che l'Italia, una nel n?me e J?-BI cu~r~, s~ senta unita anche per eguaglianza dt cond1z1~n,1 materiali e morali ? Il Fortunato, che pure s1 e dimostrato senza· false pietà nella, diagnosi, è il primo a sperarlo, convinto "che. oggi più c~'ie_mai una civiltà inferiore sia meglio m grado d1 rtsor– gere quanto più spontaneo è il suo .conta~to c~1; una civntà superiore, più vivo il r1ca~b10, p1~ forte l'impulso degli elementi d'integraz10ne e dt organizzazione sociale,,. *** A (!Uesto proficuo lavoro d'!nte~razione ~ di or– ganizzazione è diretta la leg1slaz10ne speciale, la teca Gi_no Bianco qua1è ·ha-· inteso di rimediare alla sperequazion~ pFplilott'a dall'uJlliformità di criteri cui, per ragioni politiche, si inspirarbno-le prime leggi del giov:ane ,Regno. Questa legislazione speciale ha, più che alti·?• carattere regionàle, e forse sarebbe stato meglio foo-giarla altrimenti, con lE)ggi concrete che, pre– scindendo da vasti piani e da criteri geografici, risolvessero di volta in volta le questioni più ,gravi, ovunque se_ne presentasse· l'assoluta necess.ità: Comunque. è , interessante conoscere q-ualt risul– tati abbia dato sin qui l'accennata legislazioµe, e una bella Relazione (bella anche per la veste ti– pografica che la differenzia. dalle solite rel.a~ioni burocratiche), presentata d1 recente al mm1stro dei lavori pubblici d~ll'on. Ruini, ce ne offre una visione larga e comprensiva per quanto riguarda le Calabria ('). - .L'on. Ruini è preposto alla Direzione generale del Ministero dei lavori pubblici che ha il non facile còmpito di attuare le leggi per il Mezzo– giorno; nessuno, quindi, più competente di lui a trattare l'arduo problema. , - - _· · Ì.a Relazione, alla quale hanno collaborato esperti funzionari come il Cagli, si occupa in una prima parte delle origini e dei precedenti della ,legisla– zione speciale per le Oalabrie, ed espone nelle al– tre come la le"islazione è stata attuata sin qui, s,ia complessi v:mente sia per le singole· cii,teg;orie di opere. · , . . . _-_ Ma+ interessante sopratutto e l'ampia mtrodlJ– zione stesa- di tutto pugno dall'on. Ruini e che del Ruini rileva sueito lo stile energico e le ic!~_e pl'ecise. _ Il relatore comincia dal notare çhe, dal punto di vista dei lavori pubblici, la Calabria presenta caratteri ed esigenze di verse dalle viqine terre me– ridionali e diverse anche tra le sue stesse provm– cie tal che esistono tutt'oggi, come ·nell'antico re– ;i~e tre · Oalabrie divise in bacini di comunica- ~ioni' difficiJi e di fisonomia distinta. - . Nondimeno il problema calabrese viene più phe alt1·0 identificatq, di regola, con quello de~le ~o~e calabresi montuose e dei loro immediati g1ac1- menti; al qual proposito il Ruini a~verte come questo problema della montagna_ nqn sta solo delle terre meridionali ma dell' Italt.a tutta, la quale· conta ad esempi~, nelle alte plaghe delfa, Liguria e dell'Emilia, a poca distanza da Genova e_,da~le valli del Po ossia da scali e terre fra le pm ric– che del mo~do, vari _lembi di Basilicata e Calabria, mentre, per nostra fortuna, non mancano 1:1~1 cuore del Mezzogiorno vaste zone che nulla ~.anno da invidiare a provincie del Nord. ~ Tutto c10 - s~no par~1é' te"stuali -dell'on. Ruini - non diminuisce a:ffatto la sostanza e la portata della questione_ n:e– ridionale la quale non si basa, oltre che sugli m– negabili 'fattori economici, sulla comunanza_ d~ elementi storici ed etici che hanno fuso le ,reg10m al disott0 del Lazio. Solo è opportuno tener pre– sente che accanto alle questioni di latitudine che diversificano le varie Italie, vi sono quelle di atti– tudine che. almèno in parte, le ravvicinano ,,. - Dato un' rapido sguardo alle condiz!oni geog1~a– fiche della regione, a formare le quali en~ranu m considerevole proporzione, dopo il mont~, 11. mare, e accanto all'uno e all'altro, la natura s1sm1ca del t~rreno l'on; Ruini .prende in esam!l, con molt? acume 'i vari punti di vista da cui è stata esami– nata sin qui la questione meridionale in genere e (I) :Ml_NISTERO DÈI LAVORI PUBBI.ICI (Direzione generale del servlz speciali) - Le opere pubbllche ,,. Cctlabria. Prima Relazione Stlil'ap– plicazione àelle leggi speciali àal 30 giugno 1906 al 30 giugno 1913. Bergamo, Istituto italiano d'Art! grafiche, 1919.

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