Critica Sociale - Anno XXIV - n.3 - 1-15 febbraio 1914

34 CRITICASOCIALE di vista, certamente; ma ogn_uu? altresì corrobo– rantlo col proprio il punto d1 vista .... cognato - contro i socialisti detti riformis,ti di sinistra, i 11uali o si sarebbero conve~titi alle ragioni_ della insurrezione barricadiera, rmneg·ando tutto 11pro– prio passato, oppure si adat~er~bber~ a s_egt'.ire, la corda al collo, il carro dei nvoluz10nan trion– fanti per qualche vile calcolo di favori popolari.... Pe{- fortuna, per insigne fortuna, contro tutte le fantasie e tutti i giuochi pole.mici, è avvenuta Ja "votazione ,, del VI Collegio e questa ha detto che il oforioso Amilcare Cipriani ha trovato su per git\ i suffragi che avevamo ~rovat? noi ste~si. Ora Bissolati solo e per pura bizzarria polemica può avere l'ardimento cli asserire che i 10.200 sopra 16.219 voti toccati il 26 ottobre a Claudio '.L'reves- tutti 1•i(01•1nisti - diventassero il 25 gen– naio 10.855 sopra 16.818 votanti - 'tutti 1•ivolitzio– nari e non della rivoluzione - come sono - che è propria nel socialismo, ma .di quell'altra, la in– surrezionale cui il Bonomi ha dato anche la qua- lifica blanqi~iste. . Il Mi;tssolini stesso i per quanto ne possa avf)re desirlerio non crediamo si lusinghi di tanto da avere. cioè fa due mesi e mezzo trovato al VI Collegio, fin qui rappresentato con pienissima ar– monia coi suoi elettori da Claudio Treves, tanti .seguaci alla idea particolare della sua frazione, che non è neppure quella di maggioranza nella maggiora,nza uscita vincitrice (lal Congresso di :Reggio Emilia. La sola verità pertanto che esce inoppugnabile 1lalla elezione del 25 gennaio è che il Collegio VI di Milano è un Collegio fedele al partito socialista ed ha votato secondo la indicazione del partito. Affatto arbitrario, affatto artifizioso è pretendere che abbia votato pe1· o cont,•o le tesi particolai·i 1lella polemic'a elettorale, accampate dall'una parte e tlall'altra. Il 25 gennaio il VI Collegio. non è stato nè più nè meno rivoluzionario del 26 ot– tobre: sono due date perfettamente identiche nella significazione politica, la quale non si modifica per il buon piacere delle invenzioni moderate e delle contingenze polemiche susse.g;ueùti degli :;crittori e degli oratori del partito socialista. La permanenza dei voti da una parte e dall'altra di– mostra la tranquilla distrihuzione degli elettori nei due soli partiti che possono avere rappresen– tanza in quel Collegio, il proletariato o il bor– ghese; q.jstribuzione che resta ferma, impavida, per quante evoluzioni e capricci pos::;a avere la 1liscussione elettorale. ' Il vr Collegio è come 1111 hlocco di granito so– cia~ista :-- alla tedesca - di cui le " parole ,, oc- . cas10nali della lqtta poco aggi.ungono alla co– scienza politica,, formatasi. in tanti amii di buona propagarnla. Jvi la classe lavoratrice non è stata ::1,cvvèzza idolatrie, e se può avere propensioni maggiori ·o minori per questo· o quel nome, non mette mai al Partito socialista, org-anizzato, cli cui accetta le direzioni, l'imposizione della persona, e porta compatti i suoi voti al candidato, qua– lunque esso sia, che sia ::;tato 11al Partito desi– gnato. I horghesi (e, duole constatarlo anche i riformisti) non intendono più questo oggettiva1•si della lotta politica di classe : essi continuano a personalizzm·e i Collegi. nei 'candidati - per la buona ragione che ad essi l'organizzazione Lli idee· è ig nota,. O g ni Co llegio è il /fmdo di colui eh~ rap ~resen.ta, oss.ia lo compera, lo paga, lo cede, lo d a a nol o, a sec onda 1lelle convenienze. ed in ogni trasformazione il feudo è supposto portare - come al tempo della cavalleria - ì coloi·i e le tlivise del suo signore. Ma da noi non è così. E noi siamo fieri di af- BibliotecaGino Bianco fermare che la massa elettorale del VI Collegio fu quale noi stessi abbiamo augm:ato fos·se la, campagna elettorale ...:. come, pur troppo, non si seppe e non si potè mantenere - e cioè, socialista, senza aggettivi, del socialismo in cui si inqua– drano i battaglioni del proletariato consapevole della propria missione in questo tempo, il quale, come noi dicemmo nei comizi con parola che fu sviata a significazioni troppo diverse, ritrae del tempo delle " origini ,,. Perchè? ,Per un'ii:nprov– visa voglia concordata di tornare all'antico? (Ma chi ha il diritto di crederci così scemi!?). No, evi– dentemente; ma perchè salendo nel suo movimento ascensionale a spirale il socialismo trova in questo– tempo il proletariato italiano - come alle ori– gini - quando lottava contro l'illusione anarchica. e la nebulosa democratico-repubblicana, per es– sere sè stesso, ·per essere tm partito di classer contro tutti gli altri. ·In tale situazione il socialismo ritrova vera - mente in oggi il proletariato perchè tutta la bor– ghesia - i democratici compresi e i riformisti nQn esclusi, che non seppero far guerra alla guerra - si è concentrata contro di esso, ge ttandosi in braccio al nazionalismo ed accettane.io da esso l& indicazioni della politica e stèra e, per necessaria. connessione, della militare, della finanziaria, della tributaria, ecc . L'odio contro il socialismo e ·contro il proleta– riato non fu mai più grande, neppure nell'era delle persecuzioni di polizia, le quali, del restor reagivano mettendo un'aureola di poesia intorno alla fronte di ogni combattente. In quest'odio . sono tutti i fermenti di violenza, di cupidigiar di attesa avida che si agitano nel mal vaso del nazionalismo, dove pescano tutti i partiti borghesi, coi loro miseri avanzi della bellicosità mortificata della guerra e con la mortificazione esaspei·ante della denunzia inflessibile e della fortunata indo– mita rivolta del partito socialista .... Che in questo ambiente la soìf!,tattica possibile per noi sia quella dell'intransigenza non ha bi– sogno di essere dimostrato, e che cotesta i,ntran-– sigenza si abbia, da infiammare alla vampa dei. sentimenti corrispondenti, dando passione all'ani– mo ed enfasi alla parola, non è che troppo natu– rale. E che perciò? Noi siamo di quelli che rispet– tano i fatti, e, se non ne abbiamo la 1·eligione nel senso di collocare i fatti al disopra della morale e del diritto, ne abbiamo quanto basta per collo– care i fatti nella presidenza ,folla nostra disinte-, ressata dialettica. Ora è vero o· non è vero che tutta la nostra polemica, socialista contro i ri voluzionari-intran– sigenti così a lungo durata, si poteva, contenere in una massima: la tattica senza dogmi? Ebbene, i riformisti di destra, presentandosi nostri ex– seguaci e magari minchionandoci col titolo di ex-maestri, hanno, contro l'essenza del riformi– smo, eretto un dogma tattico : il dogma della. transigenza, ~lella collaborazione, dell'alleanza. Tanto basta - ci pare. - per dire che costoro non sono, non furono mai noi, se non per l'inav– vertita illusione ]oro nella eternità delle alleanze che la contingenza allora alleanzista imponeva,. ma che già· fin dal Gongresso di Imola, in pieno trionfo del metodo, noi prevedevamo la lotta di classe avrebbe poi dovuto nel sno pròcedere in fase ulteriol·e disciogliere. Così come non sono noi e non lo saranno mai i dottrinari dell'intran– sigenza rivoluzionaria se non per l'illusione inav– vertita della eternità della concordia nella intran– sigenza che la contingenza intransigente ora im-· pone, sotto pena di cascare a fare la lotta di classe dall'altra parte della barricata, coi pa,rtiti borghesir

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