Critica Sociale XXIII - n.22-24 - 16 nov.-16 dic. 1913

338 CRITICA SOCIALE cliffusione del pe·1•iodico, l'anrn1inistrazione ne è a/'fìctata da oggi ai due giovani e ·valo1'0:si nost1'i compagni - Ratti e Fa:ssi-na - che già :soprin– lenclono al/li Libi·eria clell'Avanti !, a prn(itto del quale auche sar·à cle·;;otiita una pcl?'le degli utili ei,entuau della rinnovata nos:ra aziencla. Ai lettori arrdci secondarci nell'opera pi·omel'– tente e volontero:sa ! LA CRITICA Soc1ALE. Avvertiamo che tutte le comunicazioni relative alla AMMINISTRAZIONE di Oriti,,a S11<;ùi,le (abbonamenti, ecc.) come alla Bibliote,·a di p,•opagwnd,, devono, da oggi, indirizzarsi alla AMMINISTRAZIONE di Ot•itù;a Sociale presso Libreria dell' "Avanti!,, Via San DaJniano, 16 MILANO. L'indirizzo della Direzione rimane quel che fu fino a ieri : Milano, Portici Gal– le1•ia, 23. LA LOTTA DICLASSE INPARLAMENTO "'L'èra delle remissività è terminata per sempre, lo sappiano all'interno ed all'estero ,,. Così l'ono– revole Di Sangiuliano, cogliendo con una frase due assurdità: la confessione della imbecillità di ieri, la confessione della spavalderia. di oggi. Il perchè non oseremmo mai fare nostra per uso del Partito socialista là nunziazione del' Ministro degli Esteri d'Italia. -E tuttavia giova riconoscere che il tono della azione socialista parlamentare è singolarmente rial zato, con compiacimento grande delle masse, e che il desiderio comune di tutti i socialisti è che quel tono non si abbassi più. Un mese di attività par– lamentare impiegato esclusivamente ad opporre la negazione, è stato più fecondo di risultati positivi che certi anni interi spesi a voler " collaborare,, ad ogni costo. In primo luogo, si è dato al Parla– mento e alle masse l'idea integra della lotta di classe: il Partito socialista contro tutti i partiti borghesi. Era necessario, poichè un riomo sapiente come Vittorio Emanuele Orlando, rispondendo da relatore della Commissione per la risposta al di– scorso della Corona, affermava il suo contrasto coi socialisti perchè i socialisti /'anno la lotta di clas~e, onde il Turati interrompendo doveva correggere U ('anno in denunziano la lotta di classe. Come più chiaro dell'Orlando l'on. Giolitti in quel · suo di– scorso antico, citato ·dal Gfaziadei,. in cui, rispon– dendo ad un: conservatore che accusava i socialisti di fare la lotta di classe, diceva: ." Se si tratta di deplorare la lotta di classe, ci siamo tutti; ma, di grazia, chi l'ba cominciata?! ,,. E come più "at– tuale ,, ancora lo stesso Giolitti, quando, a sua volta, . interrompendo a un punto il discor·so fortissimo dell'amico Graziadei sulla esposizione finanziaria, confessava: " La verità è che la Camera non ha mai voiuto che si imponessero le classi ricche! ,,. Codesta felice - felice perchè semplice - im– postazione· parlamentare della lotta di classe è, senza dubbio, immensamente vantaggiosa per il più agevole orientamento degli spiriti, per l'instau– razione della. propai.;anda elementare, e pur nu– drita; dotkinale, e. pur substanziosa, dei principi diretti"'{i del socialismo. E', veramente,. una rina– scenza. I giornali ·del <'lisp1:ezzo·antisocialista, i nunziatori quotidiani della nostra morte sono tra– secolati della nostra vitalità. Il socialismo è più forte che mai. Anzi è più alla moria che mai. E c'è della gente seria che, tra l'ilare e il corrucciato, dice che " noi siamo i µadroni del Pai·lamento ! ,,. Il che è una bestialit.à assoluta, apodittica,, atteso che il Parlamento è presieduto dalla borghesia; ma è una verità incontrovertibile se, inteude dire che l'antagoni,omo rii classe occupa sensibilmente, visibilmente tutto il Parlamento, ossia che la lotta di classe non è più una spogliazione di classe si– lenziof.a o appena rotta ria qualche pròtesta o da qualche concessione di offa spolpata. La chiarezza, la semplicità degli atteggiamenti di classe scuote così le masse del Paei:-e come le masse della Ca– mera, infervora la solidarietà ed attizza il desiderio della più ampia conoscenza della dottrina. Siamo riconoscenti di questa fausta condizione di cose a due fatti : alla guerra ed alla latitanza della de– mocrazia. La guerra ha sempre semplificato, acuendoli, i contrasti di classe. Ec<!o quello che ·i nazionalisti, i qnali sognano di affogare nella guerra la lotta di classe, non hanno mai capito. E perciò sono quei ,;cemi che si sono costa ntemente rivelati. Essi scambiano l'ora dionisia.ca del risollevarsi della ferinità umana s ot to il f racasso delle trombe, dei tamburi e delle poesie d'annunziane per uno stato sociale, per un periodo di storia. Quale ubbia! Il domani della sbornia, in cui l'umauità si è imbe– stialita nella foia ancestrale della strage, del bot– tino e della gloria, è terribile! I disubbriacati si accorgono della bocca amara, del portafoglio in– volato e l'invidia accorta di classe scorge -che i benefizi si sono accumulati solo nella ciotola del– l'oste malvagio! Allora è Il furore della rappresa– glia di classe. Noi siamò in un'or,a siffatta della storia. Il Partito socialista si infiamma nel furore di rappresaglia del proletariato ingannato, scher- . nito, del'ubato dalla borghesia. L'intransigenza so– cialista di quest'ora ha l'irruenza, la spontaneità' di un fenomeno di natura. E poichè atterrisce tutti i colpevoli, tutti i responsabili, tutti i conniventi del crimine della guerra, l'intransigenza socialista ha la virtù di sopprimere tra quelli tutte le divi– sioni e di unirli tutti in un'amalgama, che agli ignari, ai più candidi osservatori, a coloro· che so– gliono generalizzare i fatti particolari e sogliono affrettare in cuore col desiderio i fati storici, sembra già essere la vaticinata massa unica borghese rea– zionaria dell'epilogo lontano. La latitanza' della . democrazia ·borghese dal campo del suo dovere, çihe è pure il portato della guerra, considerata dallo specifico punto di vista della fatuità e della viltà italiana ad affront'are per le proprie idee un'ora di impopolarità, onde avvenne che nelle congrue circostanze la demo– crazia italiana si diportasse in modo così a·iverso da quella inglese al tempo della tragedia del Sud– Africa, tale latitanza, diciamo, ha mirat>ilmente favorito l'esprimersi della più pura e sem·plice lotta di classe in Parlamento. Ma, qui, se noi non vogliamo a nostra volta semplicizzare il nostro spirito fino alla sua piena 'volatilizzazione, dobbiamo riconoscere ·che tal fe. nomeno è tutto contin·gente e relativo e niente affatto assoluto ossia di principio, e perciò è del tutto accld\lntale lo spiegamento alla. Camera di una lotta di classe così schematica come un pa– radimma rli scuola. Noi infatti ben possiamo im– ma~inare una democrazia. (rpagari non ita.liana2 •più consapevule dei suoi interessi, dei suoi principl e dei suoi metodi, che non abdicasse nelle nostre ·mani le funzioni ·delia difesa del controllo finan– ziario del Parlamento, che· è funzione anzfchenò . . .

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