Critica Sociale XXIII - n.20-21 - 16 ott.-15 nov. 1913

33i CIUTICA SOCIALE ~'RA LIBRI E RIVISTE Iatorie e favole, di F. CHIESA (IJ, Francesco Chiesa è forse, fra i nostri poeti con– temporanei, il più ingiustamente, trattato dal pubblico e dalla fama. La sua musa, che è tra le più altamente espressive dell'ora che corre e sarà senza dubbio un giorno segnata con onore nella storia dèlle nostre 'lettere, ha - fuori della sua terra, la Svizzera ita– liana - una nominanza inferiore a quella .di più di un fatuo virtuoso della rima: una nominanza limitata a una rada cerchia, o piuttosto famigli::i., di lettori, di arté o, se voglìaÌno, di artificio, ,è doviziosapienle compensato dalla signorile copia de' pregi scl_lietta– mente nativi che ris::i.ltano in ogni pagina del volume, d~lla nobile tempra del ·suo cc dettato», dal fiotto di poesia, lirica e tragica insieme, che lo_percorre tutto quanto. Anche in questo· libro, infatti, il Chiesa ha effuso per via di meste fantasie il senso triste della vita che è la nota fondamentale e caratteristic;a della sua psi– che di artista; la febbre di ideale che lo assilla; l'ar– dor divoto con che il suo cc viso >> si figge nel misterQ della natura e dell'istoria e si adopra di sorprenderne i contrasti e gli arcani. E foschi arcani sopratutto- gli _ si disvelano, e contrasti angustianti. Ogni gioia par che racchiuda per il suo spirito un grano di tossico; ogni più iridescente fantasma, ogni: visione più fui- e così fioca, che sono molte le persone anche più che mezzanamente colte, le quali ignorano chi sia France– sco· Chiesa. I suoi due stupendi volumi - Calliope e I viali d'oro - sono, nella circolazione librar{a no– strale, quasi cose peregrine. E non che siano man– cati ·ad essi autorevoli enco1I1i pur sui periodici che vanno ,p'er la maggiore, o che non· abbiano avuto il proprio 'ausilio di un editore valido. Il Formigginii,è non solo uno dei più intelligenti e animosi fra i no– stri editori; ma anche il più appassionato, il più en- . tusiasticò, il più· cc intransigent.e >> ammiratore del poeta luganese. ' gida gli si colora di grigio. La sua stessa accesa· pas– sione per la Bellezza, par che si assideri al contatto· della dura miseria in cui, secondo che il suo occhio gli fa vedere, sfocia e si rattrappisce l'umano destino: quello, dico, degli uomini singoli e quello della so– cietà umana, anzi della vita universa. Se non che la fortuna letteraria, se .pur si_ giova ·della bràvura e dell'autorità' dell'editore a cui sien . commesse le sorti di un libro, è, con vicenda sovente . bizzarra e iniqua, mancipia di altri elementi, non tutti facilmente discernibili; e obbedisce capricciosa– mente a condizioni e circostanze che son più forti del . merito intrinseco del libro stesso. E così è della for- tuna del Chiesa; il quale può, del resto, confo.rtarsi della scarsa ventura che sin qui ha avuto la sua bella opera, guardand,osi addietro. Non rade cc giustizie>> rimangono da cc èompire >>nella gerarchia de' nostri valori poetici; ma quante ventose nullità il tempo ha seppellito nell'oblìo; e. a quante glorie misconosciute o mal conosciute ha fatto onore!. .. * ** Il Chiesa scrittore di prosa par cl\e abbia anche men secondo destino del Chiesa poeta. Del suo volume di !storie e favole, che uscì nello scorso inverno, quasi nessun giornale ha parlato; o, se pur alcuno l'ha fatto, ··se n'è sbrigato recensendolo con spiccia brevità come un qualunque libercolo destituito di lode e d'infamia. Eppure è uno dei libri più ·notabili della nostra Jet-· teratura narrativa di questi ultimi ann'i, una .delle cose più alte e forti e originali della nostra p;esa di ' romanzi. Il Chiesa l'ha tutto informalo ed impresso , delle magnifiche doti che fregiano i suoi canti; vi ha h1tto_ esemplato e riflesso il suo splendido inge– gno. Ne ha fatto un libro d'arte e di pensiero, di . poesia e di dottrina, d'immaginazione e di realtà: Vi ha fermato le voci della storia e quelle del suo spirito; gli erramenti della sua fantasia e le meditazioni del suo intelletto; la suà filosofia, intima e la vasta e pro– fonda filosofia delle cose .. L'ha architettato con ga– gliarda e quasi rude vigoria e l'ha· cesellato e finito con delicatezza incomparabile. La grazia e la fÒrza vi ha consertato con magistero bellissimo. Che se ta– lora il travaglio concettuale e formale vi apparisce eccessivo, e lo stile trop,po vi si adorna di preziose ·sottigliezze e di barocchi arabeschi, questo soverchio .(!) FRANCESCO CHIESA: Isto,·ie e favole. - K. F. Formlgglnl, edlt. In Genova, 1913. s 0 , pagine 2s,. · · E ciò, benchè egli abbia una nercezione acutissima e, direi, religiosa della divina a;mcmia, tutta contesta di maravigliose provvidenze e rispondenze, della na– tura e della vita, e benchè, in astratto o, meglio► col desid,erio e con la fantasia, sappia perseguire e sen– tire forme ineffabilil)ente s.oavi ed alte di felicità. Di qui, anzi, iFI gran parte deriva ·e s'informa il suo aspro pessimismo, il cupo trayaglio del suo ingegno: da queste supreme immagini di bene _che sorridono al suo spirito e lo fanno più •penosamente sensibile al– l'infelicità che ci insidia per ogai pove, alla ruina che si agguata sotto le più serene parvenze di pro– sperità, al vuoto che vaneggia berle spesso là dove si crede che sia.maggiore pienezza di vita, scaturisce _ la malinconia che fascia il suo spirito e gl'invidia ogni più ingenuo affetto. Per ciò la tristezza che si sprigiona dalle pa:gine del suo libro non deprime, ·ma incita a non volgari p,ensieri; e la suggestione che ne .emana non e di què.Jle che isteriliscono misera- mente i'animo· di chi legge. · Dirò di più: ,ci::i.scunadi queste « istorie >> e cc favole» ha - pur senza verun assunto etico - una· sua- sana e fortificante moralità, un suo sottile aroma d.i sa– piènza: dal PaZinsesto, ove è drammaticamente. isto- riato il determinarsi di una bizzarra fraternità spiri- , tuale, anzi coincidenza di destini ·fra lo scrìttore ·di una trepida confessione, faticosamente venuta ..alla luce da un vetusto codice, e il suo tardo ,,;;copritore, al Superstite, ove il ricominciar,e laboribi:>0 della vit,a,-e il lento destarsi della coscienza n·e1cc superstite » unico della rovina del mondo sono immaginati e descritti con paurosa e stupenda evidenza; d'al Barbaro, ove l'orrendo vandalismo consumato da un'orda di. for– sennati sovra un palazzo di miracolosa ricehezza esa– spera angosciosamente la religione del bello, alla Vergine maculata, ove, attraverso a una torbida sto– ria,· apprendiamo da che fosche sorgive derivi tal– volta l'Ar.te le sue cose più divine. Prevalentemente tragico, tuttavia; è,. come ho detto, questo libro: più di Calliope e dei Viali d'oro. L'animo del poeta par sempi:e merio soleggiato dalla gioia. Il volume della vita non gli ha ancor 9-etto o suggerito la parola in cui si acquieti e componga l'inquietudine che lo cruccia e lo inspira. E forse questa gioconda, o almeno serena, parola egli non la troverà mai. Par

RkJQdWJsaXNoZXIy