Critica Sociale - XXIII - n. 2-3 - 16 gen.-1 feb. 1913

CU 0 ITICA SOCIALE 23 lo slesso partito riformista bissolatiano, appaiono tutti accomunati in un meàesimo desiderio di rifor– me pratiche, prescindenti dalle ideologie che carat- Lerizzaf!O e separano i partiti. . · Nel Parlamento, la duplice concentrazione fattasi intorno al suffragio allargato servì a cancellare 1e dn'ferenze. La paura delle imminenti elezioni e il bisogno dei cLeputati di stringersi all'« arbitro delle urne», in vista della grande incognita del nuovo corpo elettorale,. dà vita a una situazione strana e repugnante entro la Camera, dove la .«maggioran– za », tutta: d'un colore di can che scappa, abbraccia ogni settore. Pier le medesime ragioni, i singoli partiti e depu– tati o aspiranti deputati, nel paese, nei singoli luo– ghi, tendono a coprire le vecchie coccarde e a pre– sentarsi con un programma di fatti, di opere pra– tiche, di lavori pubblici: a fare i quali, non servono i principi, ma l'appoggio cLelGoverno. La « politica del lavoro » - bella parola che cela spesso una brutta realtà - è il vangelo dei deputati uscenti e dei candidati entranti. E la gente abbocca all'amo, perchè ,il morp.ento volge così, .lperchè in verità sono urgenti in molti luoghi le più elementari opere pub– bliche, perchè si pensa che talùni lavori di reden– z.ione material,e siano la 'pregiudizia,le delle resurre– zioni politiche e civili. A .noi spetta, senza salire nelle nuvole delle vuote ideologie verbali, riaffermare la· forza e la consi– ;;t,enza dei principi e degli ideali, di fronte alla effi– mera fallacia dei programmi d'azione, spesso fram– men-tari, incoerenti, destinati a rimaner sulla carta delle promesse elettorali, quando mancano; per tra– <lurli in atto, !,e grandi energie ,e la potenzialità vera 'della nàzione, solçi raggiungibili con un ricostituirsi sincero dei partiti e con un _indirizzo geµerale di. Go– n'rno veramente democratico. ' GIOVANNI ZmoRor. LA CRISIDEI PARTITI Cause ed effetti. Il laboratorio politico soffre di paralisi. I ·suoi mec– canismi più semplici - i pa,rtiti - sono i,nto-rpi.dit-i, sconnessi, di-sartioolati, come per nervi recisi. Par,e che gli elementi, di cui constano abbiano iì:Qprovvi– same.nte rotta ogni solidarietà fra J.oro, e proèJ.ainata la propria autonomia. Cias-cunù de-i vari ,cong,egni ha un turbinìo di moti incomposti, e•, fra sussulti ine– spli•oabili, lunghi periodi comatci-si, nei quali ànsima aritmico, quasi uria bestia colpita !f1. morte. ,,,. li male è pro.fonçlo, imperscrutabile. Fuori,. non ap– pat1,e che incoordinazione, incoerenza, anarchia di utti e di .atteggiamenti: i sintomi, appunto, più visi– bili; d'un meccanismo che ·si guasta. Già, qui più che altrove, -i sintomi e i-I male son difficili a d'iscriminàrsi. Il male non lo conosciamo che per sintomi, -al di là dei qu-a:linon •è'che conget– tura, ipotesi, fantas-ia. In fondo, per noi, J.a, serie d,elle caus,e non è che concatenazione di sintomi. Le causie degli effetti sono effetti- an,ch',ess-e;e· quello che ve– )'amente cerchiamo ci resta sempre ignoto. Tanto -più quahd·o, come-:in un-a crisi - in una, crisi gene- -raie ,e duratura, ch'è logorio, deperimento; vecchiezza :._ I~ ca-use si presumono così intime, ,e così nume– rose, epperò così :capillari, che rintracciarle è impos– sibile. Sicchè, a ben considerare, ess-e si riducono alla stori-a stessa - a tutto quello che noi· possiamo conoscere - d'un organi~mo, e alla fine coi,ncidono con lo sviluppo immanente di tu.tte le sue. fibre. Spi,eg-are una crisi è· dunque svolg-e,re una storia. · E, quando questa si sup.pone già nota, la crisi non si può che mostrare, -additandone i segni paradossali, le manifestazioni abnormi, le più -a.ppa,riscenti défor– mazioni, le antitesi pii'.i crude, le fatali ripercussioni, ,e le reazioni a possibili influenze •dell'e-sterno: illu– strandone, insomma, quelli che per noi son sintomi, ma che,, nondimeno, fan p-arte del prooesso, intimi, contesti, interdipendenti, indeoomponibili, talora in– d,ecifoa,bili. . La tenace muta ,complessità del fatto lascia natu– ralmente insoddisfatti gli éterni formulatori di «per– cnè », i quali, immaginando cause del tutto esteri-ori, attendono la riv,elazione di quell'una o di quelle po– che, che• abbiano, con meccanica infallib.ìle, prodotto l'eff,etto presente; ,e, ignorando la vanità della inda~ gine -causale, e risoluti a tentarl-a ad ogni costò, cioè a scovare comunque il « responsabiJ.e », scambiano i sintomi per cause•, delle quali -son sempr,e pronti a stende11è I la noti-cin-a. yiò che è puerile. · ' Ma v,eniamo all'argomento·. J.l pa1·tito. «Partito» è consenso ,e organizz,a.zione di volontà intorno ad un programma, politico. · O-entro le volontà, di solito, ùrgono bisogni, pre– mono inte11essi, materiali o immateriali, t11epid-ano simpati-e, arde una f.ed -e;e i programmi possono acco– gli,ere e interpretare -così gli spasimi d'una plebe o le ansie d'una classe, come J.easpirazioni della patri-a o gli i,deali dell'umanità .. Non è nec,essario, in gene,re, che il partito sia com– ·po:sto di inte-ressati materialmente; ma è sufficiente, ,ed -occorre, che lo sia di idealmente interessati: anzi, talvolta, gl'i~te11essi ideali, stretti in partito, si ele– vano a tutela degl'interessi materiali, stretti in altre specifiche f.orme· di organizzazione, più o meno apo– liti-che. Così per il partito socialista, rispetto alle Le- ghe o-per.aie. · La vàrietà di ,contenuto rende più o meno elastico, più o men· sa-Ido, più o meno efficiente, un partito; 'ma non influisoe punto. su quel che d;ev'essere il mi– nimum della. sua costituzione ~ del suo funzionamen– to: le volontà e il programma, politico. Tra i quali ele– menti corre un pr-ec-isolegame, in quanto -essi si s·vi– lupI )1a.no e ras.sodano mediante una reciproca progres– siva integrazione·. Creato dalle volontà, sulla .base di una determinata situazi-one storfoa, il prdgramma val,e a contenerle, oltre che ~ indirizzarle ed ~ discipli– narle; e trae fa conferma de-Ila .propria vitalità da la ,cres-cente efficienza di que11e, che con prassi a-ssidua lo rendono· attuale, ·cioè lo superano come program– ma, per farne pulsante intreccio di vita. Ne,J partito è dunque un rapporto di coordinazione d,elle volontà al programma: ciò, che è meno di su– _bordinazione, .se s•i guarda alla forma del vincolo, ma è più, se si guarda alla sua sostarl:za, data dal libero consenso, dalla disciplina spontanea, dalla: :respons'a- . bilità cori-vinta. Qui non· si sottomettono, le volontà, alla « l'egola »; ma si,_organizzano•, in vista del fine, e quasi lo ricreano successivamente, in tutti gl'istanti uei quali, opro.nd -o, lo vivono. E, appunto perchè vis– suto, non è, i-1programma,, un gelido papi.r-o, che bi– sogna tr-adurr~ i-n voci di realtà; ma quakosa di vi– vente, che creSl:e o s'attenua, ,che s'irrobustisce Q va– ci!La, che ·s'impone o vanisce, 0. seconda del tlusso della nostra-volontà e de.ll 'émpilo dell-a nostra· azione. Un programma, che annunzi una p:):linge-nesi,è niente,

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