Critica Sociale - XXIII - n. 2-3 - 16 gen.-1 feb. 1913

CRITICA SOCIALE PUÒ ESISTERE UN SERCITO SOCIALISTA ? La geniale utopia di Giovanni Je.urès Il valoroso /eade1· dei socialisti francesi non è solo un inrlomìto agitatore di masse e un fervente operaio del pensiero; egli è anch~ il ten9:ce_uomo <l'azione quotidiana, che non lasCla sfuggirsi occa– sione o situazione politica senza trarne profitto per la causa del socialismo. Imme,rso da più ~~ni nella politica internazionale e militare, alla critica serrata fatta alla Camera a nome del Gruppo sociali;ta degli ultimi progetti militari governa– tivi egli 'intrecciò, per suo proprio conto e sotto la s'ua personale responsabilità, un completo e ar– monico piano di organizzazione militare; il quale, se s'informa ai concetti svolti nel suo forte vo– lume L'A1·rnèe nouvelle, vorrebbe imprimere ad essi .:_ con la forma concreta ciel disegno di legge - un singolare carattere <li più immediata ed ef– ficace praticità. Il proletariato, per Jaurès, non può, non ~ev~ neg·are la necessità della difesa della patria; qumd1 <iee concedere ad essa mezzi adeguati. Ma vuol essere garantito che quei mezzi non saranno mai convertiti in strumenti di oppressione di classe. La difesa nazionale contro aggressioni possibili .non esclude, anzi integra e conforta, l'ideale della solidarietà e <lella pa,ce fra i popoli. La migliore guarentigia per la difesa della patria riposa nella possibilità che tutti, anche le classi più umili, _vi partecipino attivamente, abbiano un concreto m– teresse a parteciparvi, a parteciparvi con, entu– siasmo, fino al sacrificio volonteroso della vita quando bisognasse, e la chiara e· convinta visione di cotesto loro interes~e. Non i lavoratori, rlunque, per la patria, ma la patria per i lavoratori. E non basta. All'interesse materiale, che suppone la giustizia sociale nei rapporti interni del paese, deve aggiungersi la forza auimatrice di una gran<le e nobile irlea, che giustifichi anche la nefandità <li una guerra: soùo queste le (oi·ces morales, senza cui, secondo le parole ciel generale Langlois, un esercito, oggi, non vince. E le quali, per un popolo moderno alla testa della ci viltà, non sa– prebbero più essere nè l'orgoglio <li razza, che so– spinse i giapponesi ·contro la Russia, nè l'esalta– zione mistica di Giovanna d'Arco o il fanatismo Teligfoso dei musulmani; e neppure lo spirito della famosa 1·èvanche, per riconquistare due provincie per<lute. Solo il senso profondo di una grande missione politico-sociale non soltanto nazionale ma mondiale ed umana, che pervada tutto il po– polo e tutte le classi, qual è appunto l'ideale della rerlenzioue del lavoro dentro e fuori il confine, potrebbe oggi dare, alla Francia democratica e re-· pubblicana, le emozioni superiori, le energie deci– ·sive della vittoria militare. Sopra questi capisaldi si regge e si innalza po– -deroso l'edificio militare <li Giovanni Jaurès, nei diciotto paragrafi del suo disegno di legge. Giusta il quale, tutti i citta<lini validi, dai 20 ai 45 anni, <)Oncorrono alla difesa nazionale, scaglionati o nell'esercito attivo, o "Ilella risen·a, o nella terri– toriale, a seconda dell'età; il reclutamento è es– senzialmente territoriale; ·1a preparazione si inizia dall'adolescenza e dalla scuola, con tirocinio di ginuastica, <li marcia, con esercizi di tiro e di equitazione, sotto la guirla dei maestri <lei me<lici . degli ufficiali e sottufficiali, profession'isti e civili' e il controllo di Consigli speciali eletti a suffrao·i~ universale, e lo. stimolo di premì e <li punizi~ni rnzionali. A 21 anni si apre ai giovani la scuola <lelle reclute che dura norm&lmente sel°mesi•: dopo ~ quali non li attendono più che brevi periodiche chiamate ai campi d'istruzione, moltiplicati nel paese. Moltiplicati sono pure i depositi d'a.!·mi (-nelle regioni dell'Est ogni soldato. ha le arm1 a! proprio domicilio) e i campi d'a,1az10ne; ma ogu1 milite serba e custodisce la propria divisa. Un si– stema perfezionato di comunicaziçmi provvede alla rapidità della mobilitazione generale. Dalle scuole delle reclute escono, scelti fra i più idonei, e affor– zati 'poi di istruzione più specializzata, i sottuffi– ciali delle varie categorie, cui si guarentisce, oltre un'indennità giornaliera, una certa prelazione negli uffici pubblici e privati, la possibilità di aspirare alle funzioni di sottotenente e tenente, e la pen– sione a 50 anni. La preparazione e la scelta degli ufficiali è essa pure organizzata sulla base della selezione dei più adatti, attingendo largamente alla coltura scientifica impartita dalle più impor– tanti Università, salvo per i gradi militari più alt.i e per lo Stato maggiore, preparati da una scuola superiore di guerra. · Sorvoliamo, per brevità necessaria, a particolari tecnici più ·minuziosi. l\fa non sapremmo tacere dei trn ultimi paragrafi, nei quali il concetto po– litico fondame.ntàle riprende apertamente il sno slancio. L'esercito ha per unico obiettivo proteggere contro le aggressioni l'indipendenza e il territorio rlel paese. Ogni guerra è criminosa se non sia di– fensiva, nè è tale con certezza evi<lente se il Gu– verno non propose di dirimere prima il conflitto con l'arbitrato. - Senza questa leale proposta, il Goveruo che dichiari la guerra sarà cousiderato traditore rlella Francia e nemico dell'umanità. Sarà reo <li fellonia e sciolto di diritto il Parlamento, complice di un tale Governo; dovere nazionale e costituzionale abbatterli entrambi. - Il Governo negozierà tosto, con tutti i paesi rappresentati alla Corte dell'Haja, trattati d'arbitrato integrale e re– lative procedure. Ta.le, nelle massime linee, il piano militare del– l'agitatore socialista, che i " patrioti ,, di Francia, <lopo avere coronato di rose l'oratore-prodigio, hanno allegramente e unanimemente " bocciato ,,. Nè g·li furon o mo lto più miti le avanguardie sov– versive, che n.on credono oggimai più possibili, sotto- l'impe ro de l capitalismo internazionale, le aggressioni per conquiste territoriali· reciproc11e fra gli Stati civili, e nella millantata " difesa na– zionale ,, del patriottismo borghese veggono l'alibi che mal dissimula le cupidigie mercantili e colo– nialiste e la parassitièa dominazione di classe. Hanno torto? ... (. s. Qualcuno ci chiede dove siano andati, a jì,nfre due articoli, ripetutamente annunciati, del Diretto1·e della Critica, l'uno sulle Inscrizioni elettorali; l'altro, a compimento di un.a ser:ie, su là: Questione sessuale e il Neomaltusianismo - al quale avrebbe dovuto tene,• dietro una nuova cont1·oreptica di Rodolfo Mon– dolfo. Curiosità legittima e che vo1·remmo soddisfa1·e. A quantò ci risulta, le "cartelle " dei due famige1·ati a1·– ticoli si sa1·ebberodispe1·se fortuitamente, durante qual– cuna delle t1·oppe pe1·egrinazic,ni che sballotla1·ono, in quest'ultimo mese, il nost1·0 Di1ettore. Satv,,chè - poichè tutto è possibile e non si deve mai me,•avigliarsi di nulla - le suddette "cartelle" mal– grado il ripetuto annuncio, .... non fossero realmente mai state sc1·1lte. In questo caso, s01·à meno difficile 1·accape:zzar·le,se soccorra un momento di quie~e, dent1·0 la reciµiente testa del Direttore sullodato, al quale - e l"occasione di farlo non ci pub mancare - ne passe- 1·emo pa1·ola.

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