Critica Sociale - Anno XXIII - n. 1 - 1 gennaio 1913

Critica Sociale · fi /VIST.ll QUJNJJICIN.1/LE DEL SOCI.Jll/SMO Nel Regno: Anno L. 8 ,- _SemestreL. 4 - Àll'Estero: Anno L. 10 - Semestre L. 5,50 Lettere e vaglia all'Ufficio •di CRITICA SOCIALE - MILANO: Portici Galleria, 23 AnnoXXIII -· ~- 1 Non si vende a numeri separati Milano, 1 ° gennaio 1913 SQMMARIO Politica ed Attualità. i modi della d!ttat,wa (CLAUDIO TREVES). It patto di uuità (1•a le Cooperative di consnmo fa Francia (STICUS). Le st1·ane vtcende deti' Ispettorato del Lavoro; ii sabotage senatorio (LA CRITICA). . , Studi economici e sociologici. Dalia Relazione sttiL' lspettorato d-eL Lavo.,·o atia Camera dei deputati ILa c. s. e FILIPPO TURATI). " La cooperazione neut.-a e la coope.-azio11e socialista , (Dott. ALES– , SANDRO SCHIAVI). Filosofia, Letteratura e Fatti sociali. Fatti e comment-i: Le prge.nlzze.zioni operale Italiane nel 1910; La · lilnolollca sulle organizzazioni cristiane; L"organizzazione operala In Inghilterra (x. y.). Biblioteca di Propaga11da della CRITICA SOCIALE, l'e,· il 1913 (Anno 28°): Condizioni d'abbonamento, abbonamenti ~u– mula.ttv11premi, ecc. RICORDIAMO A TUTTI e pzariicolarmente a91iamici della Rivista 1° che, col nuovo anno, ]'Amministrazione di Oritica /iJociale si è ricongiunta alla Dire– . zione, all'unico antico recapito, al' quale deve quindi indirizzarsi ogni invio, 'iii Portici Galleria, 23 - Milano; 2° .che eh-i non ritarda la rinnovazione dell'abbona– me1ito reca un vero beneficio all'Amministrazione del pei·iodico; 3° che la rinnovazione sollecita ha un valore anche viù squisito,· se accompagnata da un elenco ,li abbo– na.bili, a cui s•i possano spedire munel'i di saggio con , probabUUà di non ritirare in barca le reti vuote; I 4° che ogni abbonato nuovo. annuo o semestrale, del cwi abbonamento, insieme alla notizia, ci è spedito l'importo, crea a chi ce l'ha procurato un credito di lire un.a• da conve1·tirsi a sua scelta: a) -in corrispondente detrazione dal prezzo clelsuo abbonamento; b) in quota di abbonamento grntuit,o a f av01·ed:i ,pe:rso11a da .designarsi; e) in opuscoli e libi·i della nost1•a Biblioteca di propaganda. Condizioui d'abbonmnento, abbom~menti cwnulati11i e premi, in 'fine del fascicolo. I MODIDELLADITTArrURA Ebbene, quanto ciò durerà, sei mesi ancora, un anno forse? Ge ne sarà sempre abbastanza p,erchè il regime ne vada crivellato . .E 'discuteremo dopo se ciò sia un bene o sia un male, se a noi giova o a noi nuoce dare dei fieri colpi di temperino al regime parlamentare, quintessenza della epoca bor– ghese. Confessian1o per il momento che non sa– premmo che sostituire al regime rappresentativo, poichè alla democrazja diretta non credono neppure i compagni dell'azione diretta. . Or dunque, quanto durerà l'agonia di questa. Ca– mera? Quanto durerà la sfacciata onnipotenza di un uomo sulla paralisi del sistema? L'uomo non sa– rebbe un uomo se non ne usasse e non ne abusasse. Ma le circostanze della diLtatura non sono da acca– gionarsi a lui. Perciò' cli lui non si può dire che abbia aspirato alla tirannide. Nè questo eccesso di onore, nè questa indegnità. La tirannide è venuta verso di lui; si è data a lui come un amante, ed egli l'ha presa. Non altro. La. tirann~cle si chiama due volte la « fatalità storica ll! · Prima fatalità storica, la guerra. La guerra }'.>orta alla dittatura, infallibilmente. Anche le guerre di liberazione sono dittatorie. Cesare .è Cesare. _Figu– rarsi Le.guerre cli conquista! La dittatura esce dal congegno della, disciplina militare nell'ora che que– sta .te,sprime la sua più energica potenza di azione . Perciò la democrazia è per la pace; è contro la guerra, sempre. Tranne la democrazia italiana; tra.fi– ne la democrazia napoleonica, plebiscitaria ·e im– periale. Il motivo è trqppo vecchio, quasi stantio, perchè ·occorra svilupparlo. Ls1 guerra di Libia era una cosa bastarda, mezzo guerra coloniale, mezzo guerra ,europea. Generalmente la guerra scoppia sul fallimento della diploma7,ia ed è sciolta eia ogni rap– pòrto con la diplomazia. Le.·sciabole hanno scon- · fitto gli spadini, i casch~, Le parrucche, i cannoni, i protocolli. Generalmente. Ma noi siamo originali. La nostra guerra è st.ata d-0minata dai diplomatici. Ogni mossa ci fu comandata o proibita, sempre pas– sata al vaglio delle Cancellerie. Perciò ci mettem– mo tredici mesi a ·conquistare un 1200 chilometri cli lungo ,ed un 15 chilometri cli profondo, sopra un milione e mezzo forse di chilometri quadrati, che avevamo dichiarato sulla carta di nostra sovranità ... E non l'avremmo fatta finita se non .ci si mettevano cli mezzo i banchieri a sconfiggeré gene_rah ·e di– plomatici. Però la guerra cli Libia ~èstata una gu,e,rra abbastanza europea, perchè il Governo .fosse legit– bimato, dalla soggezione alle Cancellerie e dall'im– barazzo verso le aspettazioni popolari, a chiuderie la Camera ed esercitare il potere esecutivo, senza il controllo parlamentare. · .. Preso l'abbrivio, si è trovato che il sistema era comodo anche dopo' fatta la pace, se la guena con– tinuava s~1iBalcani! Il Governo disse esplicibamcnte che la Camera riaperta era buo11a per gli affari in-

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