Critica Sociale - Anno XXII - n. 13 - 1 luglio 1912

CRITICA SOCIALE 199 Critica, come talune asserzioni del Modigliani siano teoricamente troppo rigide, dovute, scrivemmo, a rea– ztone occasionale contro gli eccessi destrorsi. Con ciò avremmo ammesso che "tutta l'impalcatura rivoluzio– " naria dei Sinistri non è che roba d'occasione (sic), " messa su per il bisogno del momento, ossia per pie– " chiare sui destri tenendo in iscacco i rivoluzionari, " coi quali non si può ~ sono sempre parole del Tu– " rati - concepire una solidarietà qualsiasi ,,. Ossia:. per "conservare le posizioni di dominio,,, prima rompiamo coi dest1·i, poi sveliamo il trucco noi stessi .e sferriamo pedate ai rivoluzionari. Furbi, per dio! E, infatti, il più eminente uomo dei destri inneggia., in nome della logica (eh! già!), al trionfo dei riv'olu– zionart, che gli pare non soltanto non dubbio, ma 'ùtile, anzi " S'ommamente utile ,,. E allora perchè ostinarsi a cederne a noi tutto il vanto? Comunque - poichè le amabilità· di dritta e di man– cina non ci turbano affatto la sinderesi - noi, su co– testa faccenda delle " esecuzioti.i ,, - reali o simboliche ~ manteniamo l'avviso che sempre esprimemmo e, fra l'altro, al Congresso di Modena (Resoconto, pag. 204): " .... La scomunica-non è soltanto incivile e gillcobina, " ma anche poco sei:ia e, in fondo, attesta una fede " assai tepida nel principio che vorrebbe difendere. La " fede viva, schietta, sicura non pensa a munirsi di " anatemi; vi ricorre quando comincia a dubitare di se " stessa. Un partito come il nostro, eretico esso stesso, " non può temere le eresie; deve bensì cimentarsi con " esse, e trarne lume se esse gliene offrono, altrimenti " vincerle colla persuasione ... ,,. K vero che è meno comodo. Reclamare l'altrui testa è più spiccio. È, staremmo per dire, più nazionalista. · Tuttavia vaTrebbe la pena, ci sembra, anche pei più ze– lanti, di rinunciare al delicato piacere, se malvagiamente dubitassero che, a più d'un o, il cappio simbolico possa essere il sogno segreto. Vi han.no i fanatici del martirio. Del resto l'Indice non ha fatto la fortuna persino di qualche pessimo libro? Stanno sempre, poi, le ragioni di alleanza fra estremi, che (autocitiamoci ancora!) notavamo, a Mod·en~, in quella stessi¼ concione - pag. ·201 - replicando a Bo– nomi e a F. Ciccotti, che, per amore sviscerato della nostra coerenza, ci volevano, ad ogni costo, il primo imbrancare fra gli intransigenti à tout rom1we, il se– condo accodare ai bissolatiani : ' " In apparenza - dicevamo - i due consigli, opposti,' u si urtano è si elidono. Noi potremmo servirci dell'uno " per confutar l'altro. Ma essi partono da un sentimento " medesimo e hanno, in fondo, un'anima comune: l'one " sto desiderio di sbarazzarsi (politicamente) d,i noi, che " rappresentiamo, per le dne ali estreme, non soltanto " un incomodo numerico, perchè impediremo ad esse la " vittoria nel voto; ma, quel ch'è assai peggio per esse, " togli.amo loro, ad entrambe, colla nostra presenza, " quasi ogni ragione teorica, ideale, politica di esistere. " (Commenti. Interruzioni). "Non vi offendete 1 Non si tratta di ingiuriarci, ma " di ragionare. E intanto constatiamo un fatto! Già nelle " interviste, che precedettero il Congresso, una cosa "saltò all'occhio: le dichiarazioni di amore, le simpatie "irresistibili che si scambiavano i rivoluzionari coi " riformisti ultra-destri .... " Gli estremi, dunque, si. toccano. Si toccano e si ca– " rezzano, e non precisamente a nostro beneficio. " Ora, io dico agli estremi, che essi hanno perfetta– " mente ragione. Essi obbediscono alla legge di con– " servazione e di difesa. Se noi non entrassimo nel "gioco, essi trarrebbero - gli uni dagli altri - ogni " vantaggio possibile. Perchè, come il semplicismo e il " dogmatismo rivoluzionario spiega, giustifica, rende " necessaria - per ragion di contrasto - la politica " degli accorgimenti e degli adattamenti, quella com– ".plessa politica realistica, che noi pure ammettiamo a " date condizioni e in una data misura - cosi, e a "maggior ragione, l'abuso, l'eccesso, l'esclusivismo di " questa politica genera e giustifica la reazione rivolu– ".zionaria. Se l'estrema Destra pre.valesse, i rivoluzio– " nari riacquisterebbero una ragione di vita, che anda– " vano perdendo ogni giorno più. " .... Per me, gli uni e gli altri, siete due errori, due " unilateralità, che si equivalgono. Ma è certo (parlando " a sinistra) che, se la falange più opportunista pigliasse " vigore, sarebbe la vostra riabilitazione, una fortuna " che dovreste pagare a peso d'oro, se non foste degli " spiantati peggio di noi (Si 1·ide); vi ridarebbe· vera– " mente - riflettici amico Lerda ! - si, ti ridarebbe " ancora una verginità. (Ilarità vivissima). , " Con che ho chiarito, spero, perchè del duplice ami• " chevole consiglio, di andare di qua, e di andare di " là - di andare insomma· a farci benedire - ringra– " ziamo, ma non intendiamo profittare. " Rimaniamo volontieri sul nostro terreno ,,. Su quel terreno, a Modena le nostre conclusioni ri– portarono la maggioranza relativa (Ordine del giorno Treves-Modigliani, insieme, voti 9554; contro:: ·destri 1954, inte,gralìsti 1073, rivoluzionari 8634). Oggi, asseve– rano gli aruspici che - pur essendo immutati i termini del dibattito - le proporzioni potrebbero invertirsi a ·nostro danno. Per invasi che siamo dal furore di " conservare le posizioni di dominio entro il Partito ,,, non sarà questa una ragione per declinare d'una linea. Passi chi ha da passare. Gli amici dell'Azione si rassicurino! ILLE Eoo. IL SOCIALISMO DI DOMANI No11 è, certo, mera coincidenza di calendario, , non è silècronismo· fortuito, che Tullio Colucci con– chiuda, nella Critica Sociale, la serie de' suoi ar– ticoli - i quali la Società Editrice dell'Avanti! pone subito, raccolti in volume, a contatto di un pub– blico nuovo e forse più vasto (1) - proprio la vigilia del giorno, in cui Reggio Emilia, schiude i battenti del nostro 13° Congresso di Partito. Fra il libro ed il Congress o - non sembri, il raccosta– mento, compiacen.te artificio di amico « prefazio– na/ore » - v'è una comunan.c:a singolare di ori– gini, di intenti, di «attualità». L'uno e l'altro ob– bediscono a una stessa suggestione imperiosa, che è nell'aria e nell'ora; l'uno. e l'altr,o, con diversa voce, rispondono - meglio: vorrebbero rispondere ,_ a un quesito, anzi a un a[lanno, che è nel cuore e nel cervello di ogni socialista italiano. Nè dei so- . cialisti soltanto. Gli articoli di Tullio Colucci, che, sbrancati, /e/li ad inlarnlli, nolerono parere dis~ (I} TULLIO COLOCOI: Dei! vecchio al IIIIOVO sor.iallsmo: un volume di pagine 10,1(centesimi 50). - Presso Libreria dell',lvauti!, Milano, via s. Damiano, l 6,

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