Critica Sociale - Anno XXII - n. 4 - 16 febbraio 1912

Critica Sòciale NIVIST.ll QUJNJJICIN.lllE JJEL SOCI.lll/SMO Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 10 - Semestre L. 5,50 DIREZIONE:Milano - PorticiGalleriaV. E., 23 - AMMÌNISTRAZIONE: Via S. Damiano, 16 - M·lano Anno XXII - N. 4 Non si vendé a nume,•i sepa1·ati Il Milano, 16 febbraio 1912 SOMMARIO Politica ed Attualità . • li 11'11 a que le ... ,.... " (LA CRITICA SOCIALE). 1,a Rlape.-tura (FILIPPO TURATI). u" -,·rore ctl ottica potitlca (Avv. ETTORE MARCHIOLI e la c. S.). L'lllt<slone impe,•lalistlca (Dott. ANGELO CRESPI). . Studi economici e sociologici. Sul concetto ctel plt1sva10..e (Prof. RODOLFO MONDOU'O). Il possibile emb.-1011& <li una grànde co11q1'/.sta; a proposito delle • rappresentanze di categoria " : III. Le cattse dete,·m111antl ; la miseria degli stLpenctt e la tirannia bttrocratlca (GINO BAGLJONI). Per l'anno 1912. Saremo grati agli amici della Rivista, i quali, insieme all'importo della 1•innovazione dell'abbo– namento per il prossimo 1912, ci invieranno (ìn d'ora indirizzi di abbonati probabili, ai quali spedire, a nost1·0 rischio, numeri di saggio. " Il n'y a que le. Il nu.... Giusta un adagio francese, il n'y a que le nu qui habille - « soltanto il nudo riveste» (è vero che habiller è anche un po' ornare) - e, se l'aforisma non è esalto sempre per tutti, certo •è lusinghiero per quelli e... per quelle, per i quali è vero. E il caso della Critica Sociale? Fatto sta che la copertina - che ci si era consi– gliata, e che noi s'era accolta non senza un tantino di ritrosia - come utile custodia del fascicolo, sfo– gatoio di annunzi, ecc. ecc. - non potremmo dire che ottenesse un successo d'entusiasmo, anzi, nep– pure di stima. In generale, la nuova toilette fece brontolare i letto,-i. Forse vi concorse la carta meno sostenuta adot– tata in ossequio ai limiti di peso postale, onde l'iri– chiostro traspariva dal recto al verso, facendo la stampa meno nitida. La « ri[ilatura » e il punto metallico - sacro– sante migliorie - anch'esse non piacquero a tutti, e concorrevano talvolta a vieppiù ritardarci l'uscita. Infine - somme toute - ripetuto tre volte l'espe– rimento perchè fosse definitivo - eccoci tornare all'antico. Liberi e sciolti da legami e tegumenti materiali come da coa:ioni e da velami spirituali - purgali da ogni apparenza mercantile - e più uguali a quelli che fummo, dalle origini, per così lunga stagione. Il che, se ad altri appaia avere del simbolo, in quest'ora del tempo non ci dispiace. LA CRITICA SOCIALE. LA RIAPERTURA : Il _Governo si sovvenne che l'Italia è paese co– s~1tuz10nale, e, dop? · sette mesi di silenzio, dopo cmquq· da)l aggress10ne consumata, riapre le Ca– mere. Nessuno -è cessato, a dir vero, dei motivi . che_ si_::iddussero a gìusl.ificare la sospefuuone del regune·- parlamentare; nè la necessità di non di– strarre i ministri dalle gravissime cure - argo– mento che adegua il Parlamento a un. club di tavo– leggianti e di chiacchieratori -, nè il pericolo delle improntitudini di qualche deputato... sovversivo; poiché, oggi, se mai, il groviglio è piìi intricato che non agli inizi e il dossier delle possibili accuse e proteste più gonfio di allora. Ma, <lacchè la « pas– seggiata militare» s'è visto che minacciava durare degli anni - forse dei decenni - e un dì ·o l'altro sarebbe pur bisognato rientrare nell'ordine; tanto fa non prolungare un silenzio sempre più difficile a rompere. L'Italia (ne sian rese grazie al dittatore!) torna dunque ad essere un paese moderno, munito di una · rappresentanza elettiva, e a esercitare quel diritto di controllo sulle cose dello Stato, che le avevano sottratto nell'ora in- cui più dovea sentirne il bisogno - certo a riprova della massima bandita al banchetto di Torino: che non deve la politica estera di un paese civile refluire sulla politica in– terna. Senonchè, ad arguire dalla mala grazia .con cui la riapertura è ordinata - dalle trepidazioni evi– denti, dalle manovre e minaccie degli ufficiosi con– tro i deputati sospetti di non riboccare d'entusiasmo per la eroica, patriottica e magnanima impresa africana - si dovrebbe pensare che il Governo, e i suoi scribi e pretoriani, mentre vantano l'osanna universale, celino un dubbio atroce nell'animo, e qu.a.lco1,ali avverta <'.he l'indomani delle abornie procurate non fa soltanto i trappisti, ma fa anche talvolta gli irrìtati, che ricercano biechi il com– mensale della vigilia, il quale gittò loro_ nel bic– chiere il pizzico di sale .o la «cicca» t~ad1t?ra, ch_e li fe' ruzzolare nella via, per destarsi poi, tonti, con le ossa rotte, e destramente alleggeriti del por– tamonete. La parola d'ordine è questa: - il Parlamento si riapre: ma, su ciò che più preme, nessuno do– vrebbe fiatare. E si punzecchiano i vanesii della maaaioranza, che, già essendosi inscritti a discor– rer~0sulla comunicazione del famoso decreto di an– nessione, aprono la via ai discorsi avversari e co– stringono in 1 qualche modo la Camera a consen– tirli ... se non a sentirli. Perchè - come si è detto - il proposito assil– lante e seareto sarebbe di tappare ai non confor– misti la b~cca, di impedir loro il dovere e l'eser– cizio del mandato, di schiacciarli sotto le acclama– zioni al Governo, all'esercito, ai sacrificati, sotto i voti di sorpresa che schiaffeggiano il regolamento

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