Critica Sociale - XXI - n. 12-13 - 16 giu.-1 lug. 1911

184 h!TICA SOCIALB * ** il socialismo non è altPo che un mi/o. Noi non sappiamo, e non c·Ì!TIP.orln, perchè non ci è possibile, sapere, per quali ne ~s~o sarà, che cosa esso !=-Urù, e se pure sarù. A 110111.11pol'la .s~.>1- lnnlo che esso sia l'anima profonda e 10csnur1b1lc del movimento operaio, che lo sìisciti, lo scaleni e lo conduca prr le vie del mondo a provocare_ lullc le bnl1n!=(1ic e o. raccogliere .tutte le v1llor.1c: rn se– rie infiniLa, in progresso lr10n~alc. A _noi_11nporta sollanto ch'csso sia un'arma dr cmnnc1pnz1onc fra le mani cli chi possa servirsene; riui è_ In sua dctcr– mi11azionc storica, il campo circoscnllo della sua efficienza. rn q11nnlo Inie, esso è una Ye~·iLà: un~ \·crilù; cli_c non ha bisogno di base e di d1moslraz1one scICnll-:– fìcn ma solo cli essere intuii..., e posseduta clnµ:11 spi/iti, pcrchè i renda capace ~i ~er~irC? all·azionc. Esso non ha che uno scopo pratico: I azione. Quan– do riesca n pro,·ocarln, raggiung-e quel suo scopo, cioè compie Lulla In propria funzione. li mito <lei socinlismo è interamente qui: nella funzione 1walicn della sua indirnostrnla verità. Trul– lo d.1ll"anirnn clolornnlc del proletariato moderno. nel essn jmposto dnll'opera di un genio gigante coi~ le srclu,.ioni mislcriose di un foto inclullnbilc e d, 1m·apocaliLLica visione, esso ha operato, sino n qu.1lchc tempo fa, con lo stesso fascino di unn religione porlr11tosa. Noi procedemmo, per cspc– ric,Ìzc mollcplici e cliversamente proporzionale allo stimolo dei vari bisogni, ad nccostarc la noRlrn ma– lrria inrloeilr alla sua luce ideale, nel cffelluarc, con fede sicura, il suo regno in terra. li suo regno era ccl è troppo fantnslico per attuarsi intero fra noi: mn. frattanto, dall'opera diuturna, che la sua magin suscita,·a. scaturivano le utilità immediate: e il proletariato, e i suoi nascenti istituti, e le con– dizioni clrlln sua esistenza: e gli uomini tulli, mi– glioravano sulla linea ideale del socialismo: e la Storia n'era come fccondat...'l nelle sue viscere più profonde. J I mito d<'l soci:ìlismo così frullirìcara. Noi non potcn1mo, noi non possiamo, chi<'drrg-li nlt,·o chr la spinta o l'niuto all'azione, quando non soltanto l'ori('nlnrncnto di quest'azione nel senso dclln rnèta ullima. Anche i bisogni, è vero, spingono nlt'a– zionc, e meglio forse di qualsiasi idcnle: mn l'a– zione, che dn essi, e solo da essi, d<'rivn non ha altro scopo che procacciare una soddisfazione im– rnediala, non ha allrn anima che quella si rella– mcnlc ulilitarislica e conling-cntc: è benefica, ma col socialismo non ha rapporto alcuno, fuorchè <JUCliofOl"malc che pu_ò fornirle una falsa etichclln: E qucslo I errore dcli ocherna prnl1cn soc,ahsla: eh essere pratica, ma cli non essere più socialisln: fuor che nel nome. Ed è perciò una questione sem– pre a perla e tormentosa, sapere se il mo, imento economico e politico del proletariato non ballerebbe nlt1·e vie, qualora un luminoso meriggio cli fede so– cialista risplendesse, in luogo di questo gelido crn– puscolo dell'ideale. Ebbene, a codcsla immensa fal:rnge cli lavoratori, che dalle proprie orµ:anizzazioni ha chieslo cd ollr– nuto quanto di meglio esse potevano darle cli utili immcclinli e cli riforme benefiche; a codesta lt1rbn di popolo, che, dimenticando il principio in nome elci quale era sorta a comballcrc, e paµ:a delle rag– giunte conquiste, ora diserta l'associazione, per riaccorrcrvi sol quando un nuoYo stimolo cli do– lore reclami !"urgente rimedio; a codesta folla, che ha scambialo il socialismo con le proprie partico– lari e immediate rivendicazioni e col propl'io suf– ficicnle hcnrsscl'r, e che il socialismo ha neg-nlo, mcnt1·c mo,·e,·a rincc1·to passo e gridava le piccole vittorie e vicina la mèln; n co<lesln folla, ch·cra di credenti un giorno, ma che oggi si è convertita in una carovana di frjgidi praticanti, occorre ridare l'ideale, l'ideale che hn smar,·ito e ch'è tutto suo. i\on occorre ch'essa cnmbi gli slrurnenli della sua tattica, nè le clirnrse fìlosofic della propria azione. Non occorre che !'arme economica e In po– litica vengano mutate, nè che il riformismo e il sindacalismo, o quanlc allrc teoriche di ballnglia esistono, cessino dnll'esislel'C: occorre, jnvece, che tulli ci riscaldi cd illumini un jdcnlc: occorre, in– vece, che il mito del socialismo rinasca e riviva e ci renda partecipi e c'incbbr! ciel suo fascino, e, senza offuscarci la sensazione del bisogno, ci rnpi- cn e ci porti sempre più in alto. ~on un nuoyo misticismo, non una nuova reli– gione, vogliono esprimere queste pnrole: vogliono soltanto additare una riconquista cli cui il nostro spirilo nwerle la ncccssilù, per In dirillura clell·.1- 1.ione, per raxvenirc della classe lavoratrice: la , i– conquista dell'ideale, cioè la riconquista del socia– lismo. Allora potremo ridirne il nome, senza men– tire a noi stessi. Ogg-i. fl'nllanto, una sottile crisi morale sembra travagliare i nostri spiriti. Oper:-i.n– do, chiediamo a noi stessi In cl imosl razione della nostra fede; ma nessuna \'Ol'C udiamo, nessuna voce possiamo udire. E, mentre il dubbio della villoria mette i bri\'icli. ne' nostri polsi e ci scolorn in Yiso, non ci accorgiamo che In fede non si provn; e che. il giorno, in cui ciò abbiamo tentato, noi l'nbbiomo clislrulln. TULLIO COLUCCI. PERLARIFORMA ELETTORALE Il perJcolo imminente. Pili volte, discutendo in queste pagine della rifor– ma del suffragio, ci a, ,,enne cli citare lo studio, pub– blicato or è già un anno e mezzo (no,·embre 1909), dal competentiE-s.imo prof. Gino Bandini, nella Ri- 11isla cl'lfalia, del qu:1le il lilolo, nbbond:1nlc, diccya pienamente il contenuto e lo scopo: « Di/elfi e pe- 1·itoli dello scrutinio cli lista sen:a rapp,·esenfan::a propor=ionale ». Ed era, cd è, nostra opinione che i dali e gli argomenti, offerti e sriluppati in quel breve lavoro, a base cli logica posilira, a base di C!-cmpi storici, e a base di stnlislica e di arilmclica, fossero così esaurienti ed inoppugnabili, per la lesi da lui propugnala, da non potersi concedere che al– cun socialista o democratico o, comunque, studioso di buona fede, vi potesse più, in buona fede, repli– care. Ma poichè, per i difetti risaputi cd evidenti del Collegio uninominale, la simpalin, naturale, pel ri– torno a un sistema di scrutinio di 1istn. in circoscri– zioni più larghe e con la sola cosidclla , rappresen– tanza delle minoranze» - la quale, viceversa, non le rappresenta affallo - è ancor oggi mollo diffusa; e, in occasione della riforma ùcl Giolitti, ha fai.lo, di frequente, capolino, e nelle discussioni agli Uffici della Camera, e nelle inLervisle elci mnggiori giornali - tantochè si sentirono molli dichim·are che a un solo pallo avrebbero accolto l'allargamento del volo, quando cioè, in pari tempo, si fossero altresì allar– gale le circoscrizioni; ci siamo decisi - contro la nostra consuetudine, di non inserire in qu~ste co– l0nne articoli non inediti, e aYendone ottenuto dal– l'autore il cortese e volonteroi-.o consenso - a ripro– elurre qui, in due o tre riprc~e, tullo qucll'inleressan-

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