Critica Sociale - Anno XXI - n. 6 - 16 marzo 1911
CRITICA SOCIALE desiderosi di allcslarc, con quest'alto, la solidarìctù che avvince l'uno al\' alt.ro i due proletariati; taciamo delle l'isoluzioni per la riduzione degli armamenti, per la pace internazionale e contro la guerra, votale in tutti i Congressi nazionali e internazionali, e cli ◄1unu in anno più fervorosamente, fino all'ultimo delle Ol'ganizzazio11i operaie e socialiste inglesi di Lei– ccstcr, cui accennai nella precedente rassegna. Tulle queste 1nanifcslazioni non sono ancora un fallo. Lu loro significazione e la loro intima virtù non pole– rnnu e non possono, certo, sfuggit·e a chi sappia da1·c a tali dimostrazioni il proprio vnlore: che è di segnalatrici ctl una coscienza e di uno stato d'a- 11in10 collettivi, e di preconitl"ici dell'evento; ma, appunto perchè lo precorrono, lo preannunziano, lo tlifTondono per così dire nell'aria, danno. bensì la ,-.;en.~azionc dcll;J. immediatezza con cui potrebbe pro– t.lul'si da un momento all'altro; non sono tuttavia l'e– ,cnto, il fallo istesso. 11 ratto, o il fato, ci sta invece ora dinanzi, nella sua qloquenza mHgnifica e st!'avincentc. Suno due casi cli effettiva politica internazionale prolel.al' ia, nei quali si è trasfusa e subslanziata, o .-;I.a pel' subst.ani.iarsi, la generica solidarietà intel'- 11azionale delle classi operaie e dei pal'titi socialisti uazionali, questi cui intendiamo riferirci. l.'uuo ci tocca cti..eltnment.e: il prossimo Convegno, giù J)l'Cceduto dalla prelirninu1·c intesa di Trieste, I 1·a i socialisti d'llolia, d'Austria e d'Ungheria, che .-;eguir:'t qui in H.oma il 9 aprile, nel tempo stesso che gli echi suoi, ripercuotendosi su lui.Le le piazze d'Ungheria, d'Austria e d'Italia, susciteranno la voce e l'entusiasmo cli migliaia cli Comizì, raccolli in un'ora sola. L'altro è il Convegno recentissimo, della fìne di fcbbr:.1io, che si svolse all'Aja tra i deputati so– t.;ialisti dell'Olanda e i deputali socialisti del Belgio, pel' discutere sulla questione delle fortificazioni di F!c:;singa, e concordare una linea di condotta co– mune per fronteggiare e superare tutte le difficoltà. L'incalzare degli avvenimenti, determinati a loro volta dalla evoluzione stessa del capitalismo nei di– ve1·si Stati e dalle sue tendenze espansioniste e im– pel'ialisle, ha posto ai socjalisti dei quattro Stati no– rni11ali, problemi precisi e urgenti. Se fosse si.alo vel'O quello, che la stampa borghese andava scom– lJiccherando allorchè si compiaceva negli eleganti o grossolani dileggi, a seconda dei gusti, atlol'no alla accudemia intenrnzionalisla, di fl'onte alle asprezze e alle angustie crescenti dei rapporti inLcrnazionali 1 ra gli uni e gli altri, in un 'ijeterminato periodo, le 'l'urmulc della solidarielù proletaria e socialista, perio– dicamente e ininterrottamente volate nei Congressi, avrebbero dovut.o essere travolte come fuscelli nel– l'ora Lor·bida delle minaccie e delle tempeste. Invece, 110. Perfct.tamenle il contrario avviene. E avviene perchè è il vero. La soliclarielù, più che una fo,·mula, era u11 grido vivo, scaturente dal più fondo dell'ani– ma dell'organizzazione proletaria e- della ide,tlit.à so– cialista. La lotta di classe è giù, di per :;è, la scuola fl'oebeliana giornaliera clell'inler1iazionali.':ìmo. Essa spezza brutalmente le vecchie ideologie e gli antichi consensi, e crea una separazione e una battaglia permanente, di ogni Ol'U, che per essere incruenta e civile, quando è, non è rnen battaglia, tra gli uomini della si.essa I.erra e della slessa lingua: e, per con– verso, segna le graudi linee cli unione fra le schiere proletarie di u11 paese e le schiel'e proletarie cli un altro, pouendole lui.Le sopra un medesir~o giano, cli_ Biblioteca Gino Bianco fJ'onte al capitalisruo.- D'alll'a parte, que~Lc schiere, internazionalizzale dnlla lot.La di classe, se poss·ono arvcrlire che esistono in certe sfere della economia nuzionalc comunanze di interessi con le classi bor– ghesi del propl'io paese, talora contingent.eme11te pii'1 fol'Li e sensibili che la cornu11c1n7,.adì :;iluazionc col J)l'Olelarialo degli altri paesi nei rappqrti dello sfrut– tamento borghese; avvertono del pari, con lucidità sempre più. penetrante, il baratro verso il quale tra– scina il metodo con cui le classi borghesi tendono a conserva1·e e a ntlTorwre le loro condizioni di monu– polio, e a conquistare nuovi sbocchi e nuovi Leni- 1.orii: il metodo della conquista armala, che implica ed esige il militarismo con Lui.Li i suoi annessi e conness'i. E allora il conto è presi.o fotto. Non sono i lavoralo1·i che devono pagare le spese, tulle le !Spese, enormi, rovinose, distrullrici, della « pace ar·mata », le quali gravano ogni giorno e ogni rninulo sul bi– lancio operaio? e non sono essi che pagano cl i per– sona, sottrai.li coattamenlc alla famiglia e al lavo1·u, con la prestaZione ciel servizio militare? e non sono ancora essi che domani dovrebbero versare denaro e sangue per la guerra guerreggiala? E con quale ri– sultal.o, poi? Si pensi ai disastri accumulali dall'ul– tima guerra russo-giapponese,' che prernono e schiac– ciano ora entrambe le popolazioni sollo l'inesora– bile e terribile torchio fiscale, e rimbalznno sinistra– mente sulla politica cli tirannia e cli assassinio, :sul: 1·egime di tenore, che i due Gover11i si vedono co– stretti a mantenere, in un conato supremo <li sal– vezza, per tentar di ·soffocare gli spa~imi e gli ~ttlu– lati della rivolta popolare. I lavoralo1·i, adunqué, ·fi– Lraggono sempre più Io sguardo da così fosca visio– ne; e, se anche possano riconoscere che ragioni cli solidarietà interna, contingente, con le altre classi, non li facciano del lutto estranei alla politica inter– nazionale e doganale di queste classi medesime;• i pesi çli tale politica, e le insidie e i pericoli e i di– spendì attuali e fui.uri, che essa comporta, appaiono di giorno in giorno sifìattament.e insofferibili e schiac– cianti, che eglino non esitano più oramai a rompere ogni solidarietà nazionale, se dessa debba essere pa– gata a così caro prezzo, e ad accogliere pienamente le suggestioni e i richiami della solidarietà inle!'na~ zionale. E basta, infatti, che il militarismo accresca le sue pretese, o lo spoltro della guérra si levi d( tra i cannoni e le « Oreadnoughts ·», a sibilare le parole perfide dell'odio e della vendei.tu, e a incitare alla strage fralerna, perchè il proletariato senta l'or– rore delle conseguenze nefaste, che la sua ignavia .e la sua codardia potrebbero predpitare, e concepisca la necessità indeclinabile di una pronta e vigorosa resistenza alla sobillazione criminosa e folle. A questo est.remo limite sono ora condotti, drii ri– spet.Livi Governi e Parlamenti, il proleta1·iato d'Italia e il proletariato d'Austria-Ungheria. Ogni indugio, a una loro intesa sarebbe, pertanto, il lramonto dell~, formula congressuale, e il fine di Lui.la l'azione so~ cialista. Gli avversari potrebbero cantarvi sopTa u11 allegro de pl'o/unclis. Ma ciò non può essere: percht< dicemmo, quella iormula esprime, ella stessa, la fondamentale verità, una di quelle verità in marcial chç partono da una enunciazione collettiva, yagpi generale, sentimentale, per balzare a una certa ora nella individualizza~ione dei fati.i, eh.e. ia storia in~ tesse inesorabilmente. · I I Convegno proletario e socialista i.talo-austro-u11• gurico ~i ~orna è ~na .di. Q9à.c.st_eindiv.i.d1,rnli~z.azi.Q.n.i:
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