Critica Sociale - Anno XX - n. 24 - 16 dicembre 1910

370 CRITICASOCIALE allra sfera. Quando nascemmo, si co,itarano sulle dita, in Jtalia, i sellimanali socialisti,· di socialisti quoti– diani non si avei-a 11epp1u-e il vrese11lime11to. Oggi non v•è borgo 1 quasi, elle non abbia il suo giornaletto so– cialisla, rlte esce la domenica; e ieri emno quattro, oggi s0110ancora Ire i nostri quotidiani. H la stampa pro(tSSi()mtle ect operaia s•è parimenti arriccliita e 1110/fiJJlicafa. Frattanto lei vilu s'è falla 7>er tutti VilÌ febbrile: mentre aumeuta la caria slamvata, scema il tempo per legr1erla. Ji,' s'è i11le11sifìcato il senso critico, per cui. a 11essmIa 11e1·so11<i di coltura apJ)ena med·iocre, basta 'il 1xtslo quotidi<mo di w1 solo giornale. D'altro canto, la. rifa del pal'til0 sociali~ta - come di ogni altro - dive11tòViù falli. e meno idee. La cw·iosilù che accompagnò il 11ri1110 nostro sorgere, SOJJratufto nella 111ecUa borghesia, le ,qperanze e i timori ch'esso accese nei vari strali sociali, si ,,,em1e,·onaturalmente attenuando. Molla gente accefla oggi una parte delle nostre dottrine, magari senza confessarlo o senza averne coscienza, e questo, e/te è 'il maggiore dei successi, sce11ui ad esse la risonanza e lo spletido,-e che nascua dai contrasti. Si aggi1111g(mo le cagioni, romplesse, che altra to/l(t (malizzammo, le quali, sph,genrlo il 111ovimenfo proletario verso finatilù semJJre pilÌ, varie e 1>ilÌpn,– tiche, assorbe e se1xo-a quelle forze, che dapp,·ima agimno, co11gi1mfe,verso obietfivi pi,ì, semplici, viti visibili ed afferrabili, all'occhio comu11e. B i dissidt' primi di- lattice, sOt/0ormai. superati.- si è fatta mu, maggiore unifù reale, elle ostacola - altro vamdosso - la ricerca e l'interesse delle graudi sintesi ideali. Di fronte <Hl un tale mutarsi deWambienfe, <i una effemeride come questa, che volem essere mezzo Rivista, e mezzo giornale, mezzo doflritwle e mezzo polUica, mezzo af/'ennazione e mezzo critica, e servire 'il par– tito 1'imanendo i11d·ipe11de11te dalle sue espressioni tt(· '{iciaU, è probabile e/te pl'esto si affacci il dile1mna: o rinnovarsi o perire. . .. Rimwvarsi, dunque. Ma come? & vivessimo in Germania, in J11ghillerra, ùi Fran• eia, iti paesi dove le migliori i11iziafive ·intellettuali trovano subilo uu pubblico che le -incoraggia e le se– c0t1da, e la stessa classe operaia attinge più fervida– mente alle fonti delle, coltum 1 il ,·i,movmnento sarebbe giù sfato imposto dalle, forza stesse, delle cose. E lei Critica sco-elibeoggi wu, grande Rivista, ricca <li 110• tizie, di ,·ecensioni, dì studi, di volemiche, mi vero laliomtorio infelleffuale del Sf)Cialismo, e una fi,nestra aperte, su tutto il movimento mondiale, 11011 solo vro• lelario, ma ca.pUalistico e scieulifico; su tutto ciò che del sociaUsmo fo,·ma l'amliieule, U p,·esupposto, il complemento necessario. 1lR, temfrmw clte, anco,· oggi, in llali<t - ver troppe e troppo ovvie cagioni - manclterebliero a wm tale Bi-vista tutti ·i coefficienti; collaboratori, abbonati e lettori; <lacchèessa dovrebbe naturalmente e aumen– tare le ,'-:pese<l'ogni genere, e quindi i JJrezzi d'abbo• 1Ut111e11to, e allargare la propri<, " area n stampabile, e organizzare tutte, una collabomzione special-izzata, alla q11alesono scw·si fra noi gU elementi preparati ed idonei. D'altro cauto t1011pare seriamente pensabile che, prop,·io mentre il partilo socialista, JJer effetto delle lotte 1x1ssate, si. trova messo in grado di esercitare semp,·e pi,ì gaglianWmenfe i<, sua forza politica, e i problemi vili vUaU. gli germogliano in seno e d'attorno sempre J)iù frequenti ed m·genti - basterebbero quelli affacciati, e pur troppo 11011 risolti, all'ultimo nostro Congresso pe,· climostrarlo - possa spari1·e, fra noi, la sol(, pubblicazione, che dia, e possa dare, alla dot– frim, e alla critica inferiore del socialismo e alla elev borazione della sua '}){]Utica, tm contributo periodico serio e meditato, quale sarebbe assurdo pretendere dal giornale, che U fatto quotidimw domina e travolge 11ellasua t 1 iceml<tvertiginosa. Noi vensiamo - per uscire da queste di(fi,coltà - che una certa maggiore specializzazione e sistemazione organica di contenuto sia possibile anche all'attuale organismo della Critica; e la verremo d-isegnando e cominceremo a tentar di attuarla fi,i dai prossimi numeri. . .lf<tpeusiamo alfresì che, a ,·aggiungere meglio tale intento, un'opera ulteriore sia possibile, che si svolga malerialmeufe fuori dei confini cli queste colonne, ma da esse lragg<i la spinte, e in esse h·ovi il suo-centro coorài11at0t·e.Alluclfomo al ,·avvivarsi di quell'azione editoriale complementare, che si è lasciata languire. Troppo si lamenta, e a ragione, che il pa,·tito so– ciali.~ta italiano vive alla giornata, alieno dal tuffarsi 1tPlt'o11danwvit·atrice del vensiero teorico; ste,ile, o quasi., di produzione sinteNca 11/tellettuale. Se la men– tautà latina è d'i sua natura meno filosofante e più 11ragmat-istica della teutonica, non però è concepibi.le che d11ri e si rafforzi un movimento novatore, cui 110,iassista la vigilia intensct del 1>ensiero. Or quella che fu per tani.i anni_ la nostra " BibUo– teca di vropagauda " non potrebbe - iJonnettenclosia queste pagi11t1ed essendone come il prolmigamento spe– cializzc,to - arricchirsi di monografie, diventare l'ar– seuale sempre rinnovato delle nostre " armi intellet– tuali,,? . . . Questo eà altro 11oi.potremmo preparare e iniziare 11elfm1110 nuovo. Ma potremmo, se gli aiuti e i con– sensi. secoudermrno. 1 quali tioi chiediam-0 1 si ca.pisce, 1)rinui e sopmlltffo u quelli, che seguirono e seguono cou affetto it nostro modesto lavo,·o. Ci dicano dunque gli amici il lot·o petisiero; ci 1·i– s110mùmo, nel 1·i1mov<tre il loro abbonamento, i lettori fedeli: Quali sono lo maggiori lacune che trovate nella Oriti<:ct? Come proporreste di pot·vi riparo? Noi nrccoglieremo il plebiscii.o; lieU di trovare in ogni abbonato mt cousigUere, un critico, un collabo- rafore. LA CRCTICA SOCIALE, Critica Sociale e Avanti! : per l'Italia, anno L. 22, semestre L. 11.

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