Critica Sociale - Anno XX - n.13-14 - 1-16 luglio 1910

204 CRITICA SOCIALE erano soggetti nel 1900. E, ciò che è ancora pili cno1·111c1 il reddito annuo medio accertato è di lire Jf)(i4, mentre quello degli ufficiali giudizial'i 111oti por le loro mieerrimc retribuzioni) è rappre– scnt11to dalla media di L. 1082, cioè sta a quello degli avYocnti come 2 a 3. Notate che più evadono alla imposta gli an·ocnti di A"rido, gli avvocati prin– cipi, che seg-gono in Parh11nonto 1 e che, dimenticando troppo facilmente le loro qualità di abili e impuniti coutmhbandieri della finanza (l), magnificano la gran– dc;,;za del S<.\Critìcio pecuniario del cittadino italiano :l faxore della patria, che spingono verso una politica meg-nlonrnne di spese insensate. J\la l't•vasiono alla imposta non si limita a questi redditi o neppure ai redditi industriali e commer– ciali i essa dilnga in modo spaventoso nel cam1>0del credito cambiario fra privati, cioè nelle operazioni di,mutui o prestiti ordinari del tutto estranei alle operi1zioni di commercio vero e proprio 1 laddove cioè l'usura rnccog\ie la pii1 grande messe dei suoi gua– dagni. Non è inverosimile che la, maggior parte dei de– hiti cambiari sfug,!!ano alPaccertttmento della Ric– chezza '.\lohilc - affermn. il Bodio - e basta riflet– tere al grande sviluppo, che ebbe ovunque l'uso della cambiale, come mezzo di contrn_tto nei mutui comuni, per int,uirc quale movimento di capitale sia rapJH'C• sont.1t0 dalle opern1,ioni del genere e che ingente massa di ricchezze e di reddito debhano produrre. E 11011 solo alcune cla~si di cittadini evadono alla imposta a danno di altre, ma. iutiero regioni più fer– tili a danno di altre pili misere. Gli enormi guadagni, che derivano ai proprietari dei pingui terreni ciel– i' Alta Italia: e specialmente della. pianura padana 1 tlall'allevamento del bestiame, sfuggo110 tutti, per disposizione di legge) alla imposta mobiliare, mentre la proprietit terriera, della ltalia meridionale e cen– trale, oberata dal debito ipotecario, paga questa im• posta sulle stesse passività ipotecarie. Con:sìdcl'iamo ora un altro fenomeno importantis• simo: la fraslazio11e. I~' noto come, nei contratti di mutuo, l'imposta cli Ricchezza Mobile è quasi sempre caricata nl debitore e si risolve, in definitiva, in un elevamento artificiale del tasso dell'interesse. Sorvo• liamo sugli altri fenomeni di traslazione dell'imposta mobiliarn dal commercio e dalle industrie sui con– sumatori (laYoratori la più parte), dove i delicati in~ranaggi della libera coucorrenzfL cedono il posto a forme tli economia monopolistica. Sorvoliamo pure sugli clfetti della p1·opornionalità, che, gravando egualmente i piccoli redditi cli fame e i piit elevati, trnscnrn completamente le sing-ole capacità. confri– hutive. Cosi l'enorme evasione alla imposta: la grande disparWt di valutazioue dei redditi, le sperequazioni fra 1·,•gionie fra contrìhuenti, danno alla. applica– zior1c <ti questa imposta la. caratteristica di una vera e propria inversione di ogni senso di giustizia di– strihutiva. J: vedhrn10 se, nella applicazione delle due imposte fondinrie, esclusivo obbietto di tributo per ,zii Stati pili antichi, domini uno spirito di maggiore equit.à od uguaglianza tributaria. Come è noto, per effetto delle sovraimposte comu– nali e provinciali, Paliquottl dell'imposta sui fahbri· cati e sui terreni è assai varia. Iu certi Comuni, specialmente nei pH1 poveri, diventa letteralmente :.poglia.frice. Dalla Statistica dei hilanci comunali pel 1899, si ha che 1 per 7-1- Comuni, la sovraimposta raggiuuge il 500 % della erariale, o~sia, ad ogni lira (1, l'('r 111·cre11n·1deadell'enorme e1·11rilo110 Rll'l111po&ta,di cui gc– ,lono. 1101 ~rnncll ccn1r! urbani &pe 0 ctal111ente, I hrnl! gua<lagnl del 1•li1noll prù!csstonlsll, bas1a scorrere lo tabelle del contrlbucntl, che si l!ll\.lb!lcano dalle ,\gcn:do delle Imposto noi mese di se11ornb1·e lii ogni unno o che, per lo 111(1, ,·cngono anche riprodotte dal g!orna\l <.jUOtldlani. di imposta erari4le 1 i Comuqi e le Provincie aggiun– gono liro 5 di sovraimposta. E il numero impressio• nante di casupole, espropriate per debito di imposta ogni anno ìn Sardegna e Sicilia, dice meglio di qual• siasi commento le conseguenze, per le classi agricole più misere, di questo genere di imposizione. Nei centri urbani, poi, dove gli affitti dei fabbricati rag• giunsero prez1,i favolosi, tale imposta ha la caratte– ristica spiccatissima di incidere sui consumatori di case, e tanto più quanto pii1 sono poveri ('). L'imposta t.erreni si basa sull'accertamento cata– stale. I lavori per la rilevazione catastale sono lunghi e dispendiosissimi. li nuovo catasto italiano, iniziato nel 1886, è attuato per sole 15 provi ncic e costerà in complesso almeno 800 milioni. Nou esageriamo prevedendo che le operazioni catastali non saranno terminate che fra 40 o 50 anni. Io un periodo così lungo, le culture agrarie possono mutare radical– mente, e il catasto, terminato, si riferirà a ciò, che pii1 non esiste. Ed ecco la famosa perequazione fondiaria, diventare un mito! Delle 15 provincie. che, per aver a.ntici– pato una parte delle spese catastali, godono i bene– fizi del nuovo catasto, 14 sono del Settentrione, ossia fra le pili ricche cl' ltalia i viceversa, le piìt povere, impotenti a contribuire quelle spese, soffrono intero il vecchio peso. Aggrava la sperequazione tributaria una vecchia concezione dottrinaria sulla realitù della imposta. La piccola proprietà fondiaria, specialmente nel Mezzo• giorno e nell'Italia centrale, è oberata dai debiti ipotecari, e così appartiene a due persone distinte: al debitore e al creditore ipotecario. Ma. la pili parte cli questi debiti, non essendo stati accesi per intro– durre miglioramenti agricoli, bensì per la necessità di riparare ai cleficit conseguiti alle recenti crisi agricole, rappresentano una passività bene spesso irreparabile, per i piccoli patrimoni (2). Or 11imposta fondiaria non tiene conto dei pesi gravanti sulla. cosa, e il piccolo proprietario paga e la fondiaria sul reddito non più suo e la Ricchezza mobile sul mutuo ipotecario. Così la piccola proprietà terriera corre inesorabil– mente alla rovina, mentre noi ne cantiamo ,•irgi– lianamente i benefizi e ci trastulliamo a smentire colle statistiche l'accentramento marxistico della pro– prietà. li:: si ricordi che il debito ipotecario in Italifi supern i tre miliardi e colpisce oltre i IO mila chi– lometri quadrati, con una perceutuale di 9~ lire per abitante! Questi i benefizi della nostra imposizione diretta sulle economie iudividuali delle classi socialmente pil1 utili ed economicamente più misere! Abbiamo insistito specialmente sugli effetti econo– mici della nostra imposizione diretta, perchè è diffuso il pregiudizio che essa cada esclusivamente sulle classi abbienti. J,'imposi1,ione indiretta sui trasferimenti e sui con• sumi, regolata da un viluppo enorme di leggi e che costituisce il maggior provento dello Stato e degli Enti locali, si ripercuote sempre sui più deboli eco– nomicamente, e cioè sul venditore, sul mutuatario e sullo grandi masse dei piccoli consumatori. E' qui, dove la traslazione e la ripercussione più si manife• stano, e nei modi più varii, finchè il tributo, rimbalzato dalla. elasticità dei primi redditi, finisce coll'incidere inesorabilmente sui bilanci familiari degli stipen– diati e dei salariati, dissimulato nel rincaro inces– sante delle sussistenze pH1 necessarie. Le imposte sui consumi, che in Italia colpiscono (1) crr. •:1:uum: StmJt suuu tfl'etti. dtllt i.mpo,ite. Torino, 1902. ( 1 / crr.: 1.0 doppla tonposta 811 , deflm t , ,·eddW 1.11 ltnlla, di 1n;l'i• VE~UTO GIUZIOTTI; In Gion1(1/t dt{IH >Jco110,ntsti, aprile 1009·; O l!tm– P08f(I siti prodotto dd te1•1·e11i t la ptce-01ap1·op1·i,td no-nit In JtaUn, clell'A., 1n Giornale deou fM11ami,o, agosto 1909.

RkJQdWJsaXNoZXIy