Critica Sociale - Anno XX - n. 10 - 16 maggio 1910

146 CRITICA SOCIALE Cho significa? cl1e Il Partito socialista è già Partito di Oo,•erno, invecchiato per la rivoluzione, asmatico di fronte alla ,·lsiono dello altezze? Forse que~to non è del Partito; ò di alruni, e, so andassero nl Governo, .'la– rebbe un gran bene. Nascerebbe una reazione benefica, forse una scissione, salutare por tutti. Anteo tornerebbe alla terra; il Partito alla massa; o agli stessi socialisti indipendenti, polarizzatisi troppo nel Parlamento, ne verrebbe, di rimbalzo, qualche vigore. 1 Tutto questo ben comprese Jaurès, allorchè, scambio di seguire al potere Driand, Millerand e Ylvianl, costi– tuendo il Partito loro guardia dol corpo, et volse - e pane un ritorno - alle masse operaie, già pieganti al sindacalismo, per riconquistarle; alle masse, senza Il cui consenso, pur l'azione parlamentare langue e si abbioscia. Sentì egli - o lo scriveva magnificameote 1 nella Revut de Pa,·is, pochi giorni prima dei recenti Comizi - i pe– ricoli degli accostamenti prematuri 1 che apengono gli ardori giovanili, consumano 1 in perenne vicenda di crisi interiori, le grandi energie proletarie, che eole daranno alla democrazia gli impulsi necessari alle vittorie finali. Meglio pochi al Parlamento - tale il euo concetto - ma con tutto il proletariato dietro e dintorno. Vale questo anche per l'Italia? O Il pericolo{cosl rosse!) è solo nei miei occhi, miopi e sguernlti di occhiali? Au:SSANDRO SCJIIAVI. Ed ecco ora - collimante solo in qualche parte - la requisitoria di Omèga: • mfon11l&U percl,è l'lvol11zlo11t11·i e rlvol11• zlOll(rri ptrcllè rlfor-,nlsti . • (Ordl11edel giorno Trove9 al Congresso di Imola, 1902). Plaudo slncerisslmamente al voto di fiducia regalato dal Gruppo al .Ministero delle " armonie 11 , rlelle II alte idealità n e dol " panteismo sociale m al dì là e al di– sopra di tutti I partiti. Sinceri!Jsimamente, nella speranza che una reazione ne sorga dentro il partito, la quale risusciti principi, rianimi dibattiti, restituisca direttive essenziali pel suo avvenire, troppo e da troppo tempo composti nel dimenticatoio. Se, finora, salvo dalla Se– zione romana, o contro tutte le eccellenti tradizioni dei nostri Circoli, non apparve uno straccio di ordine del gioroo di protesta e di critica, penso si debba al lo stupore che tutti ha pervaso, dinnanzi alla abdicazione della rappresentanza politica del proletariato - fasci– natn nnch'essa dalla soave musica luzzattiana - da quello che è, e che deve essere, il suo c0mpito speclflco: fungere da reagente chimico nolla miscellanea neutra dell'ambiente parlamentare. Dove, ahimè! evaporarono i propodlti bellicosi, matu– rati noi secondi cento giorni della meteora sonninlana, l'ardor sacro di risanare la vita politlca 1 sprigionando nuove correnti dal paese, ostracizzando camarille, in– trighi di corridoio, batracomiomachie di gruppetti; dove Il giuramento di Pontida di negar quartiere a quHlslasl combinazione, pur con elementi di E-1trema, che non obbedisse al delenda Chat·tago del suffragio universale? Quale prodigio, in un solo mese, guarl I' ~ accidia insana– bile II del Parlamento, gua,lagnando tutti (i repubblicani non esclusi, il cui 110 era cos\ lusinghiero o promettitore!) alla rode nella nuova e più vera 'l'urlupineide, " per la patria, per il re, per la democrazia, per la repubblica, per Il sociali8mO e per Il dio di tutte le genti 11, colla quale Il nuovo impresario di pochades parlamentari vi prepara, sulla ramosa II s.accbiera ,,, il più allegro s,aceo matto? La politica ecclesiastica? Colla requisitoria di Claudio Treves parve che Il prolf'tariato fosse una euccursale del Orand'Orlente, o Il Gruppo soclall8ta un satellite della Sinistra democratica. Ma bastò che Il Presidente del Consiglio, nell 1 uoiversalità del cui gran cuore tutte le religioni trovano albergo a pari titolo, invocando le s11.ntememorie delle tradizioni liberali dell'antica De• stra, di cui egli ò Il glorioso superstite e il geloso cu– stode, architettasse la formuletta: u senza compromessi e eenza dedizioni ,,; proclamasse - dandosi Parla di dire una cosa - cho divorzio e precedenza del matrimonio civile sono meri problemi giuridici; annunciasse per 11O– prammercato un'incbleetuccla, coll1augurlo di eventare con essa le maldlcenze 1 sulle condizioni del convitti In– dustriali vigilati da religiose; bastò questa innocente accademia, senza l'accenno più lontano a una riforma qualsiasi - laicità della scuola, riordinamento della proprietà ecclesiastica, ecc. - anzi colla promessa di "non inquietare lo coscienze , 11 percbè i nostri deputati si rompessero le mani dagli applausi, per urlare poi contro I sì dei clericali.... che, ce.nto volte pi~ accorti, avevano capito il latino. Ma vi sarà proposto, pel novembre 1 l'allargamento del euffraglo. ~;ntreranno, calcola l' Avant-i/ 1 col ripristinato vecchio articolo l00, quasi clue milioni di nuovi cittadini elettori. Come non vincolare il Minietero col nostri voti? Come rinunciare a questa delizia, di un quasi suffragio universale cui si accede In carrozza, mentre altri popoli, per conquistarlo, lottano per decennil 1 versano il loro eangue 1 minacciano la ri voluzlone? Parigi vale una messa - non varrà il suffragio allargatissimo qualche dleclna di palline bianche? Resta a vedere se, appunto, a novembre giungerà quel che fila In questo dolcleslmo maggio; e perchè,e come, e quanto, li Governo rimase vincolato. Intanto, la promessa - circondata da ta~te riserve di " cautela ,, e di " ponderazione ,,, che rabbonirono per– sino il roseo Salandra - doveva avere, qualche giorno dopo, la si.:.agloeea autentica io Senato. Dove lo stesso Luzzatti, prenunziando l'ampliamento dell'elettorato come il mezzo migliore di addomesticare le nuove forze popo– lari, lo subordinava formalmente al simultaneo rinvi– gorimento di quell'alto Consesso conservatore, da ser– vire da diga e da contrappeso('). Per dichiarazioni assai meno reazionarie, Il discorso IO rebbraio di Betbmaon Hollweg al Lcmdtag prussiano, pel progetto governativo e contro il suffragio universale, scateoò, negli stessi par• tlti liberali dl Germania, un uragano di proteste. La nostra stampa socialista, invece, non fiata! Facili, dunque, i pronostici. Consolidatoei il Governo coll'appoggio del Gruppo e dei giornalt soclallst1 1 a no– vembre un progettino purchessia sarà presentato. Ma la riforma del Senato dorme nelle braccia del nove. Le correnti della Camera - già. manifestatesi nell'ultima· (') Ecoo <lal te5to ufflolRle: Senato, 6 maggio. Dopo RTer <letto del per1co11done domocrRzle parlamentari, ~ da tutto ciò tll trae - con– tinuava - ohe hanno J)lena ragiono co1oro, I quali pensano ohe, quando si mod1ftea110gll ordinamenti delle Camere elettlTe e til schiude l'azione di elettori nuovi alla partoelpaztone del 11oterr, tlthbll llllclle (U pm·, passi) coiucider-e /a fvrtlflcllz,O11e delle fm1::io11t del &mito. Le duo co8e sono eorrolallve lra loro e dal punto di vieta politico e da quello 11rat!co. Commetterebbe un grande errore quello atntl8IK u quel Ooverno, Il quale non pensasse a questa eorrelazlone e non provvedeno tulio stesso tempo all'uno e all'altro ramo del ParlRmcnto ~· E 11iù!unge: " Ma es1ion!j:Ochiaramente Il penfltero nostro al SenRto, ed è che la rlrorm& 4e11RCamera del deputai!, con unR più larga partecipazione degli elettori alla vita 1iubbllca, deve e rrlapon4ero a un'autorità più tnteM1t di queato alto ConseBBo, la cui mlulone, lo cui funzioni e la cui reaponHbllltà nella vita pub• bllca Italiana crescono nelle rag1..n1 che aumenta la partec111azlone degli elettori alla vita dell'altra Camera. " (Commenti).

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