Critica Sociale - Anno XIX - n. 22 - 16 novembre 1909
Critica Sociale f?IV/ST .Il QUINfJJCIN.JlLE JJEL SOC/.JlLISMO Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 1.0 - Semestre L. 5,50 Lettc,·e e vaglia all'Ufficio di CRITICASOCIALE- MILANO: Portlol Galleria V. E. 23 Anno XIX - N. 22 Non si vende a nttm,eri separati. Milano, 16 novembre 1909 SOMMA1'1IO Politica ed Attualità. IAI riapert10-a (LA ÙRIT!CA SOCIALF.). La 1·i.vi11cita dd socf.allsU ge,·1mmlcf. (Dott. FEOEIUCO \'ELLA), Studi economici e sociologici. f>tr ,ma nuova f.mposla s11uU aequ'8U t sugU t11c,·emenU df cupltaU (Dott. 8ENYENOTO Oll.lZIOTTI). Per 1111a1tgislazf.011t co11tro le. 11w/.<1tllt p,·oft8sf.onaU (Prof. EHNli:STO 13Y.RTAltELLI), 11 com,me e la difesa Igienica della prf.ma h1{a11zia: V. (flnc) I,t ('1/'nlt detl'f.nttrve11to mw1Lcipclle (Dott. GIULIO CASALINI). IAJ 1~pezto11i s11i 1011oro hl I/alla e I J)robltm/. eh/esse mettono in l11ce: v. u lavoro notluruo e gli, oral"f; YI. De c(mitre dt (I/Wflame11to (Dott. ALESSANDROSCIIIA\'I), J problemi- della "sc11olo popolM·e,,: Lo Stcitv e t Com1111i cli\ (1·011fe (li/a 1/1111'1(1/lt(Ì SCQlCISUCtl (Dott. MARIO CASA!.1~1). Filosofia, Letteratura e Fatti sociali. Cromica &)cl<1/e: l.'orgon!zz11z!o1ie oper11,ln In Austria: Unn Interes– sante pagina. di storia socialista (Prof. FAUSTO PAOLIARI). LA RIAPERTURA La Camera si riapre nelle condizioni del più asso– luto e desolante nullismo politico. Durante le lunghe vacanze, nessuno dei maggiori uomini parlamentari ha creduto opportuno - se ne togliamo il Pantano - di far udire la sua. "oce agli elettori e al paese. Il capo ufficiale dell'Opposizione ... per bene, l'on. Son– nino, invitato, di questi giorni, a tenere un discorso, dichiarò di crederlo del tutto superfluo, poichè ora, alla Camera, ogni attenzione, ogni interesse, saranno concentrati sulle Convenzioni marittime; il che equi– varrebbe a dire che l'unico argomento saliente della politica parJameutare attuale 1 o non è un argomento politico, o..... non riguarda il paese! Nella quale nostt-a deduzione logica, non manca - parn impossibile! - qualche punto di vero. Certo, non noi vorremmo contestare che la politica marinara - per un paese tutto _mare come 1 1 Italia - chiuda in sè, e quindi possa assumere, la più alta importanza. Ma, se consideriamo il problema delle Convenzioni come venne effettivamente presentato e atteggiato nelle interminabili discussioni e previsioni che in– nondarono la stampa in tutti questi mesi - nei quali si può diL'e che occupò quasi esclusivamente di sè la ribalta della nostra politica interna - non pos– siamo non concludere che la politica marinara del– l'rtalia, nel scuso de' suoi grandi interessi geografici, economici, commerciali, è l'ultima preoccupazione di quanti (fatte rarissime eccezioni) si appassionarono intorno a quel tema. Il problema, nelle sue linee tecniche, e cioè nella sua vera essenza, venne appena sfiorato, così da far pensare ch'esso sia " ignorato ,, dalla grande maggioranza del noatl'O mondo politico; e fu toccato - anche eia paL·te degli oppositori - coi criterì più discordanti. 'l'alchè 1 so togliamo alle polemiche l'ardore che derivò loro visibilmente dal– l'uno o dall'altro di questi tre elementi: la gara dei piccoli e parassitici interessi locali di tre o quattro città e porti italiani; gli interessi personali di alcuni gruµpi di banchieri in contrasto fra loro; infine, l'in• teresse - oh! questo indubbiamente molto patriot– tico! - dei parlamentari che sperano la crisi e aspirano alla successione dei portafogli; che rimane piÌl cli tutta quest'aspra contesa? che rimane più, intendiamo, che possa, e che debba profondamente interessare il paese, e che effettivamente lo abbia interessato? Teoricamente si può essere - come noi siamo fer– mamente - per un sistema completamente diverso da quello che il Go,•eL·noha proposto, e che la grflnde maggioranza del Parlamento - Opposizioni comprese - sembra in sostanza accett!ire; si può essere, come noi siamo, fautori dell'esercizio di Stato per le poche linee assolutamente necessarie, a prolungamento e complemento, quasi diremmo, del nostro organismo ferroviario, e fautori della marina libera e della con– correnza libera por tutto il resto, salvo l'aiuto di opportuni sgravi doganali. Ma, all'infuori da questo lato fondamentale del problema. - che è il meno appassionante per quanti il problema hanno trattato nella stampa italiana -· che cosa può importare, ad esempio, all'Italia che l'esercizio di certe lince, o anche di tutte le Jinee, sia affidato a un Gruppo bancario piuttosto che a un altro? }çppure fu ben questo il demone occulto, che promosse e caratterizzò tutta questa immensa con– tesa, e per cui furono indette le aste e organizzata la divisione dei lotti di linee; fra i quali non potendo esservi concorrenza nell'esercizio, è ben discutibile, per dire il meno, se essi dehbano conferire - meglio di una grande ed unica impresa - al costituirsi di una vera e forte marina italiana. E, infine, quando si pensa al chiasso infinito che si levò per la supposta economia di circa un milione all'anno, realizzata - e non è cosa certa - coll'ul– timo esperimento delle aste, mentrn l'Italia dispone cli un bilancio di oltre due miliardi, e premono i più gravi problemi da vt\.lutarsi a centinaia di milioni (si pensi solo al bilancio ferroviario, minacciante il disavanzo, e al problema scolastico sempre in attesa), c'è da domandarsi dove sieno andati a nascondersi la sincerità politica e il senso della proporzione. * * '* Scnonchè è ormai cosa convenuta che le situazioni politiche, in Italia, non mutano, che i Ministeri non si abbattono e non si sostituiscono, per le vere e grandi questioni che compendiano un indirizzo politico e toccano i più generali interessi, bensì per le piccole coalizioni di interessi superficiali ed accidentali i si ricordino il modus vivemli, che abbattò il Gabinetto Fortis) ed altri numerosi esempi congeneri. J~, poichè 11 mondo è così fatto - il nostro mondo politico italiano in quest'ora - è assurdo ed è ingenuo. si dico 1 volerlo mutare, e conviene pigliarlo e.... sfrut– tarlo qual è. 'l'alchè oggi, agli occhi delle Opposizioni, chiunque intenda a richiamarn l'attenzione do! paese su qual• siasi altro soggetto, anche immensamente pili. grave
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