Critica Sociale - Anno XIX - n. 19 - 1 ottobre 1909

294 CRITICA SOCIALE li lavorio Interno condus!lo allo rivelazi1'.>ni di Lipsia. L'influuo sempre mn~giore dello organizzazioni econo– miche aut Partito, sopratutto evidente nella discussione sulla festa del 1° Moggio, e la cresciuta forza di per– suasione della tendenza bernsteiniana 1 rh·elatasi nella battaglia sul contegno del Gruppo parlamentare, sono segni indubbi dell'evolver<', lento ma sicuro, del partito socialista germanico ver:lo rorme nuove di combattimento, ad una partcei1>nziono più attiva e fatth·a alla vita po– litica. (Ui!rllno}. FEDERICO Yt:1,1,A, DOPO LAVENUTA DIGOMPERS Il sindacalismo americano e le sue evolu3ioni prossime. La venuta di Samuele Oompers in Italia, le ac– coglienze T'icovuto in lloma dai delegati delle orga– nizzazioni sindacali :tmericane, le discussioni germi– nate dai fini e dai propositi dichiarati dal presidente della American Jièderation o{ Labor sulle questioni di organizzazione e di emigrazione, legittimano una certa curiosità intorno al mondo operaio del Nord America. Perciò, rimandando al prossimo .Movimento inler- 1wzio11ale alcuni altri argomenti di attualità, mi re• stringo oi:;gi a discorrere un po' diffusamente del movimento operaio e socialista degli Stati Uniti e di quel che il signor Oompers vi rappresenta. Già le riserve, con cui dalla Confederazione del lavoro e da vari dirig-enti delle organizzazioni sin– dacali itaUane sono stati accolti e il Gompers e quelle sue dichiarazioni, hanno dimostrato quale divario separi la principale e più potente organiz– zazione operaia americana dalle Conforlerazioni del lavoro dei vari paesi cli l~uropa. Per intendere la portata e le cause di tale di– versità biso,;na rifa1·si alle origini del movimento istesso, così in America come in ·~uropa. Nei paesi anglo•sassoni l'organizzazione operaia è apparsa sul terreno delle competizioni di classe prima del partito socittlista. La lotta di classe, nei suoi termini obiettivi irresistibilmente posti in essere dal capitalismo e dai suoi sviluppi successivi, ha preceduto le ideologie. Le condizioni rncclcsirne del salariato nelFambiente capitalistico hanno su~gcrito ai lavoratori l'ovvia necessitk di stringersi in associazioni di mestiere e di federare queste loro associazioni, per opporsi allo sfruttamento sconfinato dei 1>ndroni,e limitare tale sfruttamento, nel cnm1,o dei salar!, degli orar:, dei regolamenti di fabhrica. e di tutte le altre circo– stanze deillL vili\. proletaria. Inoltre, io quelle società dedite febhrilmcnttJ e Rpasmodicamente alla conquista della ricchezza e dei rapidi guadagni, lo spirito utilitarista che ne satura l'ambiente, e più lo satu– rava negli anni dei primi tumultuosi conati della immane trasfornrnzione, non poteva non avvolgere o compenetrare di sè anche le nascenti organizza• :doni operaie. Donde il corporativismo puro e sem– plice delle 'J'rade Unions inglesi sino a pochi nnni addietro; e il corporativismo non meno gretto e nn~usto delle Leghe operaie che fanno capo alla potente Amrriran FederaUon diretta dal Gompers. Partite dulln " neutralità,. in fatto di politica o di partiti non solo 1 ma pure di tendenze di natura po– litic14 e sociale, che trascendano cioè di alcunchè :.:-li scopi del miglioramento materiale dei lc1.voratori P.ntro le stesse chiostre del regime capitalista, di fronte td cui destini amano mnntenersi in istato di indifferenza teorica e pratica, codeste organizza– zioni non sanno liherarsi facilmente del carattern originario, e camminare con le loro <'Onsorelle delle nazioni in cui lo sviluppo CH-pitalistico seguì piìt tardi, e parve lasciar maggiore agio nlle intui– zioni e alle 4nticipnzioni dottrinali di spandere vi– sioni pili vaste di avvenire ed elaborare elementi più saldi e vitali per le formazioni proletarie, sor– genti in antitesi al capitalismo. J<'ors'nnco una tnI quale solidarietà fondamentale fra classi capitaliste e classi proletarie potè apparire nlla. vista delle uno o delle nitre nel periodo in cui i popoli anglo-sassoni tennero indnbbiamente nei singoli mestieri Fcgemonia e il monopolio della produzione industriale, e forse si credettero come separnti, in un mondo diverso, dal restante della umanità.. ·1~infatti la concezione socialista che ab– braccia tutto il mondo del lavoro poteva sembrare non dol tutto conciliabile con l'esistenza di alcune poche società, che il processo cnpitalistico ivi gi:\ maturo aveva profondamente differenziato da tutte le altre. Quando poi l'c\·oluziono capitalista è proceduta fatalmente i11nanzi 1 travcr:mndo continenti e oceani, portando dovunque le traccie e le conseguenze del suo passaggio e della sua vittoria, illuminando di vivissima luce i rapporti tra salariati e capitalisti, e il pensiero socialista ha sostituito alle forme spon- 1 tanee e primitive di lotte di mestiere entro il breve cerchio corporativista altre forme più complesse di lotta tra le grandi classi antar;onistiche sul terreno economico, politico e sociale, è a\'Venuto che i paesi, in cui il corporativismo aveva già profondato innu– meri radici, sono rimasti adi:lietro ai paesi gioYani e nuo,•i al capitalismo, i quali 1 liberi da inceppanti j tradizioni 1 sono corsi direttamente agli ideali socia• listi, che dicono le mète e gli orientamenti lontani, nel tempo stesso che insegnano a praticare la lotta di og-ni giorno coi procedimenti tecnici e tattici propri, a volta a volta, alle varie e specifiche ma– nifestazioni di essa. Insomma si è sempre figli del proprio passato: e, come i lavoratori francesi hanno er(>ditato dallo rivoluzioni e dalle rivolte e dalle battaglie dell'ultimo secolo. conforme a quanto os– sen•avo in un precedente articolo, certo loro si– stematico profcssionalismo rivoluzionario, che vela talvolta ai loro occhi la semplice e rude realtà, toglie loro il necessario contatto con essa, ne com– plica i movimenti e ne disperde vanamente le p~e– ziose energie, così il sind11calismo anglo-sassone trae dalle sue scaturigini, tutt'atratto opposte a quelle del sindacalismo francese, cagioni dt debolezza e di im1>otenza insannhile rispetto ai fini delFemancipa– zione proletariR. L'uno vorrebbe tras1>ortare la fab– brica nel mondo economico-politic0·sociale, e fare di quella lo strumento rivoluzionario solo ed unico di questo; l'altro non vede altro mondo che nella fabbrica, e alle sue rivoluzioni non concede termini sconfinanti dal capitalismo, e altra arme che quella corporativista, da un pezzo sorpassata dalla tecnica moderna delle lotte sociali. Quest'ultima mentalità spiega l'avversione e l'osti– lità dei Sindacati americani, massimamente dei loro dirigenti 1 contro il socialismo: ta.nto che dessi ten– gono le loro organizzazioni appartate dalla stesse. organizzazione intcrnozionale dei lavoratori, perchè la sanno tutta. impre,!{nata di spirito sochLlista. li socialismo si presenta ai loro occhi come un con– corrente form idabile che, dall'oggi al domani, può rivoluziona.re l'orgnnamento e la tattica da essi vo– luti, cho sono la c osa. mono socialista di questo mondo, con buo1rn pn.cc dei sindacalisti italiani, i quali non hanno man cato, c on la consueta coerenza, di pro– fondere entusiasmi al passaggio del signor Gompers, allorchè si sono accorti che i socialisti li risparmia-

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