Critica Sociale - Anno XIX - n. 19 - 1 ottobre 1909

200 CRl'l'ICA SOCIALE Un secondo mezzo di risolvere il problema finan– ziario tlell'ora pre~onte può consistere nel ridurre le spese. Da. piì1 parti si ò alzata la voce contro lo sperpero dei nostri arrugginiti congegni burocratici, e contro quello sciagurato localismo che impedisce ogni sana economia. Ma è vano i;perare di poter trovare un rimedio a questi mali. Quando un paese costril?gc lo Stato a creare nuovi reggimenti di ca– vallena per non togliere quelli esistenti dalle ,ruar– nigion~ dell'ltalia meridionale (il fatto venne!:) nar– rato d1 recente dall'on. Sacchi); non è lecito illudersi di ottenere in regime rappresentatiY0 - cioè coi deputati cho pcromno pei loro interessi locali - quelle semplificazioni che possono ridurre le spese. "E neppure è oggi da pensare - come si pensav~ un. tempo - alla. riduzione delle attuali spese mili· tar1. Alcuni socialisti credono che l'aumento delle spese militari sin dorivnto da una scarsa combatti– vità del padito nostro. Jt una illusione. Le speso militari aumentate non souo il prodotto di una com• binazione mutevole di forze parlamentari. ma deri– vano da una situazione internazionale per più versi peggiorata, la quale ha isolati i socialisti da tutti coloro - anche da radicali e da repubblicani - che non appar!engono a partiti di lontano avvenire. Ora, come potevano e come possono i socialisti da soli determinare un diverso corso delle cose? Resta una terza. soluzione. Non potendo ottenere da uno s~ravio dei consumi una loro così rapida espA.nsione da rinvi:,coriro il bilancio. ed essendo nl– tresì illusorio sperare in una rilevante ecouomia nelle spese. resra. da ccrcare 1 in una trasformazione d?I nostro sistema trihutario, una produtti,•ità mag• g10re e una maggioro elasticità, che consentano alla finanza pubblica di seguire l'allargarsi continuo delle funzioni e dcg-li oneri dello Stato. Ma la. trasformazione va compiuta entro certi limiti che giova fissare. Ad esempio, una trasforma– zione tributario, che ai risolvesse in un enorme nu– mento della pressione fisculc - così da ottenern, come ha accennato qualcuno, un mezzo milìn1·do di maggiori entrnte - finirebbe per isterilire un paese povero e già. ferocemente tassato come ò l'Italia. Se anche questo mozzo miliardo dovesse impiegarsi nelle più legittime o nelle più sane provvidenze so– ciali, esso fl.vrebbc per conseguenza. di scorag-gfarc le ini1,iative, di isterilire il risparmio 1 cli far esulare i capitali, con danno immenso della produzione na– zio1mle e quindi anche della. classe operaia, la quale avrebhe .così compiuta la stessa opera del sclYaggio, che taglia l'ulhero per coglierne il frutto. La riforma tributarin. nelle condizioni di ricchezza e di lassabilifa dcll'lb.llia, de"c proporsi uno scopo molto piì1 modesto. 1 1 :1:1:so. dcrn so8tituire, a imposte costose, rigide ed impaccianti, imposte che meglio seguano lo svil11p1>0della ricchezza, e che, meglio equilibrando il sietemu contributivo nel suo insieme, tutelino l'incrcme11to della produzione. riescendo coi;ì meno odiose ai contrihucnti e più produttive ptlr l'ernrio. ln una p&.ro!a 1 si tratta di sostituire ad una vecchia macchina, che non può, pena l'arresto, acce– lerare il suo moto 1 una macchina che, pur aon su• perando troppo all'inizio la velocità. della prima 1 sia suscettihile, mano mano che aumenta il combustibile 1 di rnggi1111gcrc velocità superiori. In tal modo, o in tal modo soltanto, i nuovi bi– sogni della scuoln, della legislazione operaia, ecc., ecc., potranno essei·c gradualmente soddisfatti, senza ri· percussioni nocivo. . .. l('ormati così i terrnirli estremi del problema, OC· corre indicare su quale parte, nel nostrn complesso sistema tributario, si vuole portare l'aztone riforma– trice. ]~ qui ci pare opportuno mettere sotto gli occhi dei lettori il rapporto numerico che intercede fra le principali entrate dello Stato. Le cifre si riferiscono alle entrate effettive ordinarie. accertate nell'eser– cizio finanziario 1907•90tt Percenlunlo lllllonl In cifra tonda Redditi patrimoniali. 61 1 8 3 Tasso sugli affari . 281,7 /5 'l'l\sso di consumo. 47318 24 Privritlvo 424,6 22 Servizi pubblici 149,8 JmpoRte dirette. 435,8 23 Entrato diverso. 103,0 Tota.lo 1930,5 100 Alcune di queste categorie non hanno alcuna nt– tinonza col problema tributario. A parte le cntmto diverse(concorsi 1 rimborsi, reintegrazioni di foudi 1 ccc.) 1 ò ovvio che i redditi patrimoniali, i servizi puhhlici e le pril'Ul11•e 1 non mppL·esentano imposte e non sono suscettibili cli un divert:10 ordinamento. Indubbia– mente, anche queste cospicue entrate possono essc1·0 costrette, dalla volontà del legislatore, a dare un pro,•ento più elevato. Basterebbe, ad esempio, ele– vare (ciò che, per l'economia del paese, non sarebbe oggi consigliabile) le tariffe ferroviarie. per veclero aarnentati di molto i redclili patrimoniali, discesi - con rapidità preoccupante - da 109 milioni, quali erano nell 1 esercizio 1904-905, a 61 milioni nell'eser– cizio IH07-!l08. Così pure basterebbe aggiungere nuovi monopolì a quelli del tabacco, sale e lotto (qualcuno propone il monopolio dell'alcool), oppure rincarare il tabacco, che da solo rende oggi piit cli 260 milioni, per accrescere rapidamente le entrate dello Stato. J,o stesso si può dire pei servizi pub– blici (poste 1 tele~rafi, telefoni, ecc.) 1 benchè qui un anmento di tariffo non siu assolutamente consiglia– bile, o anzi giovi procedere in direzione affatto op• posta. ~rn tutto ciò 1 ripetiamo, non entra nella i,fera della riforma dei tributi. Cotesto ò piuctosto il campo prediletto da quei fina11zieri che, pur non volendo toccare 1'01·diun111entotl'ibutario 1 d~bbono elevare le entrnte fino a copri,·e le spese. In tutti i periodi cli dPficit è qui che essi ricorrono per trovare almeno una parte dc-Ilo somme necessarie a pareggiRre il hilancio, Lo. finfl.nza france:-;e, che oggi chiede G5 mi– lioni di aumento ai isoli tubacchi, è un esempio dei più eloquenti. Le tasse sugli aflltl'i hanno un carattere piì1 spic– cabunente tributario. La tassa sulle :;uccessio11i è una vera e proprin imposta ohe colpisce Ja ricchezza nei suoi trnpnssi di 1>roprietà; ma questa imposta - che ha riscosso di i:ecente il plauso dei socialisti tedeschi - è già così grnvosa in Italia da non es– sere suscettibile di saggi pili alti. Certamente - e lo notava l'on, Ahigncnte ncll'.Aumti! del 18 agoslo - basterebbe impedire, con oppor une norme, che molti ,,rdori mobiliari sfu~~issero a questa imposta per vederne aumentare il gettito, ben oltre i 41 milioni circa che ronde attualmente. :hfu bisog·na anche ri· conoscere cho, se h~ uostn1 imposta progressiva sulle successioni dà un gettito così scarso, benchè le ali• quote arrivino, per i parenti oltre il sesto grado e per le quote ereditarie superiori al milione, al 22 per cento, ciò dipendo dt1lla deficenza cli grandi fortune elle si verifica in Ualia. Restnno le tasse di consumo e le imposte <tirelle, cho insieme costituiscono quasi la metà delle entrato clfctlìvo ordinarie dello Stato. )Ia è subito da e.sclu• dersi che si possa. chiedere alla tassazione dei con– rrnmi un 11110, 1 0 rinvigorimeuto del nostro hilancio. Certamente l'incre111011to continuo dei consumi ha

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