Critica Sociale - Anno XIX - n. 19 - 1 ottobre 1909

CRITICA SOCIALE 301 LAFIL050FIA DELLA PRATl&A Parlando in linea di metafora, si può dire che la legge del ritmo non vale solo noi mon~lo fisico, sì anche in quello morale. Come la classica filosofia tedesca era stata, in un certo senso, il contrac colpo ritmico al grossolano materialismo del secolo x.nu , così ora la navicella del pensiero, dopo esser si at– tardata 1>arecchio sulle spiagge del positivismo sen• sistico, sembra avviarsi alla 1>rodasoleggiata ove da tempo 11ldea ha costruito il suo tcm1>io sereno. Presentemente, da noi, l'idealismo (inteso nel senso di concezione filosofica secondo la quale la coscienza è il presupposto immanente di tutti i fenomeni, la realtl\ ò lo spirito, e il mondo stesso, all1infuori del nostro spirito, è come so non esistesse) ha pa• recchi seguaci o settatori; mn. nessuno, a nostro avviso, no è alfioro più oloquonto o agguerrito di Benedetto Croce. li Croce, come ogni altro 1>0nsatore che sia riu– scito a conquistarsi un punto cli vista personale ed abbia avuto un 1>roprio timbro rli voce da far sen– tire in 1·epttbUcciliterarmn, ha esaltatori fanatici e detrattori feroci; per alcuni egli è una stella di prima grandezza nella costellazione filosofica; per altri è un mediocre dilettante di filosofia che ripete malamente, ponertendolo o sofisticandolo, quanto Hcgcl aveva già annunciato al mondo. Come al so– lito, si esagera d'ambo le parti. So nessuno può mettere In dubbio la diretta derivazione cli Croce da Kant o da Hegel (specialmente da quest'ultimo), è parimenti ingiusto ed erroneo negargli perfino l'abito mentale filosofico e chiamarlo ironicamente il filosofo di Pulcinella, perchò egli eia giovane ebhe ad occuparsi del teatro napoletano nel secolo XYII. Benedetto Croce non è solo una delle menti più elette o più colte (per quanto un filosofo en titre del nostro gregge accademico l'abbia proclamato ignorante I) dell'ltalia contemporanea; egli non è solo il critico letterario e il formidabile erudito che ogni duo mesi si può ammirare sulla Jtiviata da lui diretta; ma è a11che fclicemcnto dotato di potemm dialettica o di quella t·ara mens philosophicc,, che sa ra1,gruppare in sintesi sistematica il vario cd il par– tic0olarc e sa attingere le vette supreme dell'univer– sale, la;ciando proprie traccio personali sul faticoso cammino percorso. Della sua individualità speculatrice egli aveva dato prova luminosa fin dall'epoca dei noti Saggi sul Materialismo sto,-ico, che, accanto a quelli di Anto– nio Labriola 1 rimangono quanto di meglio si sia scritto i11Italia sull1argomento; tl questa individua– lità ai è vicpiil affermata mod1anto le teoriche ori• ginali sull'estetica· e sulla logica, la pri111aconcepita com.o scienza dell'espressione o la seconda come scienzt~ del concetto puro (universale concreto, - giudizio logico a priori). Queste teoriche suscitarono infinite 1>0lomiche o discussioni, corno quelle che ve– nivano a sconvolgere molte delle vedute tradizionali e a LI ore violentemente di frego su tutto le distinzioni arbitrario o artificiose dei numerosi scolastici odierni. Esse dovevano poi essere In feconda matrice del si– stema crociano, che recentemente ò stato condotto a termine colla pubblicazione dollf\. Filosofia. della pm.tica('). Non ò nostra intenzione l.:li,esporre qui, anche suoci11tame11to lo lince fondamentali di questo si– stema, che, p~r noi, è lontuuo o alieno clil qualsiasi (I) Il Crol'•, courorme alle TCdute ldeal\1tlche, designa con f'Uo• ,ofl!I dtllo 11pldto Il proprio 1l1tem11,.Q11uto è compreso In tre -ro– luml editi oat l,alerzR, Uarl: \'01, 1• >;,t,Uca; voi. ! 0 lA(lica; ,·o• lume ,• FUo&ofla dtUa pn,ttcu. L'ultimo .-olume 6 illato pubblleato or aon pochi 111eaJ. astruseria, chiaro, nitido. pcrs1)icuo, come, in gcne~c, tutta la produzione intollcttm,lc del rinomat~ scrit– tore napoletano, o che, or non ò molto, è st~to og– getto di un diligente studio da 1>nrte di Giuseppe Prezzolini; nò intendiamo di dimostrare se ogni parto di osso si inquadri nrrnonicamentc nel tutto, ec ogni ragionamento sia dedotto secondo il metodo adottato se qua o là, non trnpeli qualche contrad– dizione ~ t~utologia; solo, data l'indole dei nume– rosi problemi agitati nell'ultimo volume del sistema crociano erodiamo utile farne brevissimamente cenno in qucst~ Rivista, che delratti\•ità 1>ratica,.o, per lo meno, di una certa attività pratica, gcnenca e so– ciale, ha sempre cercato di essere specchio e guida. . .. Poi Croce, come, del resto, por ogni indi~iduo pensante, l'attività umana può essere teor etica ~ praticn. ltnzionalmento, non v'ha 111m ter~a ' .or.ma d1 attività.. J.i'attività teoretica a sua volta st d 1strngu o in attività estetica e logica; quella pratica, in eco– nomica o etica. Tuttavia, siccome ò innegabile Funità fondamentale dello spirito, cosl Pattivitil. logica pro: su1>1>onequella forma primordiale di atti~ità che e l'estetica· l'attività economica non sussiste senza l'estetica' o la logica; o l'etica le presu1>pone tutte. Ju altri termini: vi è relaziono immanente tra tutte le attività, e l'attività pratica presuppone la teo- ro~~=biliti i rapporti tra lo attività, fissata l'irlentità tra volizione e azione (di guisa che sono impensa– bili lo volizioni senza lo azioni e viceversa), c1 sorge dinanzi il problema della necessità o della libertà dell'atto volitiY0 che ha fatto spargere fiumi d'in– chiostro o che h~ riempito intere biblioteche. Siamo noi liberi o coatti nelle nostro azioni? Hanno ra– giono i sostenitori del determinismo o quelli del li· bero arbitrio? Posta in questi termini, la questione è mal posta, o perciò, insolubile. Non bi.sogna fl;Jlpigli~rsi :t11'u!1a o altra punta del dilemma: nrccss1tà o hb~rtaj s1b– beue dire che l'atto volitivo è uecessifctlo e liberonello stesso te1npo. u: 1 ncccssitU-to in quanto la volizione nasce, non già sul vuoto, ma su una situazi~ne de– tormin:\ta su un dato storico, su un accadimento, il quale, ~e ò, ò necessario. A quella situa~ione ~a volizione ò corrispettiva, e stnccarnela non e possi– bile : variando la situafflone, varia In volizione. Ma l'atto volitivo è libero in quanto esso non si ferma alla nuda situazione di fatto, nò la ripete meccani– camente facendone un duplicato superfluo; bensì produce' qualcosa di diverso, di nuovo; q~alcosa eh~ prima non esiste,•a e che ora viene all'esistenza: e iniziativn creazione, atto di libertù. I deterministi non vedo;10 altro che In situazione di fatto; i se· guaci della teoria del lib~ro arbitri_o n~n vedono se non il momento della libertà. Oh um trasportano nel mondo dello spirito il concetto di causalità mec– canica e concepiscono una \'0lizione che sia quasi una duplicazione, triplicazione, ecc., della situazione di fatto· gli altri concepiscono una volizione che promani' dal nulla, o piova da111alto,inserendosi. poi, non si sa come, noi corso del reale. Oli uni e gli altri riescono unilaterali e, quindi, filosoficamente parlando, falsi. Di franto a questa soluzione ciel problema de1la volizione taluno potrà affermare che ai tratti di eclettism~ o di trnnsa1.io110 tra 1u·incipl opposti; nrn si111iloaffermazione sarehbo erronea e non potrebbe essere tLvO.nzatache da chi non si fosso sforzato a penetrnre nello spirito della questiono e della solu- 1.ionc offorht. Qui siamo di fronte non ad un tenta– tiY0 eclettico pilt o meno rnflinllto o sofistico; bensì ad una vera o 1>ropritt conciliazione, la quale, con estensione analogica, è in grado di gettare un po' òi

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