Critica Sociale - Anno XIX - n. 19 - 1 ottobre 1909

298 CRITICASOCIALE un fornaciaio è obbligato all'Msicurazione infortuni. E ;,, questo caso il torto è della leggeche 110n è eSJJlicita. Cosl nell'Industria moccanica e tipografica a Novnra o in quella dei mulini a Cuneo, molti Industriali non assi• curano non credendosi obbligati perchò non impiegano più di cinque operai. Una Cooperativa di produzione si credeva esente dal• l'obbligo dell'assicurazione perchò i suol lavoranti erano soci. .. della Cooperativa. Come so il rischio non eslste9se nncbe per essi ! Ma bisogna dire che, in questa materia delle assicu– razioni, le Società si mettono della partita per frustrare I vantaggi della legge a danno dcgll industriali e degli operai. Sarebbe desiderabile - scrive Il Capo-circolo di 'fo– rino - che lo Società di A~sicurazione facilitassero agli industriali l'adempirt\ento di tutti gli obblighi imposti dnlla legge; cosl nella tabella dell'art . .120 del regola– mento si dovrebbe i11dica1·e la data dell'inizio P della scadenza del contratto di. assicw·azfo11e, sl dovrebbe indi· caro l'obbligo di affissione della tabella, o questa do• nobbe esser data in lamiera anzichò in carta. Le 11tesse Società cto,·rebbero proibire agli agenti di Imporre premi superiori alla. media, fidandosi presso i piccoli industriali nella ignoranza delle leggi e delle tariffe, e dovrebbero raccomandare di dare meglio le Istruzioni per la tenuta e la vidimazione rloi registri. .Nel secondo anno d'ispezione non venne constatata la grave irregolarità. di far partecipare al pagamento dei premi gli operai, ma i premi pagati dagli industriali sono in continuo aumento. Jn una fabbrica di spazzolo la Sociefa faceva pagare indistintamente Il 26 °lo per tutti gli operai, coslchè l'Industriale fu obbligato a. far compiere a domicilio li lavoro che lo operale prima. facevano nello stabilinrnnto; si comprende quale danno igienico od economico ne derivò alle operaie (pag. 209). Dal Capo-circolo di Bologna si nota la lentezza gra.n– disBima delle Società di Assicurazione, compresa la Cassa Infortuni, nello pratiche preliminari all'aas\curc– zlone e nel rilascio delle polizze, costituendo ;>er l'indu Atriale un periodo di mora, che può essergli nocivo nel caso di un elnistro, e che pone il funzionario incaricato della vigilanza uel dubbio se l'assicurazione sia o no realmente contratta. Oltre a ciò, un appunto importante ò la poca precisa dizione dei lavori degli operai, a cui lo J>òlizze ai appli– cano (pag. 20). A tutta questa serio di ragioni congiuranti ai danni della legge al dove la longanimità cho gli ispettori in questi primi anni erodettero di dover usare, limitandosi il più delle volto a dare istruzioni o avvertimenti anzi• chè elevare contravvenzioni. Ma in molti casi è proprio la legge che è imperretta o non equa o che crea disparità di trattamento a danno specialmente del piccoli industriali. u. Troppe YOlte - BCrivo l'aiutante Ispettore ABtorri - la responsabilità civile colpisce i piccoli induBlriall, troppo spesso essi sono gravati da esorbitanti premt e da spese per la tenuta. dei registri da parte di terzi, ed a ragione implorano modificazioni cho semplifichino la applicazione della leggo,, (pag. l 18)•. Sopratutto per coloro che occupano operai soltanto una parte dell'anno, o magari giornalmente, converrebbe adottare, propone l'Astorri, il sistema dei fogli di assi• curazione, venduti agli Uffici postali, che permettessero di fare l'assicurazlone degli operai 1>eruno o più giorni a seconda del prezzo basato su categorie pre/itabilite. E non basta: a tutti questi nemici della leggo, esterni ed intrinseci, si aggiungono i magistrati, i qunli, nei giudizi penali in seguito a contranenzioni, pare siano talora. troppo clementi, assegnando peno sposso irrisorio ad infrazioni cho pur sono grin•i nell'economia della legge (Circolo di Dologoa, pag. 14). Ora, quando le cose sono in questi termini, in chi sperare perchò lo leggi non rimangano stampate sugli stracciati maoifcsti affissi in corpo minutissimo a duo metri d'altezza sullo porte degli stabilimenti? Speriamo negli lBpettori, che Bi meno hanno la fran • chezza di dircelo che le !oggi non Ri applicano, o con– ftdiamo uel loro fervore anche per far conoscere la legge ai Segretari e ai Sindaci 1 i quali per ora trovano una attenuante, secondo il Cl\po-circolo di imano, in quanto u. !e irregolarità. commesse rappresentano il lavoro di adattamento che la leggo hn. dovuto subire per poter venire applict\tJ. w Così sia! (Co11fin11a). ILCDMUHE E LADIFESA 161EHIU della prima infanzia rr. Alcuni caratteri sociali della n1.orta .... lita infantile. L'illeirittimitù. Se, a produrre un'alta mortalit.'L del primo mese di vita) e - in modo ancora pii1 spiccato - so, A. prodU!'re un'alta mortalità dei primi giorni, partecipano cause sociali complesse, che agiscono o sui genitori o sul prodotto del con– cepimento; a rendere notevolissima la mortalità del primo anno ed, in parte, quella dei successivi, in– ten•engono clementi sociali ancor più gravi, per altro più facilmente riconoscibili. Uno di questi) il più anticamente noto, quello che - per· lungtt pcz~m- richiamò quasi da solo rat• tcnzione degli studiosi e elci pubblico, è dnto dalla. illegittimità del bambino. Sia che noi esaminiamo la mortalità infantile dei paesi nordici 1 in cui la mortalità generale e qucllft. specifica per età hanno raggiunto coefficienti ridot– tissimi, silL cho prendiamo ad esame la morta\ifo delle nazioni 1 per tale rispetto 1 meno evolute, tro– viamo larga. tra.cciiL <li questo renomcno. La Norvegia, che noi vedemmo a,•er raggiunto In più bassa mortalità infantile europea, presenta un quadro impressionante: bimbi,. legilt,mi 8.9 morti su 100 nati vivi n illegiltimt17 1 7 11 La Sassonia. riuscì a ridurre notevolmente In sua elevata mortalità del primo anno, ma - nell'ultimo quinquennio - presentò ancora una mortalità del 32,9 °/ò per gli illegittimi. La Fnmcia, - con una opera profilattica costante e complessa - avvicinò la sua natalità. infantile alle cifre più basse - ma - per gli illegittimi - rimane ancora al 24 °/ 0 • Nessun paese sfugge a questa. legge. Ma vi è ancora un fatto degno di considerazione. Per la prole illegittima, il grande movimento scien– tifico, sociale e - se si vuole - filantropico del– l'ultimo quarto di secolo, ebbe minor valore che per la prole legittima. fn alcune nazioni, anzi, lii sua condizione peggiorò. Notevole è il caso della Norve· gia, in cui la mortalita degli illegittimi passò dal 12,6 % al 17,7 % dal periodo 1876-1880 al periodo 1896-190•). La ragione addotta per spiegare questo

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