Critica Sociale - XIX - n. 14-15 - 16 lug.-1 ago. 1909
CRl'l'lCA SOCIALE 219 Come spiegare questo acceca.mento collettivo di tutto un partito, che soltanto dalla nazione ripete la sua ragione di essere e che, nell'opera o nell'omis– sione quotidiana) danneggia la sua idealità.? Non bastano lt:i influenze capitalistiche di chi guida o in– fluenza il partito stesso. Corto, fra i "gros hom,ets )! del nazionalismo triestino, ve ne sono alcuni, nei quali l'interesse di classe emerge in così preciso ri– lievo, da. persuaderli a non attenuare una polilica che, di\'idendo le forze proletarie, fornisce loro i cru– miri nei giorni di battaglie economiche ( 1 ). :\Ja co– desti machiavellici del nazionalismo de,,0110 1 per forza, essere minoranza; nel grosso degli elementi borghesi, agisce in tale riguardo) più che il caloolo 1 l'istinto e '' l'inconscio" di classe. Tutto ciò poi non vale af– f,Ltto a muo"ere un sentimento e a trascinare i sen– timentali. Vi sono altri fattori, di cui i più ammaliziati (che sono i più influenti) si servono per mantenere que– st1oscuraziono collettiva della realtà. Il primo lo ho gilì a.ccennato; è il disprezzo del cittadino per il bi– folco, ma neppur esso basterebbe da solo a far mar• ciare nelle stesse file, accanto a milionari, grossi im– prenditori, grossi finanzieri, ecc., elementi puramente intellettuali, studenteschi, piccolo e minimo borghesi cd anche prolotarì ('i). 'l'utta gente, quest'ultima, la quale ha bisogno di una speciale narcosi per non reagire contro il nucleo centrale capitalistico del partito nazionalista e la sua amministrazione, la quale non ò neppure informata a criterì di intelli– gente riforma borghese. Questa narcosi è l'inedentismo, o meglio l'ideo– logia irredentistica, che i " macchiavellici " lasciano circolare nell'organismo do! partito, e la maggio– ranza di esso {che irredentista non può essere) su– bisce per (JUietismo intellettuale ( 3 ). ( 1) .\llu(IO a 1111011rintol'lstlco cpli10d10 di cru111trn1;i,rJuper 1mrto del br11.cei1mt1,;lo,·cnl del SIIHl11rntu irlallo nazlunnllstn, gnuto ol ,1ual(' I negozianti lt11lla111, 1110·1, i;reci. tedeschi, ccc. vinsero 11110 8clopno noi 1907, Il partito nazionalista 11ubbllcò un manifesto csor• rnnu• I 11101 a non asaumere I crumiri slo,•enl ma, naturalmente, nessuno ;:::11 badù. ( 1 ) Sul 11rolo1ari agisce, ed Jrn.Rgltu 11reva1enhimo11tc nelle ultJmc o\ezto1p, lo ,;Umulo del \'CCChlop1·cglt1<llzlourb11110;vcrchè a stimolo nazionalista d'111tro ordine, e 111ccla\n1cntc a quello lrredentl,;ta, IR. rni1ssa 1>rolctarla lrlest1n,1 ò dt•I tutto refrattarh1. l,'lrrcdeutl!mu, oltre Il resto, urta contro I 11uol ,ipeolflci lukreul '11cla~sc, come dLs,rn aoutamento te,uè alla Camern Oddtno '.\lorgarl ,s1111erloritii.dCJlt1 1eg1s\azlono <ICI11woro au11trll\CI\11111\'ltnllana, più Riti saJut, ecc.). Noto ancori\ 11111li pro1)011to tll "ammallzlal1 ~· c11e1,111.reblJe rar 1oro torto e1,1clu<lere ln loro 1,~eo1,1clcnz11. del ve1·! termlr1! tlel pro• IJlcma. E, del resto, nelle recenti 1101emlohe, la 1·ea1tà ha fotto capo• 11110. Il maggiore, Rnzl l'unico glornale del nazlonllllllmO triestino, lm 1111110 col dover ammettere che l11 M 1,1\a\·lzzazlonc • (' 1111 renomeno cenlrRle economk'o; hll c1111meuo tlun11uo l'ln11.11\li\dCl!(l difesa ua- 1.!01111\e ronda1a sulla premeua olle jl'II sloveni sono soltanto " bar– bari Invasori ~· 1iuanto poi all'utlllti\ 11er gll ltall11111 dl attenuare l'asprezza del raJ)l)Ortl con gli 811\\'Ie di llffrcttarsl llllR pol!tlcR del do 111 dts, essa ,·onne anche tn 1111egtlgiorni ore~1nmta dRll'org,mo del nazlona119tl Istriani, I/tdta Ut1liom1, la quale, a 11roposllo <!ella riforma elettorale Istriana, che lolse, di ratio, figli 1tallanl Il go,erno dl (1uollfl provlne1a, S<'rlve que1to teatuall e "lntomatlcho parole: " A Trieste gli slavl non raggiungono n('ppnrc la <1unrrn parte f?) de111t11opolazlo11e, mt11h•t fil Ist,·U. ruggWugouo I dflt ten:i <le/In 11opo1<1:to11eco,11pllllBli:n. E, 10 In !strio, dato lo alato e.li !nrerlorlh\ hl eul nel1'1u11m11111trailoncdell11 provlnelR sl trovano gli SIRY1, !lt1I0 U 1o1·0,0111111110, stpp11r le11to, p,·ourtilO e doto U ravorc sempre cre– scente del Oo•orno Il loro riguardo, se ln !stria, diciamo, prudenza eonstgl!&va di giungere al plì1 presto ad un accordo, che, con Il p1UJ• sare>degli anni, sarobbe stato rngg1unto a pt1IU ptr noi St•Hpl't pUr 011t,.osl, le eond!zlonl d! 'rrle&to 10110 m1co,.t1 lontan1911lme per (sie) 111·~l1·arc I\ (IUCBIO llUnlo. n (Icltll lf(l//(111(1 del ,. lugllo corr.). Qui la v11tco1oglanazlonall!tl\ appare lnll'rR e porrrtt". s-on ruro accordi se 11011111ant10 essi devono rl('SClre aravorovoll. ~: qut, var– tlcolarmente, np1,11rol'lnnuenza, ncf11sta 11lla nnzlon<>,del ftltto elle ~to 11cr es11mtr111re:l'ldeologh1 Irredentista. (') Come tutte le uarcost, Rn<'he quoeta ,·teno sub\t11 lna,·vert1ta– mento da mollhisiml. Vl nccado a Trieste di vccler<>, tra I fautori con- Esaminate infatti la difesa nazionale dei naziona– listi alla luce dell'ideolo,::-ia irredentistica, e la tro– verete, non dico giustificata tutta, ma certo assai meno inesplicabile. La negazione ostinata della realtà? Ma gli irre– dentisti di 'l'riestc devono, con ogni artifizio, fare apparire Ja. citfa italiana come Roma e \'enezia; altrimenti in che modo giust.ificherehhero innanzi al mondo il diritto (sia pur potenzialo dell'rtalia di ve– nire a Trieste e di 'l'riestc di passare all'Italia? L'i– solamento nello Stato? )In rorse che un partito sepa• ratista può giovarsi dello Stato dal quale repugna? ('). "La snazionalizzazione" degli sloveni? Diviene una utopia finchò l'Austria rimang·a a Trieste. Ma clopo? Quando il nuovo Stato motterà a disposizione degli italiani di Trieste tutti i suoi molteplici arnesi di assorbimento·? Ora è (almeno \'erbalmente) pacifico, anche presso gli irredentisti professionali del regno, che l'an11es– sione cli Trieste potrà essere, se mai, l'eventualità di un avvenire imprecisabile, forse remotissimo, certo oscurissimo. Vedete dunque il primo pericolo. Che, nell'aspettativa, e peggiorando, per essa, la posizione degli italiani adriatici, questi abbiano perduti i mi– gliori loro titoli all'annessione, proprio nel giorno di farli valere. )la io credo che la questione non 1>ossa o non debba guardarsi soltanto così di scorcio e lasciarsi nello sfondo, assai comodo, della ipotesi. Occorre ar– frontarla nella sua essenza. So di dir cose antipaticissime a molti, nè presumo di parlare a nome del partito socialista; anzi, soli– tario e appf1rtato come sono, la mia opinione ò mo• <lestamente individuale. Il partito socialista in tutta l'Austria. (e forse logicamente, trattandoe.i di atteg– giamento collettivo) si è sempre ristretto a combat– tere la tattica. e l'ideologia catastrofica dei suoi vari irredentismi 0 1 per il resto, si è rimosso nlht. for· mula: " Non ipotechiamo l'avvenire; sadt. quel che sarà 11 • ì\Ja ora si tratta appunto di discute-re se anche tale formula. non racchiuda per noi italiani insidie e pericoli e sei per non ipotecare Pa\'venire. non Hi comprometta il presente. Certo ò che questa " spe– ranza 71 (sia pur vaga e incorporea) della soluzione il'redentistica, gioca <lei l?l'llll brutti tiri a noi e a voi. Qui da noi <'On le sue " margherite" simbolichr, le sue fettuccie tricolori, i suoi ciondoli patriottici, forma la delizia e la speculnzione degli italianofohi e guerrafondai di Yie11n11.; con quanto danno per l1.1 conservazione nazionale fu detto, cht. molti, abba– stanza. B ha.date che le " margherite ,, e il reiJto sono ostentate, con ingenuo e sincero entusiasmo, dai giovani, mn sono sfruttate con accorto calcolo dai vecchi (d'anni e di malizia), da chi, <'ioè, sarebbe ferito nel più profondo dei suoi interessi se ht." SJ)C• ranza 11 si effottuasso 1 o che la solletica appunto perchè la crede ineffettunbilo. Parliamo fuor di imagini scherzose, pcrchè il tema è ben serio. Voi avete gi:\ compreso che il fattore nazionale u '1.'l'icste, e in tutta la rcg-ione, non legittim~, ma v1nll e tntranelgcntl della tauica uaz1on11,leg\usllHcarn (1111\'lrrcdentl• amo, persone che si proelan1a110o 10110nozionali, ti, 11111, non Irredente. };l;II è che lo concezione nazlonAIIUa del problema naztooRle, nel 1uo 11empl\cl111110, 1' aceesslbl1e il 11111\ e non 01f,1tle11 troppo Il' run z!onl cerebrali (11a1euno. • Gli tlRvl cl solfoo1rno; e11ocla111oll ,·111. ~ i: motto vii• Intuitiva dell'altra formula: "gli 1111,•1 ol soffocano; no cor<llamocl con loro ,.. ì,: 1>0r<1uo~toelle, di rogoh1, !I naz1onnllamo non entra In dl!C'U881one o ~I rc,lrlni;rc n rlvctcro lo !jteue frA!!Ie n rlbAdlre cou c~so Il11ulet1smo lntcucttualc del pullblko. 1. 1 lrredc11tl~1110 ~ cosclcute ~ 1· llmlt11to fl pochi ~tutl 1nte\101lut1JI. (' Quest'lsolnmonto, per 10 elaSril borgl1es1, r1ru11rd11nautratme1110 soltnnto l'h1tr11ns!{l'en1.anazlon1110; non l'cconomlcA ! 1:conom1cn111ento 110110 esso lo maggiori vostuluutl dolio Stato.
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